Detroit Pistons: fuori dai playoff, il futuro torna ad essere un rebus

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L’ottavo posto conquistato soltanto un anno fa è stato da molti considerato una base di partenza da cui rilanciare finalmente il futuro dei Detroit Pistons. La conferma a suon di dollari di Drummond (quinquennale da 130 milioni di dollari) e di tutto il quintetto titolare, gli arrivi di Ish Smith, Leuer e Marjanovic a rimpolpare una panchina già discreta, la scommessa Hellenson, rookie di cui si è detto un gran bene in offseason, sono stati elementi che facevano presagire una stagione quantomeno in continuità con quella dell’anno precedente. Invece, a regular season ormai conclusa, la franchigia di Motor City ha mancato clamorosamente l’accesso ai playoff, deludendo le attese di tutti quei fans che sognavano il ritorno ai fasti di un tempo.

Eppure, nonostante il lungo infortunio occorso a Reggie Jackson, i Pistons erano partiti piuttosto discretamente, giungendo all’apice delle prestazioni fra dicembre e gennaio, oscillando costantemente fra la sesta e la nona posizione. Il crollo disastroso è avvenuto da marzo, mese dal quale la squadra è stata in grado di collezionare soltanto 8 vittorie, a fronte di 14 sconfitte, allontanandosi progressivamente dalla bagarre per l’accesso alla post-season e scivolando definitivamente al decimo posto. Anche dando uno sguardo alle squadre qualificate per i playoff ad Est, dai Pistons era lecito attendersi di più.
Dove cercare, dunque, le colpe di questo fallimento?

Reggie Jackson

Detroit ha chiuso la stagione con la terza difesa della Eastern Conference, nella Top 10 della Lega. A fronte di una fase difensiva piuttosto discreta, c’è però da analizzare un attacco che ha sparato a salve, la cui media finale (101.5) è la quinta peggiore dell’intera Lega. Logico, dunque, che lo sguardo ricada rapidamente su Reggie Jackson, che, con i suoi quasi 20 punti di media a partita, l’anno scorso era stato il top scorer della squadra. La transizione offensiva dei Pistons poggia quasi interamente sulle spalle della point guard ex Oklahoma City, il quale però ha dovuto saltare la preparazione per un infortunio, rientrare soltanto nel mese di dicembre e attendere ancora qualche settimana per trovare pienamente il ritmo. La dea bendata ha poi deciso di voltargli nuovamente le spalle quando, nelle ultime decisive settimane e con un ritmo partita ormai recuperato, si è nuovamente infortunato saltando interamente il finale di stagione. Il suo calo, fisico e tecnico, ha comportato l’involuzione offensiva della squadra. Il suo pieno recupero sarà indispensabile per rilanciare le chance della franchigia nella prossima stagione, anche se il suo rapporto con coach Van Gundy non sembra essere proprio come quello di due persone appena sposate… anzi.

Andre Drummond

Ma se Detroit può vantare un credito con la fortuna per quanto riguarda Jackson, lo stesso non può dirsi per l’altra stella, Andre Drummond, che soprattutto dal punto di vista offensivo ha mancato ancora una volta l’appuntamento con la consacrazione definitiva. A 23 anni, da tempo considerato fra i centri più promettenti dell’intero panorama, ha chiuso con soli 13 punti di media segnati: pochissimi, considerando che la squadra guidata da Stan Van Gundy gira soprattutto sui pick and roll giocati da lui e lo stesso Reggie Jackson. Disastroso ai liberi, impreciso anche dalla corta distanza – unica zona del campo dove può far male all’avversario -, dovrà passare l’estate a lavorare sui fondamentali offensivi. Nella top 3 assoluta come raccoglitore di rimbalzi, la sua carriera dovrà passare da un miglioramento tecnico necessario, se vuole consacrarsi come uno dei migliori centri della Lega e guidare i Pistons, che sui di lui hanno puntato gran parte del proprio salary cap.

Coach Van Gundy

Il fallimento di questa stagione rischia, però, di far tornare in discussione anche la panchina di Stan Van Gundy, che ha perso gran parte del credito maturato con la dirigenza lo scorso anno. Dal 2014 sul pino di Motor City, con la miseria di un solo ottavo posto conquistato in tre anni, la prossima stagione potrebbe essere l’ultima spiaggia per l’ex coach di Miami e Orlando.

Quale futuro?

Gli occhi di dirigenza, media e fans, adesso, sono puntati preponderantemente sul prossimo Draft, nel quale i Pistons chiameranno con una scelta vicino alla 12. Obiettivo sarà, innanzitutto, pescare un giocatore che possa avere un impatto ben più cospicuo di Stanley Johnson e Henry Hellenson, i due giocatori scelti nelle ultime due edizioni. Secondo gli esperti, la point guard francese Frank Ntilikina e il centro Jarrett Allen sarebbero i nomi più papabili per giungere a Motor City il prossimo giugno. Non a caso, entrambi giocano nei ruoli più cruciali per la squadra di Van Gundy, a dimostrazione di come sia Jackson che Drummond saranno chiamati ad elevare notevolmente le loro prestazioni durante la prossima stagione, se non vogliono correre il rischio di essere scambiati.