I Dallas Mavs sono la squadra giusta per Luka Doncic?

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Luka Doncic, Dallas Mavs – – © 2018 twitter.com/dallasmavs

La serata del Draft è stata ovviamente quella di DeAndre Ayton, scelto con la prima chiamata assoluta dai Phoenix Suns come ci si attendeva. Ma per molti il grande colpo l’hanno fatto i Dallas Mavericks che pochi minuti prima che gli Atlanta Hawks scegliessero con la #3, si sono assicurati via trade la scelta (in cambio della #5 e di una scelta del primo giro 2019), tramutata poi in Luka Doncic.

The Wonder Boy è passato dall’essere la possibile n.1 ad addirittura uscire dalla Top 5 nel giro di qualche ora. Nei giorni precedenti al Draft i mock si sono sbizzarriti non capendo dove sarebbe potuto finire lo sloveno. Con un colpo di coda Mark Cuban e la sua franchigia però si sono assicurati un talento che in Europa si è visto pochissime altre volte, già abituato a giocare partite di alto livello (Eurobasket, Eurolega, Liga ACB le ultime 3 competizioni a cui ha partecipato e vinto) ma ancora con grandi margini di miglioramento.

Personalità

La sua maturità a livello di personalità e leadership ha sorpreso un po’ tutti ed in NBA gli servirà per imporsi da subito. Quest’anno Doncic è stato il leader maximo del Real Madrid ma a Dallas le cose non saranno così. La presenza di Dirk Nowitzki resta utilissima ma ovviamente ingombrante a livello di possessi quando il tedesco è in campo, così come la presenza di Dennis Smith Jr. che è un giocatore che rende quando ha la palla in mano per creare (soprattutto per se stesso). Barnes e Matthews poi restano due veterani che ai Mavs sono decisivi, mentre dalla panchina non ci si può scordare JJ Barea, che i suoi minuti li reclama sempre, soprattutto grazie a cosa fa in campo.

Coach Carlisle una sicurezza

Per il modo di giocare di Doncic, lo stile dell’ormai storico allenatore dei Mavs sembra adattarsi molto bene: contropiede quando possibile, transizione se ce n’è la possibilità, altrimenti attacco a metà campo fatto di tanti passaggi e movimento di palla e uomini. Azioni in cui tanti giocatori toccano la palla per poi magari chiudere con un pick and roll, la specialità della casa Doncic. Una capacità unica di passare la palla direttamente al lungo per fargli fare un canestro al ferro, o di punire eventuali aiuti delle difese sparando delle fucilate per i tiratori negli angoli. Testa sempre alta e visione periferica non comune gli permettono di vagliare le diverse soluzioni e scegliere sempre la più giusta.

Queste caratteristiche faranno ben felice Carlisle che con lui e Smith proverà a ricreare la coppia del Titolo formata da Kidd e Terry (con le dovute proporzioni e le differenze tecniche e tattiche degli interpreti ovviamente). Il coach da sempre ama giocare con 2 portatori di palla (i Mavs avevano anche Harris e Barea come coppia che entrava dalla panchina ad esempio) per creare situazioni di gioco differenti, ed ora che gli isolamenti di Nowitzki si sono ridotti per ovvi motivi, questa necessità sarà ancora più ampia.

La squadra giusta?

Come sempre le valutazioni si potranno fare dopo almeno 4-5 mesi di basket giocato, perché prima sarebbero tutte supposizioni ma impossibili da prevedere. Di sicuro tra le franchigie che avrebbero potuto sceglierlo i Dallas Mavericks sono gli unici con un vissuto recente vincente (Suns, Kings, Hawks, Grizzlies, Magic non si capisce bene quale tattica abbiano in mente) e con delle idee abbastanza chiare. Infatti Mark Cuban ha ingoiato un paio di stagioni negative con tante sconfitte, con la speranza proprio di trovare uno come Doncic, capace di cambiare il volto alla franchigia per tornare competitivi. E le scelte di mercato fatte sono state azzeccate perché Dallas ha spazio per provare a prendere un big man (DeAndre Jordan o DeMarcus Cousins ad esempio) e andare a coprire quella zona scoperta alzando notevolmente il livello della squadra.

Insomma Doncic pare capitato nel momento giusto nella squadra giusta. E i Mavs sono stati bravi a non farsi sfuggire quello che al di qua dell’Oceano in molti paragonano addirittura a Drazen Petrovic.