L’addio di Hayward pesa, Utah Jazz pronti a reagire?

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Quando il 4 luglio Gordon Hayward ha ufficializzato il suo passaggio ai Boston Celtics i tifosi degli Utah Jazz sono caduti, giustamente, nella disperazione. Perdere (da free agent poi) il miglior giocatore delle ultime stagioni e quello che era ormai diventato il volto della franchigia è stato un colpo durissimo, soprattutto per un team che nell’ultimo anno era migliorato esponenzialmente tanto da arrivare alle semifinali della Western Conference, chiudendo la regular season con un record di 51-31.
Coach Snyder aveva costruito il suo gioco attorno alla duttilità offensiva di Hayward, uno stile abbastanza “europeo”, con un attacco fatto di una fitta rete di passaggi e di movimento della palla per cercare il miglior tiro possibile; sapendo di avere comunque l’ex Butler a cui affidare la palla in caso di gioco rotto o di aridità offensiva dei compagni.
La sua partenza, ora, mette di fronte l’allenatore a delle scelte importanti da fare, ma soprattutto la società, che forse non si aspettava questa partenza e di conseguenza è sembrata un po’ impreparata a muoversi nel mercato dei free agent.

LE PARTENZE

Detto di Hayward, pesante è stato anche l’addio di George Hill, altro tassello fondamentale nello scacchiere tattico di Snyder, volato ai Sacramento Kings da free agent; meno dolorosa la partenza Shelvin Mack, avendo, i Jazz, già i giovani Exum e Neto nel suo ruolo.
Da capire invece come rimpiazzare la leadership di Boris Diaw, il cui contratto è stato “tagliato” prima che diventasse garantito per tutta la stagione (sarebbero stati 7.5 milioni di dollari). Se il francese lasciava qualche dubbio a livello di attitudine, è indubbio che il suo saper passar la palla era un punto davvero importante nell’attacco di Utah.

I NUOVI ARRIVI

La partenza di George Hill è stata immediatamente rimpiazzata dall’arrivo da Minnesota di Ricky Rubio (in cambio della prima scelta al Draft 2018, via Thunder), un playmaker europeo che potrebbe trovarsi davvero bene nell’idea di attacco di Snyder e che anzi, dovrebbe dare qualcosa in più a livello di personalità rispetto ad Hill. Capacità di passatore come pochi anche in NBA, lo spagnolo dovrà convivere con l’annoso problema al tiro da fuori, da sempre suo tallone d’Achille, ma potrà trovare in Gobert un’ottima spalla per giocare un pick ‘n roll di livello altissimo.

Thabo Sefolosha arrivato dagli Atlanta Hawks avrà il compito di portare impatto difensivo in un ruolo ormai chiave, dove ormai ci sono tantissimi attaccanti di livello superiore; lo svizzero non potrà mai essere il sostituto di Hayward ovviamente, ma nella sua metà campo dovrà dare tutto quello che Joe Johnson, indicato numero 1 a prendere il ruolo di titolare in ala piccola, dà solamente in attacco.
Altro europeo scelto tra i free agent dai Jazz è Jonas Jerebko che lascia i Celtics per cercare di trovare maggiore spazio, e che si giocherà probabilmente con Ekpe Udoh, americano ma reduce da ottime stagioni al Fenerbahce (quindi buona formazione europea), lo spot da 4 di riserva. Se lo svedese è ormai un “4 tattico” che apre il campo e punisce dall’arco, Udoh è più un giocatore interno oltre che di energia e i due potrebbero anche completarsi molto bene. Lo spazio da titolare in quella posizione, in quintetto piccolo, molto probabilmente spetterà a Joe Ingles (altro giocatore international), vera sorpresa dell’ultima stagione in casa Jazz, che ha rifirmato un quadriennale da 52 milioni di dollari.

Infine grande interesse ha suscitato la Summer League disputata da Donovan Mitchell, 13esima scelta assoluta al Draft 2017 dei Denver Nuggets, arrivato in cambio di Trey Lyles. La guardia ha un notevole talento offensivo e capacità di mettere punti a tabellone e potrebbe essere una notevole addizione dalla panchina come cambio di Rodney Hood, che per caratteristiche è più un tiratore.

IL FUTURO

Il mercato dei free agent è ancora lungo e quindi Utah potrà ancora fare qualche movimento per migliorare il proprio roster, ma è indubbio che la partenza non rimpiazzata di Hayward peserà tantissimo sulla stagione della franchigia di Salt Lake City. Non ci sono giocatori liberi di alto livello, quindi Snyder dovrà dare maggiore responsabilità a Hood e affidarsi ancora di più alla coppia Rubio-Gobert, sperando che Iso-Joe possa giocare nuovamente una stagione di alto livello come la scorsa (i suoi playoff sono stati stellari).
Qualcosa la dirigenza potrà fare anche sul mercato, con Derrick Favors e Alec Burks indiziati principali a essere scambiati viste le caratteristiche non proprio adattissime al gioco del coach del primo ed un contratto da 12 milioni in scadenza, e l’abbondanza di alternative nel suo ruolo del secondo (23 milioni in 2 anni il suo contratto). Però riuscire ad ottenere qualcosa di alto livello in cambio sarà tutt’altro che semplice, quel qualcosa che potrebbe aiutare nella corsa ai playoff che nella Western Conference si preannuncia quest’anno ancora più complicata, e che senza Hayward appare tutto fuorché scontata.