Il 14 marzo 1988 in un ospedale di Akron, Ohio, la signora Sonia, moglie di Dell Curry, dà alla luce il primogenito, Stephen Wardell. 30 anni dopo, il 14 marzo 2018, lo Steph di cui sopra è un uomo ormai maturo, marito di Ayesha e padre di due bambine, e una stella NBA assoluta, capace di vincere due titoli con i Golden State Warriors, di inanellare record su record, un’icona mondiale della pallacanestro e probabilmente il singolo atleta capace di cambiare per sempre il Gioco nel terzo millennio.
La storia di Steph la sanno tutti, inutile sprecare tempo e parole, però solo qualche anno fa era tutt’altro che scontato che Curry diventasse questo, a causa dei tanti problemi di infortuni alle caviglie e in particolare in una NBA molto diversa da quella che è oggi (sono passati pochi anni eh, non secoli…), in cui il fisico, l’atletismo, il gioco duro e i contatti la facevano da assoluto padrone. Nel 2018 il neo trentenne Steph, che esattamente 10 anni fa si svelava al mondo trascinando il piccolo college di Davidson nel torneo NCAA, è in corsa per conquistare il terzo titolo di MVP e soprattutto parte come favorito, insieme ai suoi Golden State Warriors, per centrare il titolo, il terzo negli ultimi 4 anni.
Stephen Curry hit his 200th three-point field goal of the season, making him the first player in NBA history to hit at least 200 threes in six different seasons, doing so consecutively since 2012-13. pic.twitter.com/TWW2mCrGua
— Warriors PR (@WarriorsPR) March 3, 2018
Chi scrive è di parte e non lo nasconde, ma Curry con le sue giocate, il suo ball handling, i suoi tiri impossibili, le sue giocate senza senso e persino una presunzione spesso fastidiosa ma necessaria per imporsi con quel fisichino, è uno di quelli che nel 2018 riescono ad emozionare e a elettrizzare con la palla a spicchi in mano. Tanti auguri Steph!
Tutta la carriera di Stephen Curry riassunta in questa eccellente infografica firmata www.stampaprint.net/it.
