Euroleague: sprint finale verso i playoff

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Dopo il riposo concomitante con la settimana dedicata alle coppe nazionali, l’Euroleague ieri e oggi torna in campo per lo sprint finale. Sette i match necessari per ultimare la griglia dei playoff e stabilire chi si giocherà il trofeo continentale più importante e chi si potrà concentrare sul campionato nazionale. A ormai pochi minuti dalla conclusione la situazione appare incerta e delicata, e tutto può ancora succedere. Vediamola insieme:

1- REAL MADRID (17-5)

La compagine di Laso, con la striscia ancora in corso di otto vittorie consecutive tiene la prima posizione in classifica. I campioni di Spagna, freschi vincitori della Coppa Nazionale, hanno superato le difficoltà iniziali guadagnandosi i gradi della favorita. Sergio Llull si conferma la star con 16.6 pt e 6 assist di media e, dopo qualche acciacco fisico, ha ripreso a guidare i Blancos. Gustavo Ayon (10 pt e 5 rimbalzi) sta tornando ai livelli dello scorso anno, componendo un team di lunghi che con Felipe Reyes e Othello Hunter nessuno in Europa può vantare. L’acquisto di Anthony Randolph (9.5 pt) si è rivelato azzeccato mentre Carroll (8.5 pt), Fernandez (8.4 pt) e Maciulis (6.7 pt) restano esterni di qualità e affidabilità. La partenza di Rodriguez verso Phila è stata presto oscurata dall’esplosione della baby-star Luka Doncic (8.7 pt, 5 rimbalzi e 4 assist) ormai divenuta una vera realtà della competizione.
Il Real Madrid appare la più seria candidata per un posto ad Istanbul, complice un roster di primo livello e la mentalità competitiva raggiunta dopo cinque anni ad altissimi livelli.

2- CSKA MOSCA (17-6)

A lungo i moscoviti hanno guidato la competizione, perdendo una sola partita delle prime 13 disputate. Le 3 sconfitte consecutive accusate durante le feste sono facilmente spiegabili tirando in ballo i numerosi infortuni che hanno colpito la rosa di Itoudis. Nando de Colo ha saltato sette partite e Milos Teodosic è stato costretto a una pausa forzata di sei match proprio mentre stava giocando a livelli altissimi. Itoudis può consolarsi con il miglior attacco della competizione (87 pt) e la crescita di alcuni elementi del roster come Nikita Kurbanov (6.8 pt) e James Augustine (6 pt) e la conferma dei senatori Cory Higgins (9.7 pt), Aaron Jackson (8.3 pt) e Kyle Hines (7.9 pt). Con il roster al completo il Cska Mosca può competere con chiunque, potendo anche giocare senza la pressione di conquistare un titolo sfuggito in tante occasioni.
Il back-to-back in Euroleague manca dal 2013 con l’Olympiakos, e l’armata rossa è pronta riscrivere il proprio nome nell’albo d’oro.

3- OLYMPIACOS (16-7)

I biancorossi del Pireo si confermano una delle compagini più interessanti d’Europa nonostante le poche novità introdotte in estate e un roster non più giovanissimo. Il team di Sfairopoulos vanta una delle migliori difese del continente, seconda sola ai cugini del Panathinaikos, risultando spesso una delle squadre più difficili da affrontare. Vassilis Spanoulis con 13 punti si conferma il top scorer, ben supportato da Lojeski (10 pt) e Printezis (13 pt). Papanikolaou sembra essere tornato il giocatore di due stagioni fa e il centro Birch sta mostrando un potenziale interessante. L’infortunio di Daniel Hackett, out fino al termine della stagione, non ha stravolto le gerarchie dei greci che riescono a sopperire al gap tecnico e fisico con una forza d’animo e uno spirito di sacrificio che nessun’altra squadra in Euroleague può vantare.

4- FENERBAHCE (15-8)

Qualche scivolone di troppo per la formazione di Obradovic, finalista a Berlino lo scorso anno dove solo il tap-in di Krhyapa ha impedito ai turchi di alzare l’Euroleague. Le sconfitte casalinghe contro Unics e Darussafaka pesano nell’economia della classifica che condanna i turchi a inseguire Real e Cska. Obradovic ha pagato diversi infortuni con Bogdanovic out per metà stagione e Udoh alle prese con qualche problema fisico. Proprio il centro ex Milwaukee è il miglior marcatore dei giallo-neri (12.5 pt e 7 rimbalzi), ben assistito da Bogdanovic (12 pt), Vesely (11 pt) e Sloukas (10.7 pt). Datome (9.3 pt) dopo un inizio problematico sta tornando un fattore, mentre ancora troppo discontinuo è apparso Dixon (10 pt e 3 assist), che però può sempre cambiare marcia e portare alla vittoria la sua squadra. A livello di roster i turchi non sono inferiori a nessuno (pensiamo allo scarso minutaggio concesso a giocatori come Nunally, Antic e il neo-arrivato Bennett) ma la sensazione è che non abbiano ancora dimostrato fino in fondo il loro potenziale.

