FLOP NBA: tra infortuni e mancanze, i Grizzlies non sanno più vincere

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Marc Gasol, Memphis Grizzlies

I Grizzlies hanno vissuto un avvio di stagione da sogno, collezionando cinque vittorie nelle prime sei partite giocate. Una partenza convinta e convincente, che sembrava aver cancellato un’offseason vissuta nell’ombra, mentre la maggior parte delle altre compagini di una Western Conference indiavolata si rafforzava prepotentemente. Nelle ultime dieci, però, Memphis ha portato a casa appena due gioie e ha mostrato la realtà dei fatti nella propria evidenza: per andare ai playoff per l’ottavo anno di fila servirà un mezzo miracolo.

SALISCENDI A MEMPHIS

In quei magici cinque successi, a dare speranza ai Grizzlies erano state soprattutto le affermazioni sugli Warriors e, due volte, sui Rockets. Contro Houston, da allora, sono arrivate due sconfitte e, per fortuna loro, non è ancora giunto il tempo di un rematch contro Golden State. Da fine ottobre a oggi, Memphis ha perso contro Hornets, Magic, Lakers, Bucks, Pacers e Mavericks, a conferma che non esiste avversario contro cui la vittoria sia certa per la franchigia del Tennessee. Insieme al celeberrimo Grit’n’Grind, lo stile identitario di squadra, che ha lasciato il posto a un moderno stile di gioco fatto di triple e di un ritmo più veloce, si è persa anche gran parte dell’esclusività di questa squadra. Giocare contro i Grizzlies per anni ha significato sfidare un avversario ostico e scomodo, che costringeva anche i meccanismi più collaudati a perdere le proprie certezze. Senza Tony Allen e Zach Randolph non si è persa soltanto qualità sul parquet, ma anche due giocatori capaci di complicare la vita anche ad avversari nettamente più forti. Memphis, ancora oggi, non può vincere affidandosi al puro talento dei suoi uomini e ha perso parte del carattere per togliere le vittorie dalle mani avversarie.

TROPPI INFORTUNI

Serve sottolineare che gli infortuni stanno colpendo con eccessiva frequenza la squadra di coach David Fizdale. La crescita di una chimica di squadra si è persa tra i vari problemi fisici per Mike Conley, JaMychal Green, Ben McLemore e Brandan Wright. Soltanto cinque giocatori sono scesi in campo per tutte le 17 partite giocate finora, tra cui, per fortuna, ci sono anche la stella Marc Gasol, 19.4 punti e 9.5 rimbalzi finora di media, e la grande sorpresa Tyreke Evans, tra i candidati al premio di Sixth Man of the Year per quanto visto in questo inizio di stagione, in cui colleziona 17.9 punti, 5.2 rimbalzi e 3.9 assist a partita in appena 28 minuti sul parquet. Conley, faro del gioco di Memphis e terzo miglior realizzatore (17.1 punti di media) alle loro spalle, è fuori a tempo indeterminato a causa di un delicato problema al tallone d’Achille. Chandler Parsons, il cui minutaggio è ridotto ai minimi per provare a recuperarlo dai tanti problemi fisici che lo hanno afflitto, ancora cerca di ritrovarsi per giustificare l’esoso contratto firmato in Tennessee. Troppi dubbi, forse, per essere costanti sul lungo periodo.

COME RIALZARSI?

Non tutto è perduto, ovviamente. I Grizzlies hanno affrontato il quarto “peggior” calendario della Lega finora e hanno già sfidato per ben quattro volte i Rockets. Ora la strada è in discesa e, sperando di recuperare pezzo per pezzo tutti gli elementi a roster, le vittorie torneranno di moda. Dal punto di vista difensivo la squadra non si è persa e i 102.6 punti subiti ogni 100 possessi la rendono la decima migliore in NBA. E’ dal punto di vista offensivo che Memphis scende ben al di sotto della media, con appena 102.6 punti prodotti ogni 100 possessi, per un net rating al momento fermo a 0. Motivo è, soprattutto, una percentuale al tiro (36.1%), soprattutto da tre punti (28.8%), che sta distruggendo le ambizioni degli uomini di Fitzdale, chiamati anche a migliorare in tanti altri aspetti fondamentali, a rimbalzo (27°, 40.8 di media) così come per assist (21°, 20.7 di media) e per palle rubate (24°, 7.4). La strada è lunga, ma l’impressione è che il peggio sia passato. Rialzarsi da un 7-10 nel selvaggio Ovest, però, richiede una sveglia immediata.