Il protagonista della settimana NBA: Isaiah Thomas re del quarto periodo e padrone dei Celtics

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Isaiah Thomas - © 2017 twitter.com/celtics
Isaiah Thomas – © 2017 twitter.com/celtics
Per un ragazzo alto appena 1 metro e 75, scelto con l’ultima pick, la numero 60 del Draft 2011, farsi rispettare in NBA non è propriamente facile. Diventare una stella affermata, poi, assume le sembianze di un miracolo. Isaiah Thomas non soltanto è riuscito a raggiungere questo status da leader dei Celtics, che ora ha portato al terzo posto assoluto di Eastern Conference, ma è almeno tra i primissimi che siedono al tavolo per il discorso Most Valuable Player quest’anno. La chiamata per l’All-Star Game, pressoché sicura nonostante ancora non sia tra i prediletti del popolo NBA, potrebbe non essere l’unico riconoscimento per la magica regular season del numero 4 nativo di Tacoma.

Il database NBA corre indietro soltanto fino al 1996/97 con il calcolo dei punti nel singolo quarto di gioco, ma è certo che Thomas sta scrivendo una pagina storica con le sue performance nel quarto periodo. Dopo 42 partite mette insieme una media di 10.1 punti nei 12 minuti finali, con il 48% al tiro ed il 44% da oltre l’arco, con meno di una palla persa di media (0.6). Il record sull’intera stagione appartiene a Kobe Bryant (9.5) ed anche Russell Westbrook (9.4) è in lizza per migliorarlo, ma impiega 7.1 tiri di media per raggiungere una quota inferiore a quella che il giocatore di Boston tocca con appena 5.8 tentativi e soprattutto senza 1.4 palle perse in aggiunta. E’ proprio il numero 0 dei Thunder a guidare la lista dei migliori realizzatori quest’anno, con 30.6 punti a partita, ma l’ex Huskies è a soltanto 0.2 dal secondo posto, occupato da James Harden, con i suoi 28.7, tirando con il 46% ed il 38.5% da tre punti, complessivamente parte di una delle migliori percentuali reali al tiro per il ruolo nella Lega (61.7%), cui aggiunge 6 assist, per un PIE di 15.9, il sesto complessivo tra le guardie NBA che hanno giocato almeno 35 partite finora.

Re del quarto periodo - © 2017 twitter.com/KevinOConnorNBA
Re del quarto periodo – © 2017 twitter.com/KevinOConnorNBA

Niente male per un giocatore che, a causa della propria altezza, logicamente non può essere un gran rimbalzista, pur riuscendo a raccoglierne 2.7 di media. Il leader dei Celtics tocca la vetta del roster (almeno 35 partite giocate) con 112.9 punti ogni 100 possessi in termini di offensive rating, alzando notevolmente l’asticella di una squadra che nel complesso si ferma a 108.7. La differenza con o senza Thomas sul parquet è evidente soprattutto se si considera che gioca 34 minuti di media e la statistica, nei solo 8 minuti senza di lui in campo, si abbassa così tanto nel suo computo totale. Le maggiori incognite sul numero 4 restano legate all’inefficienza difensiva. I 110.2 punti subiti da Boston ogni 100 possessi con lui in campo sono di gran lunga il dato peggiore di squadra tra gli uomini chiave di squadra e gli permettono di raccogliere appena un +2.6 di net rating complessivo, poco più alto del +2.5 dei biancoverdi. E’ innegabile, però, che gran parte delle 26 vittorie stagionali siano arrivate grazie alle magie di Thomas, come il canestro del successo contro gli Hawks a 2.4 secondi dalla sirena finale. Il 26-16 complessivo, con una crescita evidente da inizio stagione, dovrà continuare ad incrementarsi per ottenere una posizione favorevole ad Est al termine della regular season.

L’esperienza ai playoff, arrivata nelle ultime due annate, ma conclusasi al primo turno nelle serie contro Cleveland ed Atlanta, non può più bastare. Non con un Isaiah Thomas così.