Next generation: Dennis Smith Jr, il nuovo volto di Dallas

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Dennis Smith Jr – mavs.com

Si respira aria di pesante ricostruzione a Dallas. Con quasi l’intero roster messo sul mercato, in vista della trade deadline (giovedì seguiteci sul nostro canale Twitter per rimanere aggiornati su tutti i movimenti ed i rumors di mercato), la capitale del Texas si prepara a vivere una seconda parte di stagione all’insegna di insuccessi, tanking e pianificazione del futuro, sulla stessa lunghezza d’onda, si potrebbe dire, della prima.

I Mavericks, infatti, occupano l’ultima posizione della Western Conference, possedendo il secondo peggior record (meglio solo degli Hawks) ed un roster fra i meno assortiti e incompleti dell’intera Lega. Eppure si intravede un bagliore di speranza, una scarica d’adrenalina in mezzo al deprimente contesto finora raccontato: si chiama Dennis Smith Jr, 21enne rookie da North Carolina State University, pescato con la nona scelta al Draft 2017. Playmaker puro, non solo collezionista di highlights della notte, Smith è arrivato nella NBA dopo essere stato scelto come miglior rookie del campionato NCAA e l’hype del prospetto di sicuro affidamento, confermandosi da protagonista nella Summer League di agosto (17 punti + 5 rimbalzi + 4 assist di media in 6 partite). Ricevute in consegna le chiavi della squadra, fra alti e bassi dovuti ad inesperienza e ingombrante carico di responsabilità, Dennis Smith Jr è l’elemento in grado di dare vigore e speranza ad un ambiente ormai sopito dopo la sbornia del titolo NBA datato ormai giugno 2011.

L’eredità di Wunder Dirk

Da Dallas sono passati negli anni fuoriclasse del calibro di Steve Nash, Jason Kidd, Jason Terry, Tyson Chandler, Shawn Marion. Soprattutto, però, dal 1998 il volto dei Mavericks coincide con quello di Dirk Nowitzki, leggenda che, alla soglia dei 40 anni suonati, continua a dispensare punti, rimbalzi, highlights e record. Il lento ma progressivo ticchettio del tempo, oltre che ad allontanare ricordi indelebili, apre il dibattito sul futuro, sull’incaricato a raccogliere la pesantissima eredità tecnica e carismatica di uno dei giocatori più forti ad aver mai indossato la casacca dei “cavalli indomabili”.

Cuban e soci sono convinti che Dennis Smith Jr abbia talento e spregiudicatezza necessari a centrare l’obiettivo, ad indossare i panni dell’uomo franchigia, tanto nel presente, quanto nell’avvenire dei texani. È vero, il suo curriculum (che lo prospettava più in alto di una 9° pick) meritava una continuità di prestazioni diversa da quella mostrata finora dal rookie dei Mavericks, che tra alti e bassi mostra lampi di talento smisurato, dinamismo ed atletismo, accompagnate da rivedibili percentuali al tiro dalla distanza. Classici step da superare nel processo di crescita di un 21enne che ha ricevuto in consegna le chiavi di un sistema NBA da un allenatore che non possiede propriamente pazienza ed abilità nel lavorare con i giovani. Sintomatico delle skills del ragazzo è infatti il rapporto con coach Carlisle, che in Smith ha intravisto il prototipo di giocatore perfetto per guidare la transizione offensiva, aprire il campo ed attaccare il canestro: “Non si tratta solo di dare libertà e responsabilità, si tratta di guadagnarsele, e Dennis ci è riuscito! Sta crescendo sotto ogni punto di vista: in attacco, in difesa, nella conoscenza dei compagni, in personalità e leadership.

Versatilità e adattamento

Saltate otto partite per il riacutizzarsi di un problema al ginocchio che lo perseguita fin dai tempi dell’High School, Dennis Smith Jr è scivolato fino alla nona scelta non solo per una salute tutto fuorché scontata, ma anche per caratteristiche poco conciliabili con le tendenze tattiche odierne. Point guard monovalente, abituata a concludere in penetrazione, poco propensa alla rotazione di palla e alla costruzione di un efficace tiro dalla distanza, del 21enne prodotto di North Carolina sorprende la velocità di apprendimento degli schemi impartiti dal proprio coach, che spesso e volentieri lo utilizza nel ruolo di shooting guard. Dai tempi di Kidd-Terry e Ellis-Calderon, Carlisle predilige giocare larghi tratti del match con due costruttori di gioco sul parquet, per allargare il campo e aumentare imprevedibilità e pericolosità offensiva. In questa stagione, Smith condivide spesso il parquet con JJ Barea, migliorando di conseguenza la propria abilità da catch and shoot (39%), sviluppando qualità da guardia pura che lo sdoganano dall’obbligo di mettere in ritmo i compagni e permettono maggiore libertà di concludere a canestro.

Un margine di crescita infinito, statistiche niente male per un rookie al suo quarto mese in NBA (15 punti, 5 assist, 4 rimbalzi in 30 minuti di media), unico Mavericks a comparire nel prossimo All Star Weekend: Dennis Smith Jr sarà infatti protagonista del Rising Star Challenge e dello Slam Dunk Contest.