Preview NBA: Atlantic Division 2017/2018

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Con la regular season NBA ormai alle porte, proviamo a pronosticare cosa bisogna aspettarsi dalla nuova Atlantic Division, che quest’anno presenta diverse novità, sia nei roster, sia nelle gerarchie, rispetto al passato.

1 – Boston Celtics

Senza dubbio la squadra più forte della divisione atlantica. Protagonista assoluto dell’offseason è stato il GM Danny Ainge, che ha rivoluzionato il quintetto giunto, tuttavia, fino alle Finali di Conference soltanto pochi mesi fa. Spediti Thomas e Crowder direzione Cleveland, dai vicecampioni NBA è arrivato un top player del calibro di Kyrie Irving, che aumenta esponenzialmente il livello offensivo dei C’s. Se a ciò ci si aggiunge l’acquisizione, via free agency, dell’ex Utah Jazz Gordon Hayward, si può ben dire che Boston ha, non solo colmato in apparenza il gap con i Cavaliers, ma anche puntare a dire la sua in un eventuale finale NBA. Non si sottovaluti, nemmeno, lo scambio che ha portato Avery Bradley a Detroit, in cambio di Marcus Morris, giocatore duttile e adatto agli schemi di Brad Stevens. Offensivamente letali, sarà però tutta da valutare la tenuta difensiva.

2 – Toronto Raptors

Pochissime novità in Canada, dove la dirigenza ha preferito continuare nel solco già tracciato durante le precedenti stagioni, nonostante un roster apparso poco competitivo ad alti livelli. 12 mesi fa era stato prolungato, a suon di milioni, il contratto di Demar DeRozan; quest’anno stessa sorte è toccata a Kyle Lowry e Serge Ibaka, che pare aver convinto coach Casey a concedergli un ruolo stabile in quintetto. La necessità di liberare spazio salariale, però, ha portato via da Toronto due asset importanti: il duttile esterno DeMarre Carroll e il sesto uomo Corey Joseph; non per forza uno svantaggio, se si considera che ciò porterà ad un maggior minutaggio dei giovani Poeltl, Siakam, Powell e Anunoby. Acquisito, inoltre, l’esperto tiratore CJ Miles, i Raptors non sembrano poter puntare a più di una conferma di quanto fatto la scorsa stagione.

3 – Philadelphia 76ers

Il condizionale è d’obbligo, ma forse The Process è finalmente giunto ad una svolta. Frutto del lavoro dei GM Sam Hinkie, prima, e Bryan Colangelo, dopo, che sono riusciti a portare a Love City giovani di assoluto livello. Il quintetto è, potenzialmente, da vertici della Lega: Markelle Fultz, prima scelta assoluta del Draft 2017; Ben Simmons, prima scelta assoluta del Draft 2016; Joel Embiid (20 punti e 8 rimbalzi in 25 minuti alla prima stagione); Dario Saric (13 punti e 6.5 rimbalzi alla prima stagione). A loro si aggiungano Jahlil Okafor, un lusso in uscita dalla panchina, e gli esperti JJ Redick e Amir Johnson, arrivati a Philadelphia per dare esperienza e qualità. Dopo 5 stagioni, i Sixers partono con gli onori della critica, candidandosi finalmente ad un posto ai playoff.

4 – New York Knicks

Tempi duri nella NY cestistica, dove si fa fatica a capire chi sia peggio fra i Nets e i Knicks. Una posizione in più per questi ultimi, esclusivamente per essere riusciti a centrare i tre obiettivi dell’offseason: liberarsi di Antonhy e Jackson, diventati oramai un peso per spogliatoio e coaching staff, e acquisire un giovane di discreto livello al draft. È proprio quest’ultimo, Frank Ntilikina, la scommessa che Dolan e soci sperano di aver vinto: giunto da Strasburgo, dopo aver impressionato gli esperti per le sue doti atletiche, il 18enne francese è pronto a colmare finalmente lo slot da point guard, storicamente vuoto nel quintetto dei Knicks. A lui si sono aggiunti Tim Hardaway JR, tornato nella Big Apple dopo la confortante esperienza ad Atlanta; Enes Kanter e Doug McDermott, coinvolti nella trade Melo-OKC, i quali, in un contesto di basso livello, possono dire la loro. Sperando nelle conferme di Hernangomez e Kuzminskas, e nel buon tenore di vita di Beasley, la stagione di NY passa dalla consacrazione di Kristaps Porzingis, pronto a diventare una star della lega.

5 – Brooklyn Nets

Estate tutto sommato positiva per i Nets, che si presentano alla soglia della nuova stagione con un roster sicuramente migliorato rispetto a quello, disastroso, di appena 12 mesi prima. Frutto del buon lavoro svolto, fin qui, dal GM Sean Marks, che ha avviato un lento ma costante processo di crescita, dopo la tragicomica gestione precedente. L’operazione più interessante è stata quella che ha portato Brook Lopez ai Los Angeles Lakers (rischio di perderlo a zero al termine della stagione), in cambio del giovane di talento D’Angelo Russell e del russo Timofey Mozgov. Inoltre, sono stati notevolmente potenziati gli esterni, con le onerose acquisizioni di Allen Crabbe da Portland (56 milioni in 3 anni) e DeMarre Carroll da Toronto (30 milioni in due anni), possibili grazie ad un monte salari tra i più bassi della Lega. La squadra potrà contare anche sul ritorno, dopo un’annata passata più in infermeria che sul parquet, di Jeremy Lin, che con lo stesso Russell potrà comporre un backcourt di tutto rispetto. Nonostante ciò, difficilmente i Nets riusciranno a scollarsi dai bassifondi della Eastern Conference.