5- PANATHINAIKOS ATHENE (13-9)

La cura Xavi Pasqual sembra funzionare per i greci, tornati in corsa per un posto ai playoff. L’ex tecnico del Barcelona sta inculcando il suo gioco, cominciando dalla difesa che attualmente risulta la meno battuta d’Europa. L’attacco è guidato da Mike James (14 pt), rientrato solo alla decima giornata ma già fondamentale nell’economia del gioco. Nick Calathes (11 pt e 6 asissit) sta accusando un periodo di flessione dopo aver ben figurato, mentre KC Rivers (11.7 pt), Chris Singleton (11.7 pt) e James Gist (10 pt) completano un quintetto di primissimo livello. Bouroussis non è quello ammirato lo scorso anno in Spagna e l’esperimento Gentile è ancora un salto nel buio senza certezze. Ad oggi i bianco-verdi restano un cantiere aperto capaci di ogni cosa, in positivo e in negativo.

6- STELLA ROSSA BELGRADO (13-10)

La vera sorpresa della competizione, dopo due terzi di stagione è in piena corsa per un posto ai playoff. La compagine serba, sfruttando il calore del proprio pubblico, ha inanellato otto successi consecutivi, stravolgendo gli equilibri e la sua classifica. Gran parte del merito è di Kuzmic (10 pt e 8 rimbalzi), centro di 214 cm classe 1990, tornato ad alto livello dopo la parentesi NBA. Marko Simonovic (13 pt) è il top-scorer oltre che il leader carismatico del gruppo, con Jenkins e Jovic a guidare le danze con il pallone in mano. Un roster costruito nel tempo, con un’idea ben precisa in testa, sfruttando il proprio settore giovanile.

7- BASKONIA VICTORIA (12-10)

Le cinque sconfitte nelle ultime sei uscite rischiano di compromettere il cammino interessante fin qui intrapreso dal Baskonia. Gli spagnoli sono gli unici ad aver violato il campo del Real Madrid certificando lo status di squadra da tenere d’occhio. Larkin (13 pt) ha trovato in Spagna la perfetta situazione per dimenticare l’NBA, e Hanga (12 pt) impressiona per qualità e costanza. Bargnani è stato un fattore solo nelle prime uscite prima di essere limitato dai cronici infortuni e sta trovando nuovamente difficoltà a farsi spazio e a trovare continuità. Ripetere il miracolo della scorsa stagione resta l’obiettivo, ma da ora in avanti è vietato sbagliare.

8- EFES ISTANBUL (11-11)

I turchi rischiano di diventare la costante eterna incompiuta, stazionando nell’ultimo posto disponibile per la post-season senza scacciare lo spettro dell’eliminazione preventiva. I turchi hanno la peggior difesa tra le pretendenti ai play-off, subendo in media 82 pt. Derrick Brown (12 pt) e Huertel (13 pt) stanno disputando una stagione positiva, ma per l’Efes sarà fondamentale recuperare Cedi Osman (solo 7 pt) per non fallire l’obiettivo minimo dei playoff.

9- DARUSSAFAKA (11-11)

Coach Blatt, ritornato in Europa dopo la parentesi Cleveland, sta faticando a strutturare il suo Darussafaka. Gli importanti acquisti estivi non sono stati sufficienti a cambiare il volto a una formazione che non riesce a dare continuità ai risultati, caratteristica fondamentale per strappare il pass in Eurolega. Wanamaker (15 pt) sta lottando per il titolo di miglior marcatore, ma con Clyburn (12 pt) e Zizic (11 punti nonostante l’arrivo da poche settimane) forma un pacchetto offensivo troppo isolato. Coach Blatt ha la capacità e l’esperienza per invertire il trend e recuperare l’ottavo posto, ma la lotta sarà dura perché le squadre che stanno davanti non cederanno di un centimetro.

10- ZALGIRIS KAUNAS (9-13)

Quattro punti separano i lituani dalla storia. La qualificazione, che a inizio stagione appariva un miraggio, ora non è più un’utopia. Coach Jasikevicius sta trasferendo grinta e mentalità ad un team che aveva poco da chiedere dopo le prime sei uscite, coincise con cinque stop. Jankunas (12.5 pt) e Motum (11 pt) sono le star di una squadra che fa del collettivo la propria forza, anche se la distanza in classifica dall’ottavo posto sembra un po’ troppo ampia per essere ricucita.

