Paul Pierce si ritira: The Truth è leggenda, dei Celtics e del basket

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Paul Pierce - © 2017 twitter.com/celtics
Paul Pierce – © 2017 twitter.com/celtics
Non è facile lasciare il segno nella franchigia più vincente nella storia NBA. Dove si è vinto più di altrove, 17 titoli, dove leggende hanno messo piede sui parquet, da Bill Russell a Larry Bird, dove appese al soffitto del TD Garden stanno 21 maglie ritirate, far ricordare il proprio nome in eterno è un’impresa da predestinati. Niente male per la decima scelta assoluta nel Draft del 1998, quello della terrificante prima scelta di Michael Olowokandi per i Clippers, ma anche di Vince Carter e Dirk Nowitzki.

Non male soprattutto perché, a scorrere i ricordi di Paul Pierce nella National Basketball Association, ci si rende conto che non è mai stato il migliore in nessun aspetto del gioco, in nessun momento della carriera. Eppure, in ogni minima componente del basket, sapeva essere eccellente, con un carattere mai dono e la testa per reggere la pressione dei grandi palcoscenici. Soltanto così ha potuto raggiungere la 15° posizione tra i migliori realizzatori di sempre nella storia NBA, con 26.397 punti segnati, e soprattutto ha potuto regalare a Boston il primo anello dopo 22 anni da MVP delle Finals del 2008, vinte per 4-2 contro i Lakers, la squadra del cuore che ha accompagnato l’infanzia del nativo di Oakland. Cresciuto nel mito gialloviola, diventato leggenda con i 24.021 punti segnati in biancoverde tra il 1998 e il 2013, secondo di sempre nella storia della franchigia alle spalle di John Havliceck.

Ha chiuso la carriera nei Clippers, in un’anonima gara 7 persa contro i Jazz al primo turno di playoff. Prima della Città degli Angeli è passato a dare il proprio contributo ai Brooklyn Nets ed ai Washington Wizards. The Truth, però, ha guadagnato un’indubbia introduzione nella Basketball Hall of Fame a Boston, in particolare negli anni vissuti insieme a Ray Allen e Kevin Garnett, i Big Three ante litteram. “In 15 anni a Boston sono stato in grado di lasciare tanti bellissimi ricordi sul parquet. Penso che in tanti ricorderanno Paul Pierce come un uomo in grado di rappresentare l’onore di essere un Celtic in ogni momento”. Parola del classe ’77, cui ha reso onore, su tutti, il suo grande mentore ai C’s, Doc Rivers: “Paul Pierce ha un valore incalcolabile per me, è uno dei più grandi, dei più vincenti, dei più decisivi”. Senza traduzioni: “He means the world to me“.

The Truth lascia il basket, dopo aver lasciato il TD Garden in un’emozionante ed esaltante notte di febbraio, con un bacio al parquet. Sicuro, come tutti, che a quelle 21 maglie lassù se ne aggiungerà un’altra, con il numero 34 ed un nome da leggenda. Quello di Paul Pierce.

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  1. “La maledizione Len Bias e Reggie Lewis rischiò di colpire anche Pierce quando rimase vivo solo per miracolo da una rissa nel settembre 2000 al Buzz Club di Boston, colpito da una bottiglia rotta e da undici coltellate tra faccia, collo e schiena: una entrata per quasi 20 centimetri dentro l’addome e l’altra finita vicino al cuore.”
    Fonte: La Gazzetta dello Sport

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