I protagonisti della settimana NBA: i Cavaliers in crisi ad Est, cosa non sta funzionando?

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La sconfitta dei Celtics contro i Bucks, costata a Boston il primo posto in Eastern Conference, non cambia la sostanza. I Cavaliers sono in crisi, in uno dei peggiori momenti della stagione per esserlo. A marzo hanno perso nove delle quindici partite giocate, in un mese allucinante, che li ha visti soccombere, tra le altre, di fronte a C’s, Wizards e due volte contro gli Heat. Appena LeBron James tira il fiato la squadra perde di concretezza, costanza e leadership, sembrando incapace di poter vincere praticamente contro chiunque. Il record di 47-26, al momento, garantisce ancora il predominio sull’Est, ma non sono soltanto i biancoverdi a spaventare il Re e compagni, perché Washington e Toronto hanno scalato la salita che porta nei pressi della vetta. Il sogno di un tranquillo finale di regular season da padroni assoluti è ormai svanito.

La batosta incredibile contro gli Spurs è stata soltanto l’ultima delle delusione di marzo, ma ha mostrato un dato inequivocabile. Se i soli 74 punti segnati possono essere stati un caso per il terzo miglior attacco della NBA, a quota 110.9 punti segnati ogni 100 possessi, i 103 subiti non lo sono, considerando che Cleveland soltanto in due occasioni, dal 1 febbraio ad oggi, ha subito meno di 100 punti, contro Timberwolves e Jazz. Dal weekend dell’All Star Game in avanti la squadra dell’Ohio ha avuto il secondo peggior defensive rating della Lega, davanti soltanto ai Lakers in caduta libera, con la bellezza di 113.2 punti subiti ogni 100 possessi, saliti a 114.5 nel mese corrente. Quando gioca con il quintetto piccolo, la squadra non riesce in alcun modo ad avere protezione a canestro, garantita praticamente dal solo Tristan Thompson, con Iman Shumpert unico difensore di livello tra le ali. Coach Tyronn Lue deve affrontare il periodo più difficile della propria giovane carriera da allenatore. E’ conosciuto come stratega della fase difensiva, ma le cose non stanno andando per il verso giusto.

LeBron James & Tristan Thompson - © 2017 twitter.com/cavs
LeBron James & Tristan Thompson – © 2017 twitter.com/cavs

Le aggiunte in corsa di Derrick e Deron Williams, che insieme raccolgono 14.2 punti e 4 assist di media, non stanno deludendo le poche attese su di loro, mentre Kyle Korver non è ancora riuscito ad entrare a pieno nel meccanismo di squadra. I 10.9 punti garantiscono il quarto miglior rendimento di squadra, con un ottimo 48% da oltre l’arco, ma la squadra è in rating negativo di ben 2.8 punti con lui sul parquet, perché subisce addirittura 113.7 punti ogni 100 possessi quando è in campo. La non più tenera età di giocatori come Channing Frye e Richard Jefferson e il peggior rendimento da oltre l’arco dal 2010 per J.R. Smith, fermo ad un misero 33.3%, non sono fattori che aiutano. I Cavaliers non sanno creare in attacco senza James a condurre le operazioni, tanto che la produzione scende di 13.6 punti ogni 100 possessi con lui seduto in panchina. Non si può fare a meno nemmeno di Kyrie Irving, 25.3 punti e 5.7 assist, e Kevin Love, 19.3 punti e 10.9 rimbalzi. Il duo, però, difensivamente è tutto fuorché un fattore e non aiuta affatto Cleveland a migliorare nel proprio tallone d’Achille del recente periodo.

Per una squadra che ha come unico obiettivo la conquista della Eastern Conference, prima, e il repeat da campioni NBA, poi, ci sono troppi ingranaggi scricchiolanti in un meccanismo che sembrava costruito alla perfezione. Che sia soltanto la fine di una regular season in calo in attesa del nuovo salto di qualità nei playoff?