Venezia: quante possibilità ci sono per il repeat?

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Ripetersi è sempre molto difficile. Soprattutto quando vinci un campionato “a sorpresa” come è successo a Venezia nella scorsa stagione. In quel caso tutti si aspettano che chi ha vinto ripassi immediatamente il testimone ai favoriti, a quelli che hanno investito di più (leggasi Milano) e che proprio per questo, secondo alcuni, sarebbero legittimati a vincere.
De Raffaele e il suo staff saranno saranno poco d’accordo con questa affermazione. Ormai, dopo l’anno scorso, hanno capito bene che niente è impossibile, basta crederci ed avere consapevolezza nei propri mezzi. Intanto sono primi in classifica a pari punti con Milano, e l’ultimo match di campionato contro Torino ha dimostrato che gli oro-granata stanno pian piano trovando la giusta condizione in vista della post season.

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Le caratteristiche della squadra sono più o meno le stesse dell’anno scorso. D’altronde non hanno cambiato tantissimo in estate. Il rimpianto maggiore rimane il non essere riusciti a riportare in laguna Julyan Stone, che ha preferito rimanere agli Charlotte Hornets, seppur ai margini delle rotazioni. Sappiamo bene, ricordando gli scorsi playoff, quanto sarebbe stato utile un giocatore del genere, anche in considerazione del fatto che al coach manca un vero playmaker (escluso De Nicolao), forse unica pecca di un roster, per il resto, coperto in ogni ruolo.

L’altra nota negativa, questa volta dettata esclusivamente dalla sfortuna, è stato l’infortunio di Gediminas Orelik, proprio nel momento in cui il lituano si stava dimostrando un giocatore in grado di fare la differenza nel nostro campionato.

Ma Venezia ha saputo reagire, e l’ha fatto da grande squadra. Ormai il sistema di gioco di coach De Raffaele è ben rodato e i ragazzi stanno riuscendo ad interpretarlo sempre meglio di partita in partita. Il roster è fatto di giocatori esperti, ormai abituati a giocare per vincere. La carta in più di questa stagione potrebbe essere Austin Daye, arrivato a Venezia proprio per sostituire Orelik. Con quasi 300 gare all’attivo in NBA (dove ha vinto anche il titolo nel 2014 con gli Spurs insieme a Marco Belinelli), è tornato in Italia dopo la stagione 2015/16 in cui aveva vestito la casacca di Pesaro (oltre 20 punti, 9 rimbalzi e 2 assist di media furono le sue cifre). Insomma con il suo talento e il suo atletismo può veramente dare una marcia in più a questa squadra (e in parte lo ha già dimostrato).

Attenzione però alla profondità del roster della Reyer (in grado di ruotare anche a 12), che potrebbe costituire un’arma a doppio taglio. In regular season è indubbiamente un punto di forza, che permette ai giocatori di rifiatare soprattutto in una stagione lunghissima come quella di Venezia. Ma durante i playoff inevitabilmente le rotazioni andranno un po’ aggiustate, con la necessità di trovare nuovi equilibri. Ma De Raffaele lo scorso anno ha vinto continuando sulla sua strada, ruotando 10-11 giocatori a partita, che è poi diventato il tratto distintivo della Reyer dello Scudetto, destinato a riproporsi anche quest’anno.

Se poi a tutto ciò aggiungiamo l’ingaggio di Edgar Sosa, giocatore che ha conquistato lo storico triplete con Sassari nella stagione 2014/15, il segnale diventa abbastanza chiaro: Venezia vuole riprovarci ed è pronta difendere a tutti i costi quel Tricolore cucito sulla maglia.