Nell’incerto Est, i Raptors vogliono le prime Finals: sogno o possibile realtà?

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DeMar DeRozan – © 2017 twitter.com/Raptors

In una Eastern Conference sempre più intricata e senza un vero e unico padrone, al contrario di quanto successo con i Cavaliers nelle ultime stagioni, i Raptors possono e vogliono crederci. Dopo aver chiuso per quattro stagioni consecutive ognuna con almeno 48 vittorie e aver superato lo scoglio del primo turno di playoff per due annate di seguito, ora è il momento del grande passo. Non basta più arrivare alle semifinali o addirittura alle finale di Conference. Non basta più fermarsi di fronte al gigante Cleveland o a chi lo potrebbe spodestare, con i rampanti Celtics in corsa insieme ai canadesi. L’obiettivo sono le prime Finals nella storia della franchigia, niente di meno.

CAMBIO DI MENTALITA’

Dubbi e incertezze hanno preso di mira le principali rivali di Toronto, in particolare in seguito ai costanti infortuni, da Gordon Hayward per Boston a Kevin Love per Cleveland, che per altro appare ancora lontana dal trovare un’alchimia vincente e potrebbe affidarsi unicamente all’onnipotenza di LeBron James. Il roster dei Raptors è rimasto pressoché identico rispetto a quello che ha subito un devastante sweep in semifinale a Est negli scorsi playoff. Eppure, qualcosa è radicalmente cambiato, soprattutto per quanto riguarda la mentalità offensiva. DeMar DeRozan, miglior giocatore della Eastern Conference nel mese di gennaio grazie a 25.3 punti e quasi 6 assist di media, oltre al record di franchigia a quota 52 punti contro i Bucks, è passato da 1.7 a 3.3 tentativi a partita da tre punti, con un salto di percentuale dal 26.6% al 32.5%. Risultato: quasi 3 tiri in meno rispetto all’anno scorso dal midrange e una percentuale reale al tiro schizzata al 50.1%. Corsa, movimento e tiri da tre punti sono il nuovo mantra in attacco per gli uomini di Dwayne Casey. Che sono anche molto meno dipendenti dalla lunaticità di Kyle Lowry, che gioca 4.6 minuti in meno e ha diminuito di 3.2 i possessi a partita rispetto a un anno fa. L’effetto immediato sono quasi sei punti in meno per lui, ma un miglior gioco di squadra, che fa funzionare meglio il meccanismo Raptors.

DIFESA E SOLIDITA’

Nel frattempo, nella metà campo difensiva, tutto continua a funzionare al meglio, anzi i canadesi hanno ulteriormente alzato l’asticella, entrando di fatto tra le primissime squadre nella Lega. Il quarto miglior offensive rating in NBA, con 109.8 punti segnati ogni 100 possessi, si accompagna infatti al terzo miglior defensive rating, con appena 103.2 punti subiti ogni 100 possessi. In totale un net rating positivo di ben 6.6 punti, quasi due punti superiore a quello dei Celtics e terzo nel complessivo, alle spalle soltanto delle due corazzate dell’Ovest, Warriors (+9.6) e Rockets (+7.6). Il secondo miglior record finora a Est (34-16), alle spalle soltanto degli scatenati biancoverdi (37-15), impone una riflessione sui Raptors e sulle loro potenzialità. Se effettivamente i Cavaliers continueranno a vivere nell’incertezza collettiva, una squadra come Toronto, capace di avere ben undici giocatori oltre quota 6 punti a partita e cinque oltre quota 10 di media, potrà compiere l’impresa sfuggita più volte in questi ultimi anni. I Raptors sono pronti a scrivere la storia, la NBA attende di scoprire se potrà avere una nuova, incredibile protagonista fino alla fine dei prossimi incandescenti playoff.