L’Hall of Fame festeggia tre ingressi leggendari: Allen Iverson, Yao Ming e Shaquille O’Neal

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Partiamo da un dato di fatto: quest’anno ad entrare nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame sono tre prime scelte assolute, come mai era successo nella storia. E parlando di Shaquille O’Neal (1st pick del 1992), Allen Iverson (1996) e Yao Ming (2002) qualunque appassionato, per l’uno, per l’altro oppure per l’intero, leggendario gruppo, si emoziona nel ricordo delle loro magie sui parquet NBA. Senza dimenticarsi di tutti gli altri che fanno parte, allo stesso modo, di questa classe di hall of famer del 2016.

Shaquille O'Neal - © 2016 facebook.com/Hoophall
Shaquille O’Neal – © 2016 facebook.com/Hoophall

Shaq e Yao rappresentano due mondi opposti, ma straordinariamente compatibili all’interno del basket. Il primo è uno dei personaggi più amati di sempre nella Lega e, ancora oggi, resta una figura in primo piano nel presentare il panorama NBA agli occhi del mondo. Il secondo è stato il “ponte che ha permesso alla Lega di arrivare in Asia” come ha detto Dikembe Mutombo prima della cerimonia di presentazione. Entrambi, insieme, sono rappresentanti di un ruolo che sta lentamente scomparendo nei roster attuali, il centro dominante. Ancora una volta, però, ognuno a modo suo. O’Neal ne è uno degli esempi più alti nella storia di questo sport, capace di andare oltre i 33 punti, 12 rimbalzi e 2.5 stoppate di media per tre Finals consecutive, con l’apogeo dei 38 punti, 16.7 rimbalzi e 2.7 stoppate a partita nel 4-1 ai Sixers di Iverson nel 2000. Il suo dominio sotto canestro sui due lati del campo è qualcosa che raramente esiste nel basket contemporaneo, che predilige il tiro da tre punti da ogni posizione e da parte di ogni componente del quintetto. Anche la maestria di Yao, però, è difficile da apprendere per uno qualsiasi dei centri al momento nella Lega. In 2 metri e 29 di altezza, oltre alle ovvie qualità difensive nel raccogliere rimbalzi (9.2 di media in carriera) e stoppare i tiri avversari (1.9), il cinese è riuscito a costruire un gioco offensivo formidabile, con un insieme magnifico di movimenti in post ed inventiva nel gestire il pallone.

Allen Iverson - © 2016 facebook.com/Hoophall
Allen Iverson – © 2016 facebook.com/Hoophall

Qualità, quest’ultima, che Iverson ha esplicitato all’ennesima potenza. Prestazioni leggendarie come quella da 48 punti che fermò i Lakers in Gara 1 della serie sopra citata, ma anche giocate passate alla storia, come il crossover su quel Michael Jordan che, nel suo discorso di ammissione alla Hall of Fame, è stato definito “l’unico essere umano che non sembrava umano” con un pallone tra le mani, hanno aiutato The Answer nella costruzione di un mito che, fuori dal campo, si è legittimato come uno dei personaggi più influenti di sempre. Ai tre si aggiungono Sheryl Swoopes, giocatrice capace, tra le altre, di vincere ben tre ori olimpici, Zelmo Beaty e Cumberland Posey, curiosamente inserito anche all’interno della Baseball Hall of Fame, oltre agli head coach Tom Izzo, storico allenatore dei Michigan State Spartans, e John McLendon, l’arbitro Darell Garretson e Jerry Reinsdorf, proprietario dei Bulls dal 1985. E’ dunque la classe migliore di sempre? Difficile dirlo, ma senz’altro quella del 2009, con Jordan, John Stockton, David Robinson e Jerry Sloan sembra ancor più esaltante, mentre quelle del 1980 (Jerry West, Oscar Robertson e Jerry Lucas) e del 2008 (Hakeem Olajuwon, Patrick Ewing e Pat Riley) sono altrettanto ricche di storia.

Tra i papabili per il 2017 ci sono ex giocatori di livello assoluto come Tracy McGrady e Ben Wallace, oltre a quello del meno conosciuto Jack Sikma, 15.7 punti e 9.8 rimbalzi in oltre 1.100 partite di regular season. In futuro, poi, senz’altro si scriverà la parola fine sulle meravigliose storie di Kobe Bryant, Tim Duncan, Kevin Garnett, LeBron James, Dwayne Wade e tanti altri, tra cui quelle di qualche giocatore europeo, su tutti Dirk Nowitzki e Pau Gasol. La Naismith Hall of Fame, senz’altro, non resterà mai priva di qualche leggendario nome da iscrivere al proprio interno.