Da coach Brown a Carlos Delfino: quali sono i progetti di Torino?

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Larry Brown – © 2018 https://www.auxiliumpallacanestro.com

A molti sembrava un’ipotesi remota, quasi impossibile, che l’unico coach della storia ad aver vinto sia l’NBA, con i Detroit Pistons nel 2004, sia l’NCAA, con Kansas nel 1988, venisse ad allenare in Italia. Eppure, dopo 23 stagioni in NBA (l’ultima squadra allenata furono gli Charlotte Bobcats nel 2010) e un premio di Coach Of The Year nel 2001, Larry Brown, quinto allenatore nella storia NBA per numero di vittorie, è approdato a Torino. Durante la prossima stagione, sarà affiancato in panchina dal suo assistente di fiducia Dante Calabria (ex conoscenza del nostro campionato), oltre che dai coach di casa Galbiati e Comazzi.

Coach Brown: l’uomo giusto per cominciare un nuovo ciclo?

Un gran colpo di mercato dunque per la squadra del presidente Forni, che ha messo in panchina uno degli allenatori più esperti e vincenti ancora in attività. Difficile individuare le motivazioni che hanno spinto la dirigenza torinese a fare una tale scelta, soprattutto in un’ottica di lungo periodo. Il valore di coach Brown è fuori discussione, ma per quanto tempo (contratto 1+1) potrà dare il suo contributo? Alla prima esperienza europea, riuscirà fin da subito ad ottenere risultati positivi, senza deludere le tante aspettative che società e tifosi hanno riposto in lui? Non sarà semplice, anche perché da un coach del genere ci si aspetta tutto e subito, molto più che in altre occasioni. Il suo ingaggio può essere considerato quindi come una mossa di marketing messa in atto semplicemente per aumentare gli introiti societari di breve periodo?

In realtà, la logica razionale alla base di questa scelta da parte del presidente Forni – che del neo coach ha detto di apprezzare il bagaglio unico di qualità, doti e cultura cestistica – potrebbe essere stata un’altra. L’obiettivo di più lungo termine potrebbe essere quello di considerare coach Brown come un formatore, più che per i giocatori, per quello che sarà il futuro coach di Torino, verosimilmente Paolo Galbiati, che tanto bene aveva fatto in Coppa Italia, ma che alla lunga ha pagato la sua inesperienza. In quest’ottica, la scelta di investire sul 77enne coach può essere spiegata anche in una prospettiva di medio/lungo periodo. L’obiettivo finale sarà quello di portare a Torino entusiasmo e mentalità vincente, che dovrà pervadere ogni singolo ogni singolo attore della famiglia Auxilium. Per fare questo, chi meglio di coach Brown?

Inoltre ci sarà da affrontare anche quest’anno l’Eurocup, un impegno notevole contro squadre importanti, in cui Torino vuole ben figurare e che quindi necessita di una guida con esperienza.

Dopo Carlos Delfino, in arrivo altri ex NBA?

Sistemata (molto bene) la panchina, ora ci sarà da pensare al roster. Il parco italiani è già completo, anche se non è da escludere l’eventualità di un ulteriore innesto (sfumata però l’ipotesi Fontecchio). Il nome più altisonante tra i nuovi arrivi è indubbiamente quello di Carlos Delfino, pupillo di coach Larry Brown, che lo aveva già allenato nella stagione 2004/05 a Detroit. La 36enne ala, per anni pilastro della Nazionale argentina, che aveva trascorso i primi anni della sua carriera con le maglie di Reggio Calabria e Fortitudo Bologna, torna in Italia dopo una lunga militanza oltre oceano, con il compito di essere una sorta di “Larry Brown in campo”. Se il coach avrà il compito di guidare la squadra dalla panchina, spetterà a Cabeza essere il leader sul parquet. Di certo, l’esperienza non gli manca; maggiori dubbi ci sono invece sulla sua tenuta fisica, a causa di una serie di infortuni che l’hanno tenuto diverso tempo ai box nella passata stagione, giocata a piccolissimi tratti con la maglia del Baskonia.

Oltre all’italo-argentino, gli altri giocatori che attualmente fanno parte del roster dell’Auxilium sono il confermatissimo capitano Peppe Poeta, Marco Cusin, arrivato da Milano, Simon Anumba, classe ‘96 prelevato da Battipaglia in Serie B, e David Okeke, che rientrerà dall’infortunio a dicembre.

Per quanto riguarda gli stranieri invece, ancora niente di ufficiale. Ovviamente si confida nell’appeal di coach Brown per riuscire a convincere qualche ex NBA (come accaduto con Delfino) o qualche giocatore che sarà scartato dopo la Summer League. Dunque, bisognerà aspettare ancora un po’ prima del prossimo colpo di Torino. Un tentativo era stato fatto per Jalen Reynolds, l’anno scorso a Reggio Emilia, il quale però ha accettato l’offerta dello Zenit San Pietroburgo. Più percorribili potrebbero essere le piste che portano a Royce White, ex Iowa State che nell’ultima stagione ha giocato in Canada, e Yannick Moreira, centro angolano, già allenato da coach Brown a SMU.