Rinascita Clippers: senza CP3, Gallinari e Griffin guidano la riscossa

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Danilo Gallinari - © 2017 twitter.com/LAClippers
Danilo Gallinari – © 2017 twitter.com/LAClippers
L’offseason è iniziata come peggio non avrebbe potuto per i Clippers, che hanno salutato Chris Paul, il giocatore più rappresentativo per la franchigia dal 2011 a oggi. Poi, però, ecco arrivare il rinnovo di Blake Griffin e la trade che ha spedito Danilo Gallinari a Los Angeles. Certo, sostituire Paul non sarà facile e prosegue un’intensa ricerca di soluzioni sul mercato, ma la franchigia di Steve Ballmer non è sull’orlo del collasso.

SOSTITUIRE PAUL

La partenza di un leader come Paul, capace di regalare 18.8 punti e 9.8 assist di media nelle sei stagioni nella City of Angels, abbinata alla perdita della nuova guardia tiratrice dei Sixers, J.J. Redick, letale da tre punti e importante fattore in quintetto l’anno passato, complica e non poco la situazione nel backcourt. L’arrivo di Patrick Beverley regala un giocatore completo sulle due fasi del gioco, principalmente quella difensiva, ma valido più come arma dalla panchina che come timoniere in quintetto. Motivo per cui i Clippers si sono guardati intorno alla ricerca della migliore soluzione con cui occupare i circa 15 milioni di dollari rimasti nel salary cap. Da Derrick Rose dei Knicks, al sogno di riunire la coppia composta da Rajon Rondo, lasciando andare dai Bulls, e coach Doc Rivers, passando per Milos Teodosic, pronto al salto oltreoceano dopo le meraviglie mostrate al CSKA Mosca. Alla fine è arrivato il serbo, ufficializzato nella giornata di ieri, con un biennale da poco più di 12 milioni di dollari in totale, che lascia spazio per un possibile altro arrivo.

FATTORE DANILO

Oltre a Teodosic, che dovrà misurarsi lontano da Mosca, ma ha qualità e magia per stupire oltreoceano, i Clippers si sono assicurati un altro europeo di estremo prestigio in Gallinari, ora lo sportivo italiano più pagato al mondo con il suo triennale da 65 milioni di dollari. Danilo ha dimostrato di poter essere un primo violino efficace e di carattere ai Nuggets, in cui ha totalizzato ben 16.2 punti di media nei sei passati a Mile High City. Fondamentale trovare in lui linfa vitale per il tiro da oltre l’arco dopo la perdita di Redick, oltre a tanti punti nelle mani dopo quelli andati persi con il trasferimento di Paul. Fondamentale quanto aver confermato Blake Griffin, con un contratto da ben 173 milioni di dollari per i prossimi cinque anni. Ora è il vero e proprio franchise man, atteso a un salto di qualità in termini di leadership in aggiunta al suo indiscusso talento.

E poi ancora DeAndre Jordan e Lou Williams, arrivato nella trade con Houston. Addio anche a Jamal Crawford (agli Hawks nella trade per il Gallo), ma un sesto uomo di spessore è arrivato a sostituirlo e non se ne farà un dramma. Los Angeles senza Paul perde anche l’altra possibile contender per il titolo? Possibile, ma ci sarà da divertirsi. Dopo aver perso il numero 3 era difficile far meglio per rialzarsi. Chissà che, senza il peso di dover vincere a ogni costo, non arrivino le soddisfazioni migliori per questa franchigia maledetta.