I protagonisti della settimana NBA: i Raptors alla conquista del selvaggio Est

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Serge Ibaka - © 2017 twitter.com/Raptors
Serge Ibaka – © 2017 twitter.com/Raptors

Quando il mercato NBA doveva ancora entrare nel vivo, nel giorno degli innamorati, Masai Ujiri ha fatto un regalo a tutti gli appassionati tifosi dei Raptors portando Serge Ibaka in città dai Magic, spedendo ad Orlando un Terrence Ross mai cresciuto come ci si sarebbe aspettati e la prima scelta del prossimo anno. Quando il mercato NBA doveva esplodere nei pressi della trade deadline e tutti, invece, restavano preda di tatticismi e scambi mancati, Masai Ujiri, ad un soffio dal gong, ha donato a Phoenix il deludente Jared Sullinger e due scelte al secondo giro per acquisire P.J. Tucker. Ha così messo il punto esclamativo su un meccanismo che, ora più che mai, sembra pronto a combattere fino all’ultimo secondo contro i Cavaliers, se tutto dovesse andare come ci si aspetta nei playoff di Eastern Conference. Est in cui Toronto si è rimessa sulla retta via, tornando sul terzo gradino del podio, ad un soffio dai Celtics, grazie a quattro vittorie consecutive.

Era necessaria una scossa dopo le 11 sconfitte in 16 partite in avvicinamento al weekend dell’All-Star Game, soprattutto nel ruolo di ala grande, parzialmente scoperto fin dall’inizio della stagione. La difesa dei Raptors, tuttora ferma ad un deludente 17° posto complessivo nella Lega con ben 105.9 punti subiti ogni 100 possessi, ha certamente inserito al suo interno due grandi esperti. Se Ibaka, pezzo fisso dell’All-Defensive Team tra il 2012 e il 2014, nei 35 minuti d’impiego delle prime tre partite ha sorpreso con un offensive rating da urlo (115.5 punti ogni 100 possessi), portando 16 punti e 7 rimbalzi alla causa, Tucker ha già fatto vedere quanto può valere sull’altro lato del campo, facendo crollare il defensive rating ad appena 98.4 punti subiti ogni 100 possessi in 25 minuti abbondanti sul parquet. Entrambi, in prospettiva, possono essere degni colossi da porre di fronte a LeBron James in un’ipotetica serie di playoff e, in ogni caso, toglieranno pressione da DeMarre Carroll, in grande difficoltà finora con i suoi -106.3 punti di defensive rating.

DeMar DeRozan - © 2017 twitter.com/Raptors
DeMar DeRozan – © 2017 twitter.com/Raptors

Offensivamente Toronto aveva poco su cui lavorare, dato che riesce ad elevarsi fino al quarto posto in NBA con 110.9 punti ogni 100 possessi, pur con il peggior dato nella Lega in termini di assist a partita, appena 18.4. Merito di un DeMar DeRozan cresciuto in maniera esponenziale e salito a ben 27.9 punti a partita con il 47% al tiro, cui aggiunge 5.4 rimbalzi e 3.7 assist, oltre che sempre più decisivo partita dopo partita, come dimostrato dagli ultimi 12 punti di squadra segnati nel più recente confronto vinto contro i Knicks. Ad accompagnarlo splendidamente è Kyle Lowry, uomo da +8.1 di net rating ogni 100 possessi mentre è in campo, che crolla a -3.5 quando siede in panchina, capace di rendersi utile sui due lati del campo grazie al proprio estro ed atletismo, oltre che di produrre 22.8 punti e 6.9 assist di media. I dubbi a suo riguardo nascono dal problema al polso che lo terrà ai box per almeno un mese, fermando almeno parzialmente l’hype costruito nel recente periodo intorno ai canadesi.

A due partite dai Celtics, i Raptors devono provare in ogni modo a chiudere la regular season davanti ai paladini di Boston se vogliono avere il fondamentale fattore campo in un eventuale scontro prima di incontrare i Cavaliers nella più probabile delle finali di Conference ad Est. Toronto è pronta, comandare il Nord, ormai, non può che andare stretto.