From the bottom to the top? I Sixers ci vogliono provare

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Ben Simmons, Philadelphia 76ers © 2017 Danny Bollinger/NBAE via Getty Images
Ben Simmons, Philadelphia 76ers © 2017 Danny Bollinger/NBAE via Getty Images
36 partite vinte e 30 perse. Sesto posto a Est a una sola sconfitta di distanza dal terzo. Dopo anni di tanking per ottenere le prime scelte al Draft, in casa Sixers si respira un’aria nuova: quella dei playoff. E magari con il vantaggio del fattore campo al primo turno. Siamo passati dal celebre Trust the Process a Start the Process. Entriamo dentro le ragioni della rinascita sportiva della squadra della Città dell’Amore Fraterno.

Il presente

L’ultima volta che Philadelphia ha avuto il vantaggio del fattore campo nella post-season correva la stagione 2002-2003 e il faro della squadra era un certo Allen Iverson. Una vita a livello sportivo, a cui sono seguiti anni di sconfitte. Quest’anno qualcosa è cambiato e il celebre Trust The Process twittato dalla stella del team Joel Embiid sembra quanto mai attuale.
Partiamo dai numeri. A meno di 20 partite dalla fine della regular season i 76ers sono una delle squadre più equilibrate della lega: l’attacco ha il sedicesimo offensive rating NBA, la difesa, vero punto di forza della squadra di Brett Brown, è la quinta migliore con 106.2 punti subiti di media ogni 100 possessi. Numeri importanti che hanno esaltato i tifosi e trasformato il Wells Fargo Center nell’ottavo palazzetto NBA per presenze.
Le chiavi della metà campo offensiva sono nelle mani della coppia d’oro di Phila: Joel Embiid, alla prima stagione al riparo dagli infortuni, autore di 23.5 punti a partita a cui aggiunge 11 rimbalzi, 3 assist e quasi 2 stoppate, oltre al probabile rookie dell’anno Ben Simmons viaggia a 16.5 punti, quasi 8 rimbalzi e 7.5 assist di media. Attacco sbilanciato con due sole punte? Niente affatto. In squadra ci sono tiratori come J.J.Redick (41,3% da 3 punti) e Dario Saric (39,5%) a cui si è aggiunto a febbraio il nostro Marco Belinelli con la sua doppia cifra di media e il 35,5% dalla lunga distanza.

Il futuro

Un futuro che si preannuncia spettacolare quello dei Sixers: tre quinti dei titolari sono under 23 (Embiid, Simmons e Saric), Robert Covington ha 27 anni e Fultz, prima scelta assoluta nell’ultimo draft, appena 20. Giocatori che promettono di riscrivere la storia della Lega nel prossimo decennio.
Il general Manager Bryan Colangelo ha ereditato la squadra che sta confermando le previsioni di BetStars, che la indicavano tra le favorite per la qualificazione alla post-season a Est, da Sam Hinkie, la vera e propria mente dietro The Process. Ma il suo merito è stato quello di integrare la gioventù dei suoi ragazzi con l’esperienza di veterani come JJ Redick, miglior tiratore e secondo realizzatore di squadra, Amir Johnson, ottimo cambio dei lunghi e con l’ultimo arrivato Marco Belinelli, subito integrato nei meccanismi dei Sixers.
Philadelphia dopo anni di sconfitte è ripartita con un nuovo progetto in cui i punti cardinali saranno Simmons e Embiid, due giocatori che potrebbero giocarsi il titolo di MVP della Lega nei prossimi anni. È stato lo stesso Belinelli a incoronare i due commentando una delle prime uscite con la nuova maglia. Il tiratore di San Giovanni in Persiceto ha sottolineato l’importanza dell’abilità di passatore di Simmons per innescare i tiratori e le doti tecniche e atletiche del centro camerunense, un giocatore arrivato tardi al basket e con potenzialità ancora tutte da esplorare.