Il futuro è dei Celtics: a un passo dalle Finals, le mosse per l’offseason

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Jayson Tatum – © 2017 facebook.com/bostonceltics

Dopo cinque minuti dall’inizio della regular season, i Celtics erano già sull’orlo della disperazione. La meravigliosa squadra costruita in offseason per contrastare lo strapotere di LeBron James aveva già perso uno dei suoi più grandi protagonisti, Gordon Hayward, per l’intera durata della stagione. Il 5 aprile scorso, poi, la seconda delirante notizia dell’anno, se possibile ancor più dolorosa della prima: Kyrie Irving, atteso da protagonista al duello contro i suoi ex Cavaliers nelle finali a Est, avrebbe saltato l’intera postseason dopo un intervento al ginocchio. Boston, però, non molla mai. E, centimetro dopo centimetro, ha costruito una cavalcata meravigliosa ai playoff fino alla decisiva gara 7 al TD Garden contro sua maestà, il Re. James ha mantenuto la corona sul capo per l’ottavo anno di fila, volando ancora alle Finals, ma sa bene che il prossimo anno, con Hayward e Irving affamati di vendetta, non sarà più il favorito.

CHE CAVACALTA!

Non sono tanto le 55 vittorie in regular season, un paio in più dell’anno scorso e con la mancata soddisfazione di chiudere in vetta a una Eastern Conference dominata, almeno fino ai playoff, dai Raptors. Nemmeno il primo turno di postseason, superato a fatica con un sudato 4-3 contro i sorprendenti Bucks, ha fatto la differenza. Poi, però, coach Brad Stevens ha preso la squadra sulle spalle e ha costruito un autentico miracolo, sbarazzandosi in cinque partite degli acerbi Sixers e arrivando a un solo passo da un’impresa colossale contro i Cavaliers. Togliere le Finals a James significa scrivere una rivoluzione dell’Est, che mai ha visto un dominio incontrastato per così lungo tempo, tra Miami e Cleveland. Anche soltanto arrivare a Gara 7 senza Hayward e Irving, però, entra nel novero dei traguardi storici. Stevens, però, non può e non deve accontentarsi: con il roster al completo i suoi Celtics possono raggiungere nell’immediato non soltanto le Finals, ma anche il Larry O’Brien.

LA SITUAZIONE A ROSTER

Irving-Hayward © 2017 celtics.com

Dopo essersi mossi con così tanta saggezza nelle passate offseason, il magico general manager Danny Ainge è atteso a un’estate meno torrida del solito. Agli 80 milioni di dollari “bloccati” tra Hayward, Irving e Al Horford, va aggiunta la misera cifra di 17 milioni totali per l’intera prodigiosa gioventù composta da Jayson Tatum, Jaylen Brown, Terry Rozier, Guerschon Yabusele e Semi Ojeleye, oltre ad appena 5 milioni per l’ottimo Marcus Morris. Horford ha trascinato la squadra da leader tra parquet e spogliatoio, Hayward e Irving non sono in discussione, anche se attesi al pronto riscatto nella prossima stagione, ma il vero miracolo di Ainge è stato costruire una squadra in grado di arrivare a un passo dalle Finals tra Draft oculati, sempre da protagonista, e innesti mirati senza sperperi.

NODO SMART

Il grande nodo, in vista dell’estate, riguarda Marcus Smart. I suoi numeri in carriera sono nulla più che modesti: 9.4 punti di media, con percentuali per nulla eccezionali né dal campo (36%) né da oltre l’arco (29%), 3.7 rimbalzi e 3.9 assist. Chi ha seguito i playoff dei Celtics, però, ha visto in toto il suo valore sui due lati del campo, in particolare in termini difensivi. Oltreoceano lo definiscono un “Draymond Green in versione ridotta“, in grado di difendere contro chiunque abbia di fronte. E Boston non ha intenzione di lasciarlo partire senza lottare, così come Smart, per sua stessa ammissione, non vorrebbe abbandonare i C’s. Attenzione, però, perché i 22 milioni di salary cap rimasti prima di toccare i 123 di luxury tax, non consentono pazzie se si vuole rinforzare ulteriormente il roster. Fermo restando che la conferma di Smart, che ha dato anima e corpo a Boston per diventarne protagonista, è probabilmente la scelta migliore per Stevens in ogni caso.

COSA FARE IN ESTATE

Se si riuscisse a convincere Smart a restare nel novero dei 15 milioni di dollari per la prossima stagione, nonostante lui stesso pensi a ragion veduta di valerne di più, si potrebbe tentare l’assalto a qualche free agent per completare l’opera in vista del prossimo anno. Con tanti giovani di estremo talento a disposizione vien facile pensare a una trade per arrivare a Kawhi Leonard, con gli Spurs in via di ricostruzione per non interrompere gli sfarzi della gestione Gregg Popovich. Soprattutto per questioni di salary cap, però, è più intuibile dirigersi verso innesti dall’impatto meno deciso, ma pur sempre immediato. Due nomi interessanti a disposizione portano a Tyreke Evans e Will Barton, reduci da una buona stagione rispettivamente ai Grizzlies e ai Nuggets. La conferma di Greg Monroe è difficile da auspicare, mentre Aron Baynes nei playoff ha dimostrato di valere il palcoscenico nelle rotazioni di Stevens. Attenzione, poi alla scelta numero 27 al Draft, che potrebbe nascondere l’ennesima gemma per i Celtics. Quelli che, a roster completo, sono i nuovi favoriti per la corona di King James.