Torino: dal trionfo alla disfatta. Come è stato possibile?

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Diante Garrett – © 2018 facebook.com/FiatTorinoAuxilium

Sembrava l’anno buono per rivedere finalmente Torino tra le migliori squadre della pallacanestro italiana. Anzi, era l’anno buono, lo è stato almeno fino al 18 febbraio, giorno in cui il capitano Peppe Poeta ha alzato, per la prima volta nella storia della società, la Coppa Italia. Poteva essere l’inizio perfetto, seppur travagliato, di una nuova era del basket piemontese. Una società solida con uno sponsor di primissimo livello, un coach giovane e (apparentemente) molto capace, un roster esperto e talentuoso. Insomma c’erano tutti i presupposti per togliersi tante altre belle soddisfazioni, già in questa stagione.

Eppure, dal quel 18 febbraio, tralasciando la vittoria nel match immediatamente successivo al trionfo in Coppa contro Capo d’Orlando, Torino non è stata più in grado di ottenere una vittoria. Ad oggi, ha una serie aperta di 7 sconfitte consecutive, e i playoff sono ormai diventati un miraggio.

Cosa è cambiato rispetto a soli due mesi fa? Come è possibile che una squadra, subito dopo aver ottenuto uno storico successo, non riesca più a reagire?

Probabilmente le cause di una possibile disfatta si erano manifestate già prima del successo in Coppa. Emblematico è stato l’addio di coach Banchi, che in estate aveva sposato l’ambizioso progetto dell’Auxilium, tra l’altro avvenuto in un momento favorevole per la sua squadra. La vittoria alle Final Eight però aveva fatto passare (giustamente) tutto in secondo piano, anzi ci si era quasi dimenticati di ciò che era appena successo. Anche perché i risultati del weekend di Coppa lasciavano ben sperare.

La promozione ad head coach di Paolo Galbiati, fino ad allora assistente di Banchi, si era mostrata subito una mossa vincente. Nonostante la sua scarsa esperienza, il neo coach era riuscito a guidare abilmente un gruppo di veterani, pur subentrando in un momento delicatissimo della stagione. Inoltre, il sostituto di un altro “scappato” come Patterson, Vander Blue, aveva addirittura conquistato il premio di Mvp della Coppa Italia, nonostante fosse sbarcato a Torino solo qualche giorno prima. Insomma Torino si trovava in una situazione praticamente perfetta, quasi utopica.

Le questioni precedenti erano state subito rimosse. Molti le avevano definite come semplici incidenti di percorso. Ma, a ben vedere, è proprio lì che bisognava soffermarsi: infatti potrebbe essere stato proprio il trionfo in Coppa Italia ad aver mascherato i problemi più profondi della società del presidente Forni, che in parte erano già emersi nelle settimane precedenti. Torino ha pagato caro l’incapacità di comprendere a fondo le situazioni che si erano verificate e di interpretare al meglio i segnali che la squadra stava dando.

Infatti molti puntano il dito contro la dirigenza, e le dichiarazioni fatte dai due coach che sono stati sulla panchina di Torino quest’anno vanno più o meno nella stessa direzione: Banchi aveva denunciato la troppa ingerenza dei vertici dirigenziali in questioni tecniche, giustificando così le sue dimissioni, mentre Recalcati aveva lasciato intendere che la situazione fosse diventata ingestibile e di riuscire a fare ben poco per migliorarla.

Ad oggi quindi, le cose sono ben diverse. Coach Galbiati, da giovane talento della panchina, è diventato quasi lo “zimbello” della situazione, quello con cui prendersela perché le cose non vanno bene. Molti dei suoi giocatori mostrano poca fiducia nei suoi confronti, come dimostrato dall’atteggiamento poco rispettoso tenuto da alcuni durante i time-out.

Il fenomeno Vander Blue ha da poco transato il suo contratto per motivi personali, concludendo la sua esperienza italiana con cifre non esattamente da Mvp. I suoi 3.1 punti di media in 7 gare, che coincidono esattamente con la striscia di 7 sconfitte consecutive dell’Auxilium, dimostrano che spesso, in certe situazioni, il talento non basta.

Arrivati a questo punto, meglio pensare a come rifondare la prossima stagione, consapevoli di quanto di buono è stato fatto anche quest’anno. Innanzitutto Torino avrà a disposizione una wild card per la l’EuroCup anche per la prossima stagione, avendo dato garanzie sulla crescita della struttura societaria, l’utilizzo del PalaVela e gli investimenti sul settore giovanile. Inoltre la società piemontese sta trattando un nuovo accordo con il main sponsor FIAT, che dovrebbe permettere un considerevole aumento del budget. Per quanto riguarda il roster invece, non c’è ancora nessun accordo, a parte quello già raggiunto subito dopo la Coppa Italia con Peppe Poeta. L’obiettivo primario è quello di inserire giocatori italiani di livello, e in questo senso c’è un forte interessamento per Ariel Filloy, attualmente sotto contratto con Avellino.