“E’ un’annata difficile per noi, la più difficile di tutte“, così LeBron James ha di fatto ammesso la crisi dei Cavaliers dopo l’ottava sconfitta nelle ultime dieci partite giocate, la quarta consecutiva. Una stagione sulle montagne russe per Cleveland, un saliscendi che li porterà comunque ai playoff e comunque ai vertici della Eastern Conference, ma con tanti dubbi sulla continuità e la solidità di squadra. Un grosso problema, non soltanto pensando a un eventuale re-match contro gli Warriors nelle Finals, ma già pensando ai rampanti avversari a Est, Celtics e Raptors su tutti.
DISASTRO CAVS
La regular season è iniziata con un preoccupante 5-7, cui però Cleveland ha risposto con rinnovata caparbietà, collezionando la bellezza di 19 vittorie nelle successive 21 partite giocate. Nessuno poteva aspettarsi che a questa meravigliosa striscia, interrotta soltanto dagli stop contro Pacers e Bucks, potesse seguire un simile ritorno nel baratro. Tanto che, dopo la sconfitta alla Quicken Loans Arena contro gli Warriors, sembra siano arrivate numerose dichiarazioni in forma anonima ai media statunitensi da parte di diversi giocatori a roster, che hanno confidato frustrazione e forti dubbi riguardo un possibile “risveglio” della squadra.
The Cavaliers are 2-8 in their last 10 games, marking LeBron James’ worst 10-game stretch since 2 overlapping 2-8 stretches in January-February 2007 (per @EliasSports).
That team still made it to the Finals, getting swept by the Spurs. pic.twitter.com/ZAcHAHaTtL
— ESPN Stats & Info (@ESPNStatsInfo) 16 gennaio 2018
“FATTORE” THOMAS
Dopo aver faticosamente inserito i primi pezzi arrivati in offseason, Dwayne Wade e Jae Crowder su tutti, e aver trovato una chimica di squadra vincente, è arrivato il momento di salutare il rientro di Isaiah Thomas, il pezzo pregiato arrivato in Ohio nella trade che ha portato Kyrie Irving a Boston. Il suo ambientamento, finora, è stato quantomeno traumatico: 13.6 punti a partita, con il 36% al tiro e il 23% da oltre l’arco, cui aggiunge 3.4 assist e 2.4 palle perse di media. Il net rating è delirante: un abissale 116.8 di defensive rating e un conseguente -14.9 punti di net rating ogni 100 possessi con lui sul parquet. Perfino Derrick Rose, finora oggetto misterioso per la franchigia, aveva fatto meglio nelle uniche sette partite giocate. Detto che certamente le cose non possono che migliorare, ritrovare nuovamente gli equilibri non sarà per nulla semplice.
LE SPERANZE
Oggi Cleveland è la terza peggior difesa in NBA, con 109.4 punti subiti ogni 100 possessi, davanti soltanto a Suns e Kings. C’è da dire che anche nella passata stagione i Cavaliers arrivarono all’All-Star break con il 29esimo peggior passivo nella Lega, salvo poi ribaltare tutto nei playoff.
Serve una scossa dal mercato, però, a ridare linfa vitale a un roster demotivato. In Ohio si tengono stretta la prima scelta in arrivo dai Nets nel prossimo Draft, ma, di fronte a qualcosa di irrinunciabile, toccherà lasciarla e dare a James la possibilità di giocarsi il titolo ancora una volta. I nomi per cui fare pazzie sono principalmente due: DeAndre Jordan dei Clippers e Marc Gasol dei Grizzlies. Altrimenti, se si volesse sistemare qualcosa senza esagerare, ci sono Derrick Favors o Nerlens Noel sulla piazza.
Non è certo, però, che possa bastare ai Cavaliers per tornare alle Finals.