11- BARCELONA (9-14)

La grande delusa d’Europa è senza dubbio la formazione blaugrana, scivolata a tre vittorie dalla zona playoff. La trasformazione estiva cominciata con la separazione da Pasqual e l’arrivo di Bartzokas fatica a convincere tifosi e dirigenza. Le sei sconfitte rimediate nelle ultime sette uscite, prima della vittoria di ieri a Milano, hanno affossata gli spagnoli, incapaci di reagire e trovare continuità nel gioco e nei risultati. Il dato più allarmante è la difficoltà offensiva e con 72 pt di media il Barcellona è di gran lunga la squadra che segna di meno in Euroleague. Tyrese Rice (14 pt) è il solo giocatore a trovare con continuità il canestro, con Koponen (10 pt) e Tomic (8.5 pt) che troppo spesso alternano ottime partite ad altre decisamente sotto tono.
Una scusante può riguardare gli infortuni che hanno martoriato la rosa di Bartzokoas, con Doellman, Navarro e Claver mai pienamente recuperati e Pau Ribas e Lawal out da inizio stagione, ma il Barcellona ha la potenzialità per sopperire a questi incidenti. I trentanove punti rimediati al Palao Blaugrana contro il Real Madrid sono l’immagine del fallimento della gestione Bartzokas, che dopo il titolo con l’Olympiakos e la cavalcata alle F4 con il Lokomotiv Kuban è chiamato a un altro miracolo, quest’anno ormai difficilmente realizzabile.

12- BROSE BAMBERG (8-14)

I tedeschi di coach Trinchieri non hanno raccolto quanto meritato in questa Euroleague. Numerose sono state le sconfitte maturate all’ultimo tiro, stop che sono costati una classifica difficile da raddrizzare. La stagione di Melli (12 pt e 8 rimbalzi) è uno spot di livello assoluto per il basket azzurro, con Causeur (10 pt) e Theis (10 pt) ottimi comprimari. Coach Trinchieri sta facendo bene in Germania, ora serve insegnare po’ del killer instict che caratterizzano le grandi squadre per portare a casa le vittorie nei finali punto a punto, sempre difficili in Eurolega.

13- MACCABI TEL AVIV (8-15)

Prima l’esonero di Edelstein, poi i fischi al neo arrivato Bagatskis e infine la rescissione del contratto di Sonny Weems; la stagione del Maccabi si sta trasformando in un incubo. Il bilancio rivela il fallimento della gestione di una squadra che dopo la separazione da coach Blatt, successiva al titolo 2014, ha intrapreso un percorso fatto di delusioni e difficoltà. La compagine giallo-blu in estate non aveva badato a spese per portare in Israele Andrew Goudelock, Quincy Miller e Sonny Weems, costruendo un roster di livello assoluto. Una spesa ingente che non ha trovato riscontro con le aspettative del club e dei tifosi che soffrono vedendo la squadra nelle retrovie. Il Maccabi ha un grosso problema di gioco e gerarchie all’interno del roster, con i giocatori incapaci di trovare una linea comune. Tempo di pensare alla prossima stagione, per questa, ormai, è troppo tardi.

14- UNICS KAZAN (7-15)

Keith Langford non è sufficiente a strappare un pass per i play-off se non assistito da una squadra competitiva. I russi hanno un organico poco competitivo oltre al miglior marcatore dell’Euroleague con 22 pt di media. Colom (11 pt) e Parakhouski (10 pt) sono le altre note positive di una stagione che per l’Unics non proseguirà in post-season.

15- GALATASARAY (7-16)

In pochi davano fiducia alla formazione di coach Ataman, da sempre troppo incostante nei risultati e nel gioco. Nonostante Micov (11 pt), Guler (11.3 pt) e Tyus (10.5 pt e 5 rimbalzi) stiano disputando una stagione positiva, il roster di Ataman ha troppe lacune per sperare in un posto ai playoff. Tibor Pleiss (8 pt e 5 rimbalzi) alterna prestazioni da 22 pt contro il Darrussafaka a flop clamorosi a Milano e Mosca, mentre Justin Dentmon, nettamente il miglior nelle prime uscite, è volato in Cina per accasarsi agli Shandong Golden Star.

16- EA7 MILANO (7-16)

Il sogno playoff annunciato ad inizio stagione è durato le prime due partite stagionali, coincise con altrettante vittorie. Le dieci sconfitte consecutive rimediate tra novembre e dicembre hanno fatto tramontare il grande obiettivo di coach Repesa. L’EA7 non è riuscita a confermare le vittorie contro Maccabi e Olympiacos o le belle prove fornite contro Real Madrid e Fenerbahce, incappando in stop dolorosi contro Galatasaray, Zalgiris e Unics. Rakim Sanders (13.7 punti) seppur incostante è stato il migliore, aiutato da Simon (11 pt) e Macvan (8.6 pt).
Deludente, nel complesso, il contributo fornito dai due acquisti estivi Raduljica e Dragic. Una stagione fallimentare, Repesa dovrà sfruttare le ultime uscite per costruire qualcosa per la prossima stagione.