NBA: a Charlotte è tornato il vero Belinelli!

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Marco Belinelli © NBAE / Getty Images
Marco Belinelli © NBAE / Getty Images
Dopo la stagione da incubo nel gulag di Sacramento coi Kings e l’estate da dimenticare con la nazionale e il fallimentare Preolimpico di Torino, Marco Belinelli sembra aver ritrovato la serenità e l’efficacia con la maglia degli Charlotte Hornets. La guardia di San Giovanni in Persiceto, a detta di tutti, pare aver fatto un salto nel passato ed essere tornato quello del biennio ai San Antonio Spurs, un giocatore perfettamente inserito nel sistema, che esce dalla panchina e fa quello che serve per far vincere la squadra.

Per certi versi questi Charlotte Hornets assomigliano molto a quei San Antonio Spurs e anche ai Chicago Bulls di Tom Thibodeau che Marco ha conosciuto, una squadra molto unita, che basa tanto dei suoi successi sul sistema difensivo e che in attacco muove la palla coinvolgendo tutti i giocatori. A dirigere tutti c’è coach Steve Clifford, allenatore lontano dai riflettori, quasi mai sulla bocca dei media, ma che ha convinto la dirigenza e il proprietario Michael Jordan, sì, lui, Sua Maestà MJ, con lavoro, dedizione, abnegazione e un progetto che ha portato dei risultati, in primis la qualificazione ai playoffs nella scorsa stagione e l’eliminazione a gara 7 contro i Miami Heat di Dwyane Wade.

Tornando a Belinelli, Marco sta diventando una pedina fondamentale uscendo dalla panchina e il suo rendimento è in continua crescita dopo qualche passaggio a vuoto iniziale, dovuto inevitabilmente ai primi contatti col nuovo ambiente. In una squadra dove i leader tecnici ed emotivi sono ben delineati, ovvero Kemba Walker (viaggia ad oltre 22 punti e sta giocando da All Star) e Nicolas Batum (arma totale da oltre 14 punti, 7 rimbalzi e 5 assists), l’azzurro è uno dei sei giocatori in doppia cifra di media e il terzo con oltre 11 a sera alle spalle dei ‘pesci grossi’ di cui sopra. Superano quota 10 anche Cody Zeller, altro giocatore impressionante per rendimento, e Marvin Williams, probabilmente il giocatore barometro per la duttilità e per l’importanza sui due lati del campo.

Belinelli ha tanta fiducia da parte dello staff tecnico, coach Clifford gli concede oltre 26 minuti di media e lui risponde mettendoci impegno in difesa, dove comunque conserva dei limiti, e pericolosità in attacco, dove il suo tiro da tre punti è tornato ad essere molto efficace. Tira col 46% dal campo e col 45% da tre su 4 tentativi di media, numeri che in questo mese di dicembre sono arrivati ad oltre 13 punti col 46% dall’arco. Marco è il sesto tiratore da tre dell’NBA per percentuale insieme a Kyle Lowry, alle spalle solo di Ingles, Lee, Frye, Dudley e Thad Young, tutti con meno di 100 tentativi in stagione (Marco è a 117, Lowry a 201), e punta a tornare alla gara del tiro da tre punti all’All Star Weekend che quest’anno sarà a New Orleans, la città dove nel 2014 aveva vinto il titolo del concorso.

L’efficacia del 30enne di San Giovanni in Persiceto è dovuta in ogni caso, lo ripetiamo, al sistema e al contesto in cui è inserito: non è un caso infatti che le cifre di questa stagione con gli Hornets assomiglino tanto a quelle del primo anno ai San Antonio Spurs, la squadra “di sistema” per eccellenza. Inoltre sta in campo nel quarto periodo e segna canestri pesanti, altro segno che lui è in fiducia e i compagni credono in lui. A dicembre soltanto in due occasioni non è andato in doppia cifra, mentre in nove circostanze ha superato quota 11 ed è stato decisivo, come nel successo ad Atlanta con 19 punti o come nella vittoria in rimonta sui Lakers.

Statistiche Marco Belinelli

E’ indubbio che il Beli abbia ritrovato la sua forza una volta ritrovata la serenità: è maturato, ha capito di aver fatto un errore firmando coi Sacramento Kings per monetizzare, giustamente, le stagioni ai Bulls e agli Spurs, e ha confermato ancora una volta che i soldi non sono tutto, anzi. Meglio rinunciare a qualche dollaro ma stare in un ambiente sereno e professionale, quello che non c’è ai Kings. E poi in North Carolina ha trovato Michael Jordan: Marco ha raccontato un aneddoto su MJ nella sua rubrica per il magazine “Rolling Stone Italia”.

Qualche settimana fa durante la partita con i Knicks ho sentito fastidio a un adduttore quindi tra il primo e il secondo tempo, prima di rientrare sono andato nella sala delle terapie per fare un po’ di trattamento. Entro e lui è lì. Io lo saluto, lui mi guarda e mi dice: ‘Non pensavo che voi italiani foste così deboli e lenti’ con un ghigno sul viso. Io lo guardo e gli rispondo: ‘Lenti sì, ma molto furbi!’. È scoppiato a ridere e mi ha risposto: ‘Tranquillo Marco, ti ho preso per come tiri non per farti difendere!’ È per episodi come questo che mi sento una persona fortunata con possibilità fuori dal comune“.

Gli Charlotte Hornets comandano la Southeast Division con 16 vittorie e 13 sconfitte e puntano decisi ad un posto nei playoff. Con un Marco Belinelli così convinto e maturo, insieme a Kemba Walker, Nic Batum e gli altri, possono essere una pericolosa outsider nella corsa al titolo della Eastern Conference!