Da Marble a Reynolds: l’impatto dei nuovi arrivati in Serie A

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Come ogni anno, anche in questa stagione, sono tante le squadre che si affidano a giocatori nuovi per dare una svolta ai loro campionati. C’è chi ha pescato il “jolly” e chi invece sta ancora aspettando che la “new entry” si integri al meglio negli schemi della squadra.

Indubbiamente l’autentico colpo di mercato l’ha fatto Trento, mettendo sotto contratto Devyn Marble e riportando in maglia Aquila Dominique Sutton. Buscaglia e il suo staff hanno preso un bel rischio quando decisero di puntare su questi due giocatori, andando a stravolgere l’assetto più “verticale” con cui fino ad allora Trento aveva giocato. Ma dopo un girone d’andata molto deludente, era permesso tutto pur di invertire la rotta. Trento ha azzeccato entrambe le mosse e, dopo sei partite del girone di ritorno, è ancora imbattuta. Sebbene l’Aquila non giochi di individualità, entrambi i “nuovi” stanno dando un contributo fondamentale in termini di energia e intensità. Marble sta mostrando tutte le sue doti da difensore (1.3 recuperi a partita, conditi da 8.2 punti e 3 rimbalzi). Sutton, nella veste di 4 tattico si sta dimostrando una pedina imprescindibile all’interno del nuovo sistema dell’Aquila, facendo registrare medie di 12.5 punti (tirando con oltre il 60% dal campo) e 5.9 rimbalzi.
Trento rappresenta il tipico esempio di come il mercato, se usato bene, può raddrizzare una stagione.

Un altro ottimo innesto è stato quello di di Jalen Reynolds a Reggio Emilia. Il momento non proprio facile che sta attraversando la Reggiana non gli ha permesso ancora di esprimere a pieno tutto il suo potenziale, ma a sprazzi ha fatto vedere di avere un bagaglio tecnico e atletico di primissimo livello. Se a Reggio riuscirà a trovare l’ambiente giusto, questo ragazzo può avere ancora ampi margini di miglioramento, soprattutto in difesa (al momento infatti commette 3.8 falli in 11.6 minuti di utilizzo, troppi per poter incidere su una partita). Non sorprendiamoci quindi se fra 2/3 anni lo vedremo calcare i parquet di Eurolega.

Ottimo anche l’impatto di Nikola Ivanovic a Capo d’Orlando. Il montenegrino, arrivato in Sicilia con l’arduo compito di non far rimpiangere il partente Fitipaldo, si è dimostrato fin da subito all’altezza della situazione. Infatti i risultati dell’Orlandina sono rimasti in linea con quelli della sorprendente prima parte di stagione (in pochi ci speravano dopo la partenza del play uruguaiano). Ivanovic rappresenta l’ennesima scommessa vinta dalla dirigenza di CdO. Con i suoi 13.2 punti, 4 falli subiti e 3.8 assist di media, sta facendo in modo che il sogno playoff dei tifosi bianco-blu continui.

Buona anche la mossa di Cremona che, a caccia dell'”uomo-salvezza”, ha prelevato Darius Johnson-Odom da Sassari. La guardia americana è un giocatore a volte difficile da gestire, ma se inserito nel sistema giusto può diventare un attaccante devastante, grazie al suo fisico prorompente. I 18.3 punti di media fanno ben sperare per il rush finale di stagione, in una lotta salvezza che si presenta molto serrata.

Altri innesti importanti sono stati quelli di Logan ad Avellino, e Stone e Batista a Venezia. Ovviamente è troppo presto per fare valutazioni (anche perché Batista non è ancora sceso in campo), ma sono tutti e tre giocatori che conoscono il nostro campionato e che quindi non dovrebbero avere problemi di ambientamento. I loro team faranno molto affidamento su di loro, anche per tirarsi fuori dalle difficoltà che, sia Avellino che Venezia, stanno vivendo.

Un mercato “sempre a disposizione”, come quello di Serie A, rappresenta spesso un’arma a doppio taglio per i team che decidono di fare interventi in corsa. C’è chi li fa per necessità e chi per “diletto”. A volte basterebbe semplicemente avere più pazienza, lasciare che i coach lavorino col gruppo a disposizione, aspettando che i risultati ripaghino il duro lavoro. È anche vero, d’altra parte, che un nuovo innesto può riportare entusiasmo all’ambiente, oltre alle sue qualità tecniche. Ma bisogna fare sempre molta attenzione ad usare lo strumento “mercato” perché si potrebbe rischiare di stravolgere gli equilibri all’interno dello spogliatoio, compromettendo definitivamente l’esito della stagione.