Torneo NCAA 2017: Gonzaga si arrende, riscatto e titolo per North Carolina

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North Carolina campione NCAA - © 2017 twitter.com/marchmadness
North Carolina campione NCAA – © 2017 twitter.com/marchmadness

Un anno fa a Houston era stato un incubo per North Carolina, battuta sulla sirena dal canestro di Kris Jenkins che diede il titolo a Villanova. Dodici mesi dopo, a Phoenix, il destino si ricorda dei Tar Heels e arriva il riscatto contro Gonzaga, al debutto assoluto in una Final Four NCAA, piegata soltanto nei secondi conclusivi per 71-65 al termine di un match non certo bellissimo e con tanti, troppi fischi arbitrali. Per UNC è il sesto titolo nazionale all’undicesima finale, il terzo sotto coach Roy Williams: decisivo il playmaker Joel Berry II, eletto Most Outstanding Player.

La partita giocata di fronte ai quasi 80mila spettatori dello University of Phoenix Stadium di Glendale, nel deserto dell’Arizona, non è stata bellissima, con percentuali pessime (34% dal campo e 65% ai liberi per gli Zags, 36% e 57% per UNC che aggiunge un disastroso 4 su 27 da tre), molte palle perse, soprattutto da parte di Gonzaga (14) e tantissimi fischi arbitrali (44 falli totali equamente distribuiti) che hanno spezzettato tantissimo il match e hanno irritato tutti, persino chi guardava da casa come LeBron James che ha twittato: “E’ folle. Non si può guardare questa roba. Vorrei vedere i ragazzi dedicere la partita!”.

Gonzaga, arrivata a questa finale con un record di 37-1, chiude il primo tempo avanti 35-32 spinta dalle triple di Josh Perkins (13 punti), ragazzo da Park Hill, Colorado, e “figlioccio” di Chauncey Billups, e dai canestri di un ottimo Zach Collins (9 con 7 rimbalzi e 3 stoppate), il lungo freshman devastante nella semifinale con South Carolina. UNC resta a galla grazie a Joel Berry e agli spunti vicino a canestro di Meeks e Hicks visto che l’atteso Justin Jackson vive una serata da incubo. La ripresa si apre con un 6-0 di North Carolina che allunga sul +5 ma Gonzaga rientra subito e da lì è punto a punto fino alla fine: lì sale in cattedra Nigel Williams-Goss che segna 8 punti di fila per il 65-63 Zags ma UNC replica e finalmente si vede Justin Jackson (16 ma con 6 su 19 dal campo e 0 su 9 da tre) che segna col fallo per il sorpasso.

Negli ultimi 80 secondi si costruisce il successo dei Tar Heels: Williams-Goss sbaglia il jumper, Hicks di prepotenza atletica segna il +3 contro Karnowski, di là Meeks blocca il tentativo di Williams-Goss e Joel Berry manda a schiacciare tutto solo Jackson per il +5 a 12 secondi dalla fine. Dopo l’1 su 2 di Berry dalla linea e l’errore di Mathews suona la sirena e può esplodere la gioia di North Carolina che solo 12 mesi prima aveva il cuore trafitto dal buzzer beater di Kris Jenkins, stavolta in tribuna a tifare per il fratellastro Nate Britt, in maglia UNC.

Alla gioia di Carolina si contrappone la delusione degli Zags, protagonisti in ogni caso di una stagione storica per l’università gesuita di Spokane, stato di Washington, e le lacrime di Nigel Williams-Goss (15 con 5 su 17 al tiro), il volto copertina di una squadra con anche un pezzo di Italia vista la presenza dell’assistant coach Riccardo “Rick” Fois. I Bulldogs non riescono ad eguagliare Connecticut nel 1999 (quella di Rip Hamilton e Khalid El Amin), l’unica squadra negli ultimi 50 anni a vincere il titolo alla prima Final Four in assoluto.

Per North Carolina era invece la 20esima Final Four, un record, ed è arrivato il sesto titolo nazionale (comanda UCLA con 11 davanti agli 8 di Kentucky), il terzo sotto coach Roy Williams dopo quelli del 2005 e del 2009 (è il sesto con almeno tre titoli insieme a Wooden 10, Krzyzewski 5, Rupp 4, Calhoun 3, Knight 3). I Tar Heels sono imbattuti, 4-0, quando in finale sfidano una numero 1, sono la quarta squadra a vincere dopo aver perso l’anno prima (1982 UNC, 1991 Duke, 1998 Kentucky le altre) e sono la prima università a trionfare in quattro decadi consecutive! Una vittoria, quella di Phoenix, evidenziata dalla fisicità in vernice di Meeks, 7 e 9 rimbalzi, e Hicks, 13 con 9 carambole, e dalla guida tecnica e spirituale di Joel Berry II, 22 punti e 6 assits (ma 4 su 13 da tre e 4 su 8 ai liberi), capace di confezionare 31 dei 62 punti di squadre, superare quota 20 in due finali consecutive (non accadeva dal 1972-73 con Bill Walton e UCLA), e meritarsi il titolo di Most Outstanding Player, il miglior giocatore della partita!