Un anno fa a Houston era stato un incubo per North Carolina, battuta sulla sirena dal canestro di Kris Jenkins che diede il titolo a Villanova. Dodici mesi dopo, a Phoenix, il destino si ricorda dei Tar Heels e arriva il riscatto contro Gonzaga, al debutto assoluto in una Final Four NCAA, piegata soltanto nei secondi conclusivi per 71-65 al termine di un match non certo bellissimo e con tanti, troppi fischi arbitrali. Per UNC è il sesto titolo nazionale all’undicesima finale, il terzo sotto coach Roy Williams: decisivo il playmaker Joel Berry II, eletto Most Outstanding Player.
La partita giocata di fronte ai quasi 80mila spettatori dello University of Phoenix Stadium di Glendale, nel deserto dell’Arizona, non è stata bellissima, con percentuali pessime (34% dal campo e 65% ai liberi per gli Zags, 36% e 57% per UNC che aggiunge un disastroso 4 su 27 da tre), molte palle perse, soprattutto da parte di Gonzaga (14) e tantissimi fischi arbitrali (44 falli totali equamente distribuiti) che hanno spezzettato tantissimo il match e hanno irritato tutti, persino chi guardava da casa come LeBron James che ha twittato: “E’ folle. Non si può guardare questa roba. Vorrei vedere i ragazzi dedicere la partita!”.
Man I can't watch this anymore man! I would like to see the kids decide who wins the game! I mean Bruh!! Smh
— LeBron James (@KingJames) April 4, 2017
Gonzaga, arrivata a questa finale con un record di 37-1, chiude il primo tempo avanti 35-32 spinta dalle triple di Josh Perkins (13 punti), ragazzo da Park Hill, Colorado, e “figlioccio” di Chauncey Billups, e dai canestri di un ottimo Zach Collins (9 con 7 rimbalzi e 3 stoppate), il lungo freshman devastante nella semifinale con South Carolina. UNC resta a galla grazie a Joel Berry e agli spunti vicino a canestro di Meeks e Hicks visto che l’atteso Justin Jackson vive una serata da incubo. La ripresa si apre con un 6-0 di North Carolina che allunga sul +5 ma Gonzaga rientra subito e da lì è punto a punto fino alla fine: lì sale in cattedra Nigel Williams-Goss che segna 8 punti di fila per il 65-63 Zags ma UNC replica e finalmente si vede Justin Jackson (16 ma con 6 su 19 dal campo e 0 su 9 da tre) che segna col fallo per il sorpasso.
Negli ultimi 80 secondi si costruisce il successo dei Tar Heels: Williams-Goss sbaglia il jumper, Hicks di prepotenza atletica segna il +3 contro Karnowski, di là Meeks blocca il tentativo di Williams-Goss e Joel Berry manda a schiacciare tutto solo Jackson per il +5 a 12 secondi dalla fine. Dopo l’1 su 2 di Berry dalla linea e l’errore di Mathews suona la sirena e può esplodere la gioia di North Carolina che solo 12 mesi prima aveva il cuore trafitto dal buzzer beater di Kris Jenkins, stavolta in tribuna a tifare per il fratellastro Nate Britt, in maglia UNC.
#GetIntoIt pic.twitter.com/VDkmFmxLhz
— Carolina Basketball (@UNC_Basketball) April 4, 2017
Alla gioia di Carolina si contrappone la delusione degli Zags, protagonisti in ogni caso di una stagione storica per l’università gesuita di Spokane, stato di Washington, e le lacrime di Nigel Williams-Goss (15 con 5 su 17 al tiro), il volto copertina di una squadra con anche un pezzo di Italia vista la presenza dell’assistant coach Riccardo “Rick” Fois. I Bulldogs non riescono ad eguagliare Connecticut nel 1999 (quella di Rip Hamilton e Khalid El Amin), l’unica squadra negli ultimi 50 anni a vincere il titolo alla prima Final Four in assoluto.
Per North Carolina era invece la 20esima Final Four, un record, ed è arrivato il sesto titolo nazionale (comanda UCLA con 11 davanti agli 8 di Kentucky), il terzo sotto coach Roy Williams dopo quelli del 2005 e del 2009 (è il sesto con almeno tre titoli insieme a Wooden 10, Krzyzewski 5, Rupp 4, Calhoun 3, Knight 3). I Tar Heels sono imbattuti, 4-0, quando in finale sfidano una numero 1, sono la quarta squadra a vincere dopo aver perso l’anno prima (1982 UNC, 1991 Duke, 1998 Kentucky le altre) e sono la prima università a trionfare in quattro decadi consecutive! Una vittoria, quella di Phoenix, evidenziata dalla fisicità in vernice di Meeks, 7 e 9 rimbalzi, e Hicks, 13 con 9 carambole, e dalla guida tecnica e spirituale di Joel Berry II, 22 punti e 6 assits (ma 4 su 13 da tre e 4 su 8 ai liberi), capace di confezionare 31 dei 62 punti di squadre, superare quota 20 in due finali consecutive (non accadeva dal 1972-73 con Bill Walton e UCLA), e meritarsi il titolo di Most Outstanding Player, il miglior giocatore della partita!