I protagonisti della settimana NBA: il futuro è nelle mani di Towns e Porzingis

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Il Draft 2015 ha portato nella NBA due personaggi molto diversi, due atleti eccezionali, due giocatori capaci di cambiare il corso degli eventi. Two of a kind direbbe un adagio d’oltreoceano, adattato per l’occasione. Karl-Anthony Towns e Kristaps Porzingis sono arrivati in due contesti agli antipodi, l’uno nella Minneapolis ai confini degli States e l’altro a New York, centro nevralgico di ogni questione americana. Entrambi, però, hanno cominciato fin da subito a spostare gli equilibri. Nella stagione della conferma, la più difficile per qualunque sportivo, soprattutto a 21 anni, non hanno smesso di sorprendere. Timberwolves e Knicks, però, vivono due situazioni non propriamente simili al momento.

Karl-Anthony Towns & Kristaps Porzingis - © 2016 twitter.com/Timberwolves
Karl-Anthony Towns & Kristaps Porzingis – © 2016 twitter.com/Timberwolves

Porzingis, a ridosso dello scontro diretto con Towns della scorsa notte, ha detto: “Siamo due big men che possono cambiare il gioco del basket“. Non vien difficile crederci se poi l’uno raccoglie 29 punti, con 11/20 dal campo, 8 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate, mentre l’altro addirittura esplode in 47 punti, con 15/22 al tiro, 18 rimbalzi e 3 stoppate, diventando il più giovane nella storia della franchigia ad sorvolare quota 40 punti, quasi due anni prima di un tale Kevin Garnett. Carmelo Anthony, che ha deciso la sfida precedente in favore di New York e in carriera di fenomeni ne ha conosciuti, dice: “Vedere due talenti del genere così giovani fa quasi spavento. Il futuro è nelle loro mani“. Non è soltanto una questione di talento o di attitudine a vincere, però. Il gioco sta cambiando velocemente negli ultimi tempi e l’adattamento ai suoi sviluppi è fondamentale tanto quanto la qualità individuale. Dal 1979/80, quando venne introdotto il tiro da tre punti, e prima dell’anno passato, 22 rookie hanno superato quota 100 stoppate. Il totale delle loro triple segnate raggiungeva la misera quota di 5. Towns e Porzingis hanno portato con sé, oltre a 272 stoppate, ben 111 triple, un numero colossale in confronto ai precedenti. E in questa regular season non hanno fatto che migliorare: il lettone, autore di 80 dei 111 canestri, ha alzato la percentuale dal 33.3 al 40.8% in quasi 6 tentativi a partita, mentre Towns è diventato un’arma letale anche da fuori, con il 37.5% su 4 triple esatte tentate di media.

Cosa manca ai Timberwolves per essere competitivi? Doveva essere un allenatore in grado di guidare saggiamente la loro beata gioventù e di insegnare loro a difendere a dovere, ma anche un coach esperto in materia come Tim Thibodeau sta faticando nell’impresa, considerando che il team subisce 104.1 punti a partita e 106.1 ogni 100 possessi. Il problema fondamentale, però, sembra essere uno: Minnesota non è squadra. Se si escludono gli eccezionali talenti individuali di Towns ed Andrew Wiggins, 22.7 punti a partita finora, cui si aggiunto anche un fenomenale Zach LaVine da quasi 20 punti a uscita, il roster non ha una base solida. Ricky Rubio, nonostante i 6.4 assist a partita, ha perso molte delle qualità funamboliche viste nei primi tempi in NBA e fatica a costruire il gioco con regolarità, mentre dalla panchina non arriva alcun aiuto di valore dai pur tanti talenti presenti. La mancanza di esperienza e di un veterano di polso e di valore si fa sentire ed il 5-13 raccolto finora è inaccettabile. Al contrario, i Knicks sembrano poter ritrovare una dimensione vincente. Con 9 vittorie e 9 sconfitte, si trovano all’ottavo posto in Eastern Conference ed hanno avuto segnali positivi dal roster costruito in estate tra tanti dubbi e incertezze. Sperando che la condizione fisica di un ottimo Derrick Rose, 16.4 punti con il 43.7% al tiro e 4.8 assist, e di tutti gli altri tenga a dovere. I 21.4 punti e 7.2 rimbalzi di Porzingis sono la ciliegina sulla torta, ma, anche in questo caso, da migliorare e non poco in difesa, perché 106.5 punti subiti a partita sono davvero troppi.

Il Draft 2015, dunque, potrebbe aver segnato una tappa fondamentale per il futuro della NBA, oltre che per quello di due delle franchigie più in difficoltà nel passato recente della Lega. Towns e Porzingis, pur nei tanti aspetti che li rendono così diversi, hanno in comune un’amicizia solida, le qualità per raggiungere qualsiasi traguardo e l’umiltà per sapere che sarà soltanto un passo nel loro meraviglioso percorso. Così, Minneapolis potrebbe presto uscire dall’anonimato, così come New York potrebbe ritrovare le luci della ribalta anche sui parquet.