I Cavs aspettano LeBron che aspetta CP3: cosa succede nel frattempo?

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Cleveland Cavaliers – © 2018 twitter.com/cavs

Buona parte del futuro dei Cleveland Cavaliers dipenderà, come è normale che sia, dalla scelta che LeBron James farà per quanto riguarda la prossima stagione. Il Re se la sta prendendo comoda, in attesa di capire bene come i team interessati a lui hanno intenzione di muoversi durante questa off-season. Chris Broussard, NBA insider, sostiene che LeBron non ha ancora deciso cosa fare del suo futuro poiché ci sono “so many moving parts involved”, in primis Chris Paul, dal cui futuro potrebbe dipendere anche quello del 23.

In effetti, Houston è ad oggi una delle principali candidate ad accogliere il Re, ma solo se rimane anche CP3. Ma l’impasse riguardante l’estensione del contratto al max salariale rischia di compromettere la prosecuzione del rapporto tra i Rockets e la loro point guard. Nel momento in cui il matrimonio dovesse finire, si aprirebbe uno scenario molto suggestivo. Infatti entrerebbero in scena i Lakers, disposti (e ne avrebbero effettivamente la possibilità) a mettere sotto contratto sia LeBron che CP3 (in alternativa a Paul George). In questa vicenda, non bisogna tralasciare nemmeno ciò che succederà a San Antonio, dove Kawhi Leonard ha espresso la sua volontà di lasciare la banda di Pop per andare a giocare a Los Angeles, sponda giallo-viola. A quel punto bisognerà capire quali saranno le scelte e le priorità della dirigenza dei Lakers che, considerando il forte appeal che continuano ad avere nella lega, si troveranno di fronte a delle scelte piuttosto complicate. In tutto ciò non bisogna dimenticare i Sixers, che stanno facendo il possibile per liberare spazio salariale per poter firmare James e continuare The Process.

Quel che è certo è che LeBron ha intenzione di andare nella squadra che sarà potenzialmente più in grado di strappare il titolo ai Golden State Warriors, perché, qualsiasi cosa si voglia dire o pensare, il Re ha ancora voglia di conquistare un altro anello.

I Cavs hanno dunque dovuto affrontare il draft senza alcuna certezza sul futuro del loro giocatore più importante; hanno dovuto fare delle scelte senza sapere quali saranno le gerarchie e in che modo giocheranno la prossima stagione, provando a prendere giocatori in grado di fare bene con o senza LeBron. Con la pick #8 i Cavaliers hanno selezionato Collin Sexton, point guard da Alabama, che nell’ultimo anno al college ha avuto 19.2 ppg, 3.8 rpg e 3.6 apg. Spetterà quindi a lui prendere in mano le redini del gioco dei Cavs, cercando di fare quantomeno meglio dei suoi pari ruolo di quest’anno e provando a ricalcare le orme di un certo Kyrie Irving, l’ultima vera point guard ad avere una buona intesa con il Re. Dunque, la pressione sulle sue spalle si fa già sentire, ma tanto per cominciare Sexton ha dimostrato tutta la sua personalità, scegliendo proprio la maglia numero 2, la stessa indossata da Irving, come a dire “dimenticate lui che ora ci sono io”. Sì perché stiamo parlando di un giocatore molto sicuro di sé e dei suoi mezzi tecnici, che non ha alcuna paura di prendersi responsabilità o di confrontarsi con altri giocatori.

Ma la notte del draft non è stata solo Sexton per i Cavs. Terminato il secondo giro infatti, la squadra dell’Ohio ha deciso di offrire un contratto anche a Billy Preston, considerato da molti uno dei migliori talenti del Draft 2018, ma scartato da tutti dopo una stagione in cui non ha giocato praticamente mai, a causa di un incidente stradale e della successiva esclusione della sua squadra. Dunque, un’autentica scommessa per Cleveland, che però è sicura che il prodotto da Kansas possa dimostrare quanto di buono fatto al college.

Nel frattempo, i Cavs hanno dovuto iniziare a muoversi sul mercato, anche se col freno a mano tirato. L’obiettivo principale è quello di riconfermare Kevin Love, ritenuto una pedina fondamentale per la squadra di coach Lue, con o senza LeBron, con i cui manager la dirigenza dei Cavs ha fatto sapere di stare avendo un ‘buon dialogo‘, in attesa della sua scelta. Anche Sexton si è voluto presentare con un messaggio per LeBronlet’s do it“, che suona più come un “non mi lasciare solo”, che alla fine è un po’ quello che vorrebbero tutti i tifosi dei Cavs, consapevoli che se il 23 dovesse decidere di andare via, per quanto la dirigenza abbia dichiarato di voler costruire comunque una squadra competitiva, finirebbe un’era che lascerebbe poche certezze sul futuro della franchigia dell’Ohio.