Golden State Warriors: basta record, con Durant conta solo il titolo!

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Kevin Durant - © 2016 facebook.com/Warriors
Kevin Durant – © 2016 facebook.com/Warriors
Vengono da una stagione incredibile, unica nella storia, con 73 vittorie e 9 sconfitte in regular season: ma non è arrivato il titolo NBA, sfumato nel finale di gara 7 contro i Cleveland Cavaliers. Per superare questo “fallimento”, sulla Baia di Oakland hanno deciso di rompere il salvadanaio e puntare sul miglior free agent disponibile, su un ex Mvp, su un più volte capocannoniere e All Star: Kevin Durant! Il GM Bob Myers si è rimboccato le maniche per far quadrare i conti e mantenere inalterato il livello della squadra, pur sostituendo dei pezzi. E c’è riuscito perchè, sulla carta, i Golden State Warriors sono i candidati al titolo 2016-17!

Questo non significa che vinceranno, anzi, perchè ci sono tantissime variabili come gli infortuni, la stanchezza fisica e psicologica, l’amalgama nello spogliatoio, gli avversari ovviamente. Inevitabile però che Steve Kerr dovrà affrontare 82 gare di stagione regolare, e almeno 16 nei playoffs per vincere il titolo, contro squadre che saranno ancora più vogliose e motivare di battere un gruppo in maglia gialloblu che presenta nell’ordine Stephen Curry, Klay Thompson, Draymond Green, Andre Iguodala, più il già citato Kevin Durant, più tutti gli altri. Già, gli altri: il roster presenta comunque diversi volti nuovi perchè per forza di cose la dirigenza ha dovuto rinunciare a Bogut, Barnes, Ezeli, Speights, Barbosa e Rush, ma i Warriors si sono comunque mossi bene per sostituire i partenti dato che, oltre alle conferme di Ian Clark, James Michael McAdoo e Anderson Varejao, sono stati presi a prezzo convenientissimo due veterani come Zaza Pachulia e David West, più la guardia mancina Elliot Williams e un altro lungo come JaVale McGee, che al training camp avrà modo o meno di guadagnarsi un’eventuale conferma.

Dal Draft inoltre sono arrivati due buoni elementi: con la 30 il GM Myers ha pescato Damian Jones, lungo da Vanderbilt (stessa università di Ezeli) con fisico e atletismo ma ancora un po’ grezzo, mentre alla 38 è stato preso Patrick McCaw, esterno da UNLV, secondo molti addetti ai lavori un vero furto, considerando che il ragazzo può contribuire da subito visto il buon tiro da tre, le braccia lunghissime e le doti di playmaking. E’ molto grezzo, il suo fisico ricorda il futuro compagno Shaun Livingston e già in Summer League ha impressionato con prove importanti come i 28 punti con 5 triple contro i Raptors.

L’estate ha visto Kevin Durant prendere confidenza con l’ambiente Warriors visto che ha vestito la maglia di Team USA con Klay Thompson e Draymond Green. KD è stato grande protagonista della spedizione americana a Rio 2016, in finale per l’oro ha distrutto la Serbia e ha dimostrato una volta come sia uno dei primi 2-3 giocatori del mondo. Diversa la storia per Klay e Dray: il figlio di Mychael è andato a corrente alternata, con più ombre che luci, mentre Green ha giocato pochissimo ed è stato in generale poco considerato da Krzyzewski. Se consideriamo che prima di partire per le Olimpiadi era stato protagonista di alcuni problemucci come una rissa con un giocatore di football di Michigan State, la sua alma mater, e poi con la grana Snapchat dove aveva mostrato le sue parti intime, possiamo affermare che l’estate di Green è stata alquanto turbolenta, un vero flop.

Stephen Curry invece si è riposato e avrà ripensato certamente agli ultimi playoffs, dove gli infortuni a ginocchio e caviglia hanno certamente inciso sulle sue prestazioni molto altalenanti. Steph resta in ogni caso la stella dei Warriors, anche con l’arrivo di Durant. Inevitabilmente servirà del tempo per trovare la chimica giusta con Thompson e Durant, oltre a Draymond Green che avrà sempre più il ruolo di playmaker e “facilitatore”: l’importante sarà tenere in movimento uomini e palla e affidarsi il meno possibile agli isolamenti. Ecco però che con Durant, in caso di stanchezza o altri problemi di flusso offensivo, i Warriors avranno ora un giocatore in grado comunque di portare punti a gioco rotto e senza preoccuparsi troppo delle difese avversarie, vista l’onnipotenza fisica e tecnica di cui dispone il prodotto di Texas.

Golden State però non è solo i “Fab Four”: Andre Iguodala continuerà ad avere un ruolo fondamentale, soprattutto nei momenti chiave delle partite quando Kerr proverà a giocare “piccolo” con Green da 5 e Durant da 4, in una “death lineup” che potrebbe diventare ancora più mortifera rispetto a quella con Harrison Barnes. L’assenza di Bogut potrebbe farsi sentire soprattutto per le sue doti di passatore e di lettore di gioco in attacco: Pachulia ha caratteristiche diverse, pur restando un’altrettanto valida àncora difensiva. Il georgiano è un giocatore ancora più duro dell’australiano, ha meno tecnica e movimenti offensivi ma ha un piazzato dalla media che può fare molto comodo. Idem dicasi per David West, un autentico furto sul mercato: l’ex Spurs prosegue la sua caccia all’anello e nel sistema Warriors potrà dare esperienza, tiro dalla media e da tre, tanta difesa e anche leadership nello spogliatoio, doti che non sono mai in eccesso. Chi dovrà fare un passo in avanti sono Ian Clark e James Michael McAdoo: avranno più minuti rispetto al passato e dovranno contribuire in maniera importante cercando di ripagare la fiducia della franchigia.

I cambiamenti non ci sono stati solo nel roster ma anche nel coaching staff: partito Luke Walton, diventato head coach ai Lakers, i Warriors hanno confermato il guru della difesa Ron Adams e l’ottimo Jarron Collins, mentre sono stati aggiunti Mike Brown, ex capo allenatore di Lakers e Cavs, e l’ex giocatore Willie Green. Brown, cresciuto lui pure alla bottega di Popovich a San Antonio, sarà il primo assistente di Kerr mentre Green, uno dei giocatori più amati e rispettati nell’ambiente NBA, darà una mano nel lavoro individuale, soprattutto sul tiro.

Smontati e rimontati con un Kevin Durant in più, i Golden State Warriors ora non possono fallire: devono vincere il titolo e subito anche! Infatti, al termine della stagione 2016-17, soltanto Klay Thompson e Draymond Green saranno a libro paga mentre Durant potrà uscire dal contratto e soprattutto Stephen Curry e Andre Iguodala saranno free agent. Il discorso vale in particolare per Steph perchè è chiaro che il suo rinnovo sarà stellare: al momento guadagna 12 milioni di dollari l’anno ed è il 65° giocatore più pagato della Lega, un insulto per un due volte Mvp. Ecco perchè non c’è più tempo da perdere sulla Baia: now or never!