I Raptors alla conquista dell’Est: dalla conferma di DeRozan al controverso Draft

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Nella scorsa post-season i Raptors hanno infranto la maledizione che li voleva perdenti nelle ultime cinque serie playoff consecutive e in sette delle otto totali giocate nella storia della franchigia. Non solo, perché alla vittoria in sette partite contro i tenaci Pacers ha fatto seguito il successo, sempre per 4-3, contro un avversario di prestigio come gli Heat ed infine una serie tirata, seppur mai realmente in discussione, contro i Cavaliers nella finale per il titolo di Eastern Conference. Ora che hanno provato l’ebrezza, a Toronto la voglia di vincere e di confermarsi non è mai stata così forte.

Motivo per cui la priorità nel corso della offseason era quella di confermare la maggior parte degli elementi a roster, su tutti un DeMar DeRozan in scadenza di contratto, e cercare di pescare qualche talento con le due scelte, numero 9 e 27, al Draft. Il 27enne nativo di Compton è stato autore di 23.5 punti, 4.5 rimbalzi e 4 assist di media in regular season, scesi a 20.9 nelle 20 partite giocate nei playoff. Pur con pessime prestazioni al tiro, fermo ad appena il 39% dal campo e con un inguardabile 15% da oltre l’arco, pur con una forte incostanza nel rendimento, DeRozan è andato per ben sei volte oltre i 25 punti, propiziando, in quelle occasioni, altrettanti successi di squadra. Deriva da qui la conferma a ben 145 milioni di dollari per i prossimi 5 anni da trascorrere nella franchigia canadese. Un prezzo altissimo, ma doveroso da spendere in un’estate pazza come quella appena trascorsa per mantenere inalterate le possibilità di vittoria della squadra. Altrettanto non è stato fatto con Bismack Biyombo, il quale ha firmato un quadriennale da 72 milioni di dollari con i Magic, disposti a dargli fiducia, soprattutto dopo i 9.4 rimbalzi e 1.4 stoppate mantenuti di media durante la post-season. Una grave perdita sotto canestro, che mette Jonas Valanciunas ancor più sotto i riflettori. Il che potrebbe non essere un male, se i Raptors riuscissero a sfruttare a pieno il potenziale del talentuoso lituano.

DeMar DeRozan & Kyle Lowry - © 2016 facebook.com/Raptors
DeMar DeRozan & Kyle Lowry – © 2016 facebook.com/Raptors

DeRozan e Kyle Lowry, l’altro elemento da cui dipendono la maggior parte delle fortune offensive di Toronto, arrivano ai blocchi di partenza galvanizzati dalla propria miglior stagione e dall’oro olimpico di Rio 2016. Inoltre, hanno alle spalle tanti rincalzi di rilievo. Cory Joseph è un giovane che probabilmente sarebbe titolare in molte altre realtà, mentre Terrence Ross e Norman Powell, il quale ha scritto nel complesso un anno da rookie davvero promettente, assicurano qualità ed atletismo. DeMarre Carroll è ancora da giudicare al massimo della propria condizione fisica, mentre l’aggiunta di Jared Sullinger dai Celtics è di notevole importanza, in quanto garantisce un solido tiratore da tre punti che sa farsi rispettare anche a rimbalzo e quando si tratta di difendere. L’attacco, come detto, dipende dalla vena dei due talenti sopra citati, con DeRozan che dovrà crescere di prestazioni da tre punti e Lowry a dover recitare un ruolo più proficuo nella costruzione del gioco. A dare man forte sotto canestro ci saranno anche i due rookie, Jakob Poeltl e Pascal Siaskam. Poeltl, centro da Utah, è un ottimo difensore e sa segnare con regolarità dalla media distanza, ma, per caratteristiche, è molto simile a Valanciunas e la scelta non sembra particolarmente sensata nel roster canadese. Siakam, invece, grazie alle proprie abilità da rim protector e a rimbalzo, potrebbe risultare più appropriato, sebbene non fosse il miglior talento a disposizione alla numero 27. Un Draft controverso e non particolarmente soddisfacente, dunque, almeno in teoria.

I Raptors rimangono, dunque, una delle migliori realtà sulla piazza, in particolare in una Eastern Conference senz’altro in grande crescita, ma ancora priva di corazzate come ad Ovest, ad esclusione di Cleveland. Il problema sorge, però, proprio nel confronto con i campioni NBA in carica, che in una serie secca sembrano imbattibili per i canadesi al momento. Ora che hanno iniziato a vincere anche ai playoff, a Toronto vorrebbero non doversi fermare ogni anno ad un passo dall’Olimpo.