I Rockets mollano all’ultimo, Golden State è ancora la regina dell’Ovest

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Warriors Western Conference Champions – © 2018 twitter.com/warriors
Quattro anni fa la prima sfida vinta dai Warriors, l’anno successivo toccò ai Cavs della coppia James-Irving, lo scorso anno Golden State banchettò su una Cleveland spenta. E quest’anno?
La storia si ripete perché dopo la Finale raggiunta ieri dai Cleveland Cavaliers di un regale LeBron James, quest’oggi è toccato alla franchigia della Baia vincere gara 7 contro gli Houston Rockets e guadagnarsi così l’accesso alla 4° NBA Finals consecutiva.

A trascinare i compagni, dopo un primo tempo difficilissimo con tantissime palle perse forzate, tiri sbagliati ed errori in difesa (la replica di gara 6 in pratica) ci ha pensato Stephen Curry che da leader tecnico della squadra ha messo a segno le giocate giuste, nel momento giusto, infiammando così compagni e zittendo i tifosi dei Rockets.

Dei Warriors che nonostante l’assenza di Andre Iguodala, giocatore equilibratore della squadra, sono rimasti solidi assorbendo l’incredibile spallata che James Harden e i Rockets avevano dato alla partita nel 1° tempo. Nei secondi 24 minuti, però, la difesa californiana ha alzato il livello, ha tolto le soluzioni al ferro dei texani che si sono trovati a tirare tanti buoni tiri da tre (alcuni anche molto forzati a dire il vero) ma senza segnarne nessuno: lo 0/27 è il nuovo record NBA nella storia dei playoff per tiri da tre sbagliati consecutivamente.

Steve Kerr, dopo aver sudato freddo per almeno un tempo, può però sorridere per la condizione fisica della sua squadra: se LeBron James alla fine di gara 7 contro i Celtics è sembrato esausto, i Fab Four dei Warriors sono sembrati in ottime condizioni atletiche, alzando il loro volume di gioco e la loro intensità nei secondi tempi di gara 6 e gara 7. Un ottimo segnale per la squadra in vista delle NBA Finals che inizieranno nella notte italiana tra venerdì 1 giugno e sabato 2.
Ma un altro punto positivo per il coach è che Stephen Curry in questi playoff sta viaggiando alle cifre più basse delle ultime 4 postseason, ma nonostante questo (anche ovviamente per l’arrivo di Kevin Durant) il suo impatto sui risultati e le prestazioni di squadra sembra essere addirittura salito. È lui che accende le partite, è lui che trascina i compagni con 2 triple o 2 assist importanti, è lui che, nonostante con l’arrivo di KD si sia dovuto un po’ ridimensionare e diminuire i suoi possessi (tiri e tocchi compresi), rimane la vera anima dei Golden State Warriors.