I protagonisti della settimana NBA: gli Heat fanno 12 W in fila e sognano i playoff

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Goran Dragic - © 2017 twitter.com/MiamiHEAT
Goran Dragic – © 2017 twitter.com/MiamiHEAT

A metà stagione è sempre azzardato fare pronostici, ma, se di 41 partite ne hai vinte appena 11, non si può non parlare di fallimento. Se, però, nei 27 giorni successivi ti dimentichi completamente la parola sconfitta e porti a casa 12 match consecutivi, in una Conference altalenante come questa Eastern, allora capita che puoi persino avere serie aspirazioni di playoff. E puoi provare a dimenticarti di un passato recente in verticale discesa dopo partenze dal terribile impatto per le aspirazioni, LeBron James, e per il morale, Dwayne Wade, oltre che i tragici problemi di salute che hanno messo all’angolo perfino un guerriero come Chris Bosh. Strano il destino a Miami, strano come una regular season da gettare al vento e ritrovata, di colpo, prima che fosse troppo tardi.

From Bucks to Bucks. Il 13 gennaio nessuno si sarebbe aspettato che i derelitti Heat, stesi da Milwaukee nonostante una prestazione ai limiti del 50% al tiro e 108 punti segnati, avrebbero preso slancio per rivoluzionare da cima a fondo una stagione fin lì da dimenticare. Le 12 vittorie consecutive sono la miglior striscia dell’anno insieme a quella degli Warriors a novembre, oltre che la più lunga di sempre per una squadra che continua a restare sotto il 50% di vittorie, e nemmeno di poco (23-30). Se in Florida dovesse accadere il miracolo ed arrivare il treno per la post-season, la squadra sarebbe la prima dall’espansione degli anni ’80 a qualificarvisi dopo essere stata in record negativo di almeno 19 partite. Se dovessimo dare soltanto un nome alla cavalcata di Miami sarebbe senz’altro quello di Goran Dragic. Il talento sloveno ha condotto la squadra ad un miglioramento offensivo stratosferico, passando dal misero rendimento di 100.6 punti ogni 100 possessi a quello eccezionale di 110.8. Notevole anche il 7% in più nella percentuale reale, da 51.6% a 58.6%. Dragic ha alzato il proprio rendimento fino agli attuali 20 punti di media, con 3.9 rimbalzi e ben 6.5 assist, second-best in carriera. I 23 punti e 7.3 assist delle prime quattro uscite di febbraio dimostrano che la fame di un gennaio da urlo non si è per nulla attenuata.

Hassan Whiteside - © 2017 twitter.com/MiamiHEAT
Hassan Whiteside – © 2017 twitter.com/MiamiHEAT

Non solo attacco e non solo Dragic, però. La difesa, nel segmento vincente, è diventata una cassaforte da 100 punti subiti ogni 100 possessi, contro i 105 in precedenza, ed ha concesso appena 23 punti di media nel quarto periodo, il miglior score NBA nel periodo. Padrone ne è un Hassan Whiteside in continua crescita, miglior rimbalzista nella Lega con 14 netti di media, tra i migliori stoppatori con 2 a partita ed in grado di garantire anche 17.1 punti alla causa. Fondamentale, non soltanto emotivamente e con giocate da campione come il canestro vincente contro Golden State, il rendimento di Dion Waiters, salito di colpi fino ai 15.5 punti di media attuali, con un ottimo 39% da oltre l’arco e 4.2 assist compresi nel prezzo. Senza dimenticarsi di quelle teoriche seconde linee che stanno tenendo in piedi la franchigia: a partire dai 13.6 punti di un sorprendente Tyler Johnson, passando per gli 11.7 di James Johnson e gli 11.2 di Wayne Ellington, fino ad arrivare agli infortunati Josh Richardson (11.2) e Justise Winslow (10.9). Sono stati proprio i problemi fisici a penalizzare enormemente Miami, che ora spera di ritrovare Waiters al più presto per proseguire la propria marcia verso i playoff.

In periodo di trade, non è da dimenticare la possibilità di potenziare la squadra, soprattutto nel ruolo di ala, parzialmente scoperto. C’è grande scelta, che si voglia puntare ad un upgrade difensivo, con l’inserimento di P.J. Tucker dei Suns, o nel tiro da oltre l’arco, con un profilo come quello di Ersan Ilyasova dei Sixers ad essere preferibile, o nel gioco offensivo in generale, puntando quindi su un giocatore come Wilson Chandler dei Nuggets. I complimenti dell’ex Wade, che ha elogiato il bel gioco visto in Florida nel recente periodo, devono essere apprezzati soprattutto da coach Eric Spoelstra, architetto della crescita di questi Heat. Tornati a sperare in un futuro che pareva sempre più simile ad un incubo.