Passato, presente, futuro: viaggio all’interno del Melo-Drama

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Carmelo Anthony, Oklahoma City Thunder – © 2017 twitter.com/okcthunder

Il clamoroso addio ai Knicks, l’assemblamento di un super-team con Westbrook e George, i dubbi sul futuro: il “Melo-Drama” è sempre al centro dell’attenzione in tutto ciò che circola intorno all’universo cestistico statunitense, e non solo. 15 stagioni in NBA, un’unica ossessione: la ricerca di un anello mai arrivato (e forse non arriverà mai), che ha portato Carmelo Anthony a viaggiare da una sponda all’altra degli States senza mai conquistare la gloria che il suo talento avrebbe meritato. Alla soglia dei 33 anni, il meglio (o peggio) della sua carriera sembra essere oramai alle spalle: per lui, fra pochi mesi, si aprirà un bivio che lo costringerà a scegliere un ruolo diverso, di secondo piano, per continuare a rincorrere il suo desiderio; oppure una franchigia che sia ancora disposta a concedergli credito e decine di milioni di dollari.

Il passato

Dieci volte All Star, dieci partecipazioni ai playoff, più di 20 punti di media in carriera in ogni singola stagione, 22° posto nella All-Time Points Leaders della National Basketball Association: Carmelo Anthony, sarebbe erroneo e ingeneroso affermare il contrario, è senza dubbio fra i giocatori più forti ad aver mai calcato un parquet. Terza scelta al Draft 2003 (quello di Lebron James, Dwyane Wade e Chris Bosh), vincitore di un campionato NCAA a Syracuse, 3 volte iridato alle Olimpiadi: la carriera di Carmelo Anthony sarebbe senz’altro soddisfacente, se non mancasse di quel titolo NBA che prima a Denver, poi a New York, ed ora a Oklahoma City, continua a rincorrere senza successo. Ai Knicks, la franchigia della sua città natale, l’esperienza più bella ma al tempo stesso dolorosa del suo percorso: giunto da star assoluta, per vincere insieme un titolo NBA che alla Big Apple manca dagli anni ’70, Melo-NY sembrava un binomio perfetto, logorato però dal passare del tempo e dei ripetuti fallimenti. L’arrivo di Phil Jackson, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il tentativo del coach Zen di trasformarlo nel leader di una triangle offense mai sopportata, i dissapori mediatici fra i due, il progressivo disamoramento del Madison Square Garden nei suoi confronti. Dopo 7 stagioni, Melo ha fatto le valigie: un affare per entrambe le parti!

Il presente

Oklahoma City, la costituzione di un super-team con l’MVP della passata regular season e un altro all star in cerca di riscatto: Melo-OKC, un binomio perfetto per le vincenti aspirazioni di ambo le compagini?
L’avvio di stagione, piuttosto deficitario, sembrerebbe propendere per una affermazione negativa al quesito su citato. Per la prima volta in carriera, Carmelo Anthony sta tenendo una media punti sotto i 20 ad allacciata di scarpe (17.5), sulla quale però influisce negativamente la convivenza con due catalizzatori del gioco come Russell Westbrook e Paul George, che gli concedono circa 16 tiri a partita, a fronte dei più di 20 a cui era abituato in passato. Il ritorno ai playoff (dopo 4 stagioni all’asciutto) come obiettivo minimo e come soglia per valutare il fallimento (se di questo si parlerà): partita male, anzi malissimo, Oklahoma City è in striscia positiva da tre match (7 vittorie nelle ultime 10), pienamente invischiata nella bagarre che va dal quarto al nono posto, sulla carta favorita per la conquista finale di una posizione alla post-season.
La chiave del riscatto? Probabilmente nel cambio di ruolo di Carmelo Anthony. Contro le sue due ex il punto più basso nella sua esperienza ai Thunder: 12 punti (5-18 al tiro) nel ritorno al Madison, 4 punti (2-6 al tiro) due giorni dopo nel match casalingo contro i Nuggets. Smaltita la delusione, Coach Billy Donovan li ha cucito addosso un nuovo ruolo: chiavi in mano a Russell Westbrook, Melo si è trasformato da “iso-player” a “role player” di lusso, perfetto sugli scarichi concessi dal numero 0. Contro Atlanta, questa notte, ha messo a referto 24 punti (7-12 da tre punti), segnando il passo fra il passato e il futuro.

“Devo solo accettare questo ruolo, ciò che conta di più è aiutare la squadra a vincere!”

 

Il futuro

Dal naufragio, o meno, del progetto Big3 dei Thunder, passa il futuro di Carmelo Anthony. A Luglio prossimo i contratti di Melo e PG giungeranno a scadenza: la possibilità di un divorzio di massa da Oklahoma City è più che una mera possibilità. Paul George è promesso sposo dei Lakers, e Melo? Il numero 7 si troverà di fronte ad un bivio: prolungare in ogni caso la sua esperienza ai Thunder (non esercitando la Early Termination Option prevista nel suo contratto) garantendosi i 27 milioni dell’ultimo anno di contratto, oppure liberarsi alla ricerca di un nuovo progetto, che finalmente possa permettergli di coronare il suo desiderio, la sua ossessione.
Paventata già nella scorsa off-season, potrebbe essere la volta buona della re-union a Lebron James, a Cleveland o da qualsiasi altra parte.