NBA Playoffs 2018: preview Western Conference

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La regular season si è chiusa coi fuochi d’artificio, con un’incertezza che non si vedeva da anni e con una griglia playoffs non definibile prima che tutte le gare fossero concluse. Ora però abbiamo le magnifiche 16, una rosa da cui usciranno le due finaliste e la squadra campione NBA 2018. I favori del pronostico vanno verso la Western Conference, con i Golden State Warriors a caccia della quarta Finals consecutiva e del terzo titolo degli ultimi 4 anni, e con gli Houston Rockets che vogliono capitalizzare una stagione regolare da urlo e con record su record. Le due migliori franchigie della Conference sono le principali candidate per giocarsi la finale ma occhio alle sorprese, con Thunder, Jazz, Blazers, Pelicans, Spurs e Timberwolves pronte a fare uno sgambetto!

NBA Playoffs 2018: calendario e risultati

(1) Houston Rockets vs. (8) Minnesota Timberwolves

In regular season: 4-0

Gli Houston Rockets si presentano al via dei playoffs col miglior record assoluto, 65-17, e reduci dalla miglior annata della storia, meglio anche della versione dei due titoli con Olajuwon a metà anni Novanta. Coach D’Antoni è stato bravissimo a far ricredere tutti i dubbiosi, io in primis, dell’accoppiata Harden-Paul, semplicemente devastante, ha trasformato Clint Capela in un giocatore decisivo e ha costruito un sistema letale, un mix tra gli isolamenti del Barba e di CP3 (4° e 1° per offensive rating), e le triple dei vari Gordon, Ariza, Anderson, Tucker e soci. Il vero salto di qualità è arrivato in difesa: il defensive rating è passato dal 18° del 2017 (106.4 punti concessi su 100 possessi) al 6° del 2018 (103.8), per il miglior net rating della Lega, 8.5!

Minnesota invece arriva ai playoffs probabilmente col sentimento di chi ha già fatto il suo dovere, conquistando una post season che mancava da 13 anni e che è stata raggiunta in modo rocambolesca, col successo in overtime sui Denver Nuggets nello “spareggio” di stanotte. La squadra è giovane e ha talento, KAT Towns in primis, ma dipende da Jimmy Butler, il leader, l’uomo barometro, colui che dà un minimo di dimensione difensiva alla squadra (23° per defensive rating, 108.4 punti concessi su 100 possessi).

(2) Golden State Warriors vs. (7) San Antonio Spurs

In regular season: 3-1

Il miglior attacco della NBA contro la 4° miglior difesa. Si può presentare così la serie tra Warriors e Spurs, confronto “monco” viste le assenze di Curry e Leonard. Golden State è la chiara favorita, non solo per superare il turno, ma anche per andare fino in fondo, però serve un deciso cambio di marcia perchè la squadra vista nel finale di stagione è stata pessima (7-10 nelle ultime 17 gare) e coach Kerr non ha gradito l’atteggiamento svogliato, soprattutto in difesa, dei suoi. L’assenza di Curry si farà in ogni caso sentire perchè è quello che dà musica, ritmo ed emozione al gioco e tutti i Warriors ne giovano, in primis Thompson e Durant (1.29 punti produce il pick&roll Steph-KD, il migliore in NBA). Occhio anche al fattore Iguodala in difesa: 100.5 di defensive rating con lui, 106.8 senza, il giorno e la notte.

E gli Spurs che fanno? La presenza di coach Popovich è una garanzia, ci sarà la motivazione di rifarsi almeno un po’ dello 0-4 della finale di Conference 2017, ma è difficile pensare che San Antonio vinca più di 2 gare al massimo. Moltb dipenderà da Aldridge, reduce da una stagione a 23 punti di media, e dall’apporto dei vari Green, Mills, Gay, Ginobili e Parker, questi ultimi due al canto del cigno.

(3) Portland Trail Blazers vs. (6) New Orleans Pelicans

In regular season: 2-2

Due squadre dal destino simile pur con percorsi diversi: i Blazers hanno iniziato male ma hanno ribaltato la stagione con una striscia di 13 vittorie dalla metà di febbraio mentre i Pelicans sembravano spacciati dopo l’infortunio di Cousins e invece hanno chiuso in maniera positivamente sorprendente. Si scontrano due formazioni con limiti e lacune evidenti (non grandi difese, poche rotazioni) ma con solisti strabilianti come Damian Lillard e Anthony Davis, il 4° e il 2° cannoniere NBA a 28 e 27 punti di media rispettivamente, sorretti dai vari McCollum, Nurkic, Rondo, Holiday e Mirotic.

Portland sembra avere qualche carta in più, proprio Nurkic ha giocato la miglior stagione in carriera cifre alla mano, Harkless e Aminu sono due ali duttili che possono essere decisivi in difesa sui cambi: poi i destini dipendono dai canestri di Lillard e McCollum che vogliono cancellare lo 0-4 del primo turno 2017 contro Golden State. I Pelicans vanno dove li porta Davis, senza dubbio, ma sarà determinante l’apporto degli “altri”, Holiday coi punti e Rondo con assist e leadership, senza scordarsi dell’impatto sul perimetro di Mirotic, Moore, Clark e Miller.

(4) Oklahoma City Thunder vs. (5) Utah Jazz

In regular season: 3-1

Sulla carta è la serie più equilibrata del primo turno a Ovest. Lo scontro tra una formazione, OKC, con tanto talento, una superstar con due stagioni di fila in tripla doppia di media come Westbrook (25.4 PPG, 10.1 RPG, 10.3 APG), più Paul George e Melo Anthony, ma discontinua e disfunzionale, e una che si basa su un sistema, su un’organizzazione di gioco creata da un top coach come Quin Snyder, e su un gruppo che ha saputo conquistare i playoffs vincendo 31 delle ultime 38 gare (17-26 al 15 gennaio).

I Thunder hanno il fattore campo, più talento nei singoli e variabili assolute come Westbrook, senza dimenticarsi uno Steven Adams decisivo a rimbalzo (Thunder primi in NBA per % di rimbalzi offensivi, 27.7). I Jazz però, al netto dell’anello debole Rubio, al debutto nei playoffs, hanno un Donovan Mitchell in stato di grazia (pagherà l’emozione della matricola?), frecce come Ingles, Crowder e Favors, e una difesa eccezionale (la seconda in NBA per rating, 101.6, a 0.1 dai Celtics) arroccata al francese Rudy Gobert, il più serio candidato a DPOY.