Minnesota T’Wolves: costruire il presente, guardando al futuro

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Minnesota Timberwolves - © 2016 facebook.com/MNTimberwolves
Minnesota Timberwolves – © 2016 facebook.com/MNTimberwolves
Dodici stagioni consecutive senza centrare i playoff! Guardandola in questo modo, a Minneapolis, ci sarebbe ben poco da sorridere; eppure un motivo per sperare esiste: il futuro. Tirato dentro per traghettare la franchigia dopo il tragico epilogo che ha coinvolto il compianto Flip Saunders, la gestione di Sam Mitchell è stata discutibile, donando però un’eredità importante al suo successore. Il tredicesimo posto nella Western Conference è conseguenza di rotazioni a tratti insensate e una fase difensiva rivedibile (la quarta peggiore della NBA); le note positive, però, sono pervenute nella metà campo avversaria, testimoniate da 102.5 punti realizzati di media e una crescita complessiva delle prestazioni di squadra, legata soprattutto ad una progressiva e notevole affinità fra le tante giovani stelle presenti nel roster. Al nuovo coach, l’ex Bulls Tom Thibodeau, il dovere di costruire un presente vincente, o quantomeno tollerabile, valorizzando il lascito del più recente passato.

I PUNTI DI FORZA

Karl-Anthony Towns è personificazione di talento, classe, eleganza, concretezza e soprattutto gioventù. Il Rookie of the year è stato il coronamento di una prima stagione NBA che, soprattutto dopo la pausa dell’All Star Game, ha sfiorato i limiti dell’assurdo: 20 punti, 10 rimbalzi e 3 assist di media nella seconda metà di regular season. Un giocatore che, sebbene già formatosi ed in grado di trascinare i suoi compagni, dispone ancora di illimitati margini di miglioramento, lasciandosi dietro aspirazioni e paragoni pesanti. Azzeccata, visti i risultati, la scelta della dirigenza di affiancargli una leggenda di questo sport, Kevin Garnett, dal quale il ragazzo da Kentucky University ha potuto apprendere tecniche e movimenti in post basso, oltre che la cattiveria agonistica necessaria per competere ad alti livelli. L’arrivo sul pino di Minneapolis di un coach vincente (255 W – 139 L) e autorevole, nonché maestro della fase difensiva, del calibro di Tom Thibodeau, è lo step successivo per sgrezzare definitivamente il diamante portoricano, soprattutto ora che l’apprendistato con KG è giunto alla conclusione. Difesa, attacco, ma anche qualità di passatore: avere a disposizione un lungo che tocca la palla in questo modo, significa affidargli il gioco in qualsiasi parte del campo, agevolando la transizione della squadra.

I T’Wolves, però, non vivono e non vivranno di solo Towns. Ingiusto ed errato, infatti, dimenticare Andrew Wiggins, prima scelta assoluta al Draft 2014, pronto finalmente al grande salto. Dotato di grande atletismo, oltre che un’incredibile abilità nel mettere punti a referto (19 di media nei primi due anni di carriera), è un giocatore polivalente ma ancora incompleto sotto diversi aspetti: la speranza del Coach è quella di riuscire, progressivamente, a trasformarlo in un all around player, molto simile a quel Jimmy Butler che lo stesso Thibodeau ha contribuito a rendere la star attuale. Se il duo Towns-Wiggins promette di essere fra i più interessanti ed attrezzati del prossimo futuro, il restante background dei lupi non è da meno: Rubio e Kris Dunn, quest’ultimo già votato dai suoi colleghi come probabile prossimo ROY, ad alternarsi nel ruolo di point-guard; Lavine a dar manforte alla costruzione del gioco, nel ruolo di shooting-guard; infine, una panchina rimpolpata dagli arrivi dei lunghi Jordan Hill e Cole Aldrich. Se la fase offensiva si promette scoppiettante, l’importanza di Thib si potrà, e dovrà, rilevare nella propria metà campo, vera spada di Damocle della franchigia del Minnesota.

I PUNTI DEBOLI

Le alte aspettative, e conseguentemente la pressione psicologica che si verrà a generare, potranno giocare brutti scherzi su un roster giovane e dunque inesperto, soprattutto nella fase finale della regular season, nella quale si presume che i T’Wolves possano giocarsi delle chance per raggiungere i playoff. Momenti bui, critiche, difficoltà sono eventualità plausibili per una squadra ricca di talento, ma allo stesso tempo poco abituata a gestire la pressione. A Tom Thibodeau il dovere di traghettare il roster fuori dal tunnel. Qui, però, sorge l’incognita maggiore: avrà il coach la pazienza di attendere la crescita dei suoi talenti, oppure, come già successo a Chicago, coinvolgerà nelle rotazioni i soli elementi di maggiore fiducia? Sarà il ruolo da presidente della franchigia a prevalere, dando la priorità alla maturazione dei giocatori, oppure quello di coach, inseguendo l’ossessione della vittoria?

Supposto che la fase difensiva tenderà ad un notevole miglioramento, l’altro punto di domanda è il tiro da 3 punti. Il mediocre 34% di precisione complessivo della stagione scorsa è un dato allarmante per una squadra che, presumibilmente, farà della fase offensiva il suo principale punto di forza. Pochi, forse nessuno, gli elementi in grado di colpire con costanza dal perimetro; la speranza è che Lavine e Wiggins, forse gli unici su cui puntare sotto questo aspetto, affinino rapidamente un’abilità troppo importante per farne a meno.

3 COMMENTS

  1. Continuano a essere una squadra con un potenziale davvero grande e interessante offensivamente, vista la crescita di Towns, Wiggins e Lavine. Se Thibodeau riesce a mettere dentro anche un sistema difensivo credibile allora possono puntare ai playoff. Il solito problema è che nella Western Conference, di squadre con potenziale da playoff ce ne sono una quantità spropositata 🙂

    • Il nucleo è rimasto pressochè identico a quello che lo scorso anno ha conquistato il 13 posto. Sono da playoff, sicuro, ma a mio avviso c’è troppo entusiasmo nei loro confronti e questo potrebbe pesare come un macigno nella testa dei giocatori!

      • Secondo me meritano l’hype che si sta generando attorno a questa squadra, nessuno gli chiede di vincere, semplicemente sembra una squadra molto divertente, con grandi prospetti e margini di crescita e da quest’anno speriamo sia allenata bene, con un occhio di riguardo per la difesa. Secondo me possono solamente fare bene

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