Venezia pronta per ripartire: sarà all’altezza dell’Olimpia Milano?

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MarQuez Haynes © facebook.com/ReyerVenezia

La stagione 2017/18 è finita poco più di un mese fa. Venezia aveva l’obiettivo di difendere lo Scudetto vinto nella stagione precedente, e non si può dire che non l’abbia onorato fino in fondo, conquistando il primo posto al termine della regular season e raggiungendo la semifinale ai playoff. Nel complesso però, i risultati ottenuti sono stati non all’altezza delle tante aspettative che c’erano attorno alla squadra del presidente Casarin, ma che comunque hanno testimoniato la solidità del progetto Reyer.

L’obiettivo della prossima stagione sarà quindi quello di continuare questo percorso di crescita, confermandosi quantomeno sui livelli delle ultime due stagioni. Il roster è praticamente già completo. Sebbene non ci siano state cessioni importanti, oltre a quella di Peric, le domande che si stanno ponendo gli addetti ai lavori sono sempre le stesse. Continuerà ad essere Venezia la principale rivale dell’Olimpia alla lotta al titolo? I nuovi arrivati le permetteranno di fare il salto di qualità, riducendo il gap con i campioni in carica di Milano?

Oltre al tanto atteso ritorno di Julyan Stone, il giocatore da cui ci si aspetta di più, tra i nuovi arrivati, è sicuramente Deron Washingoton. Reduce da due anni non proprio brillanti a Torino, dove avrebbe potuto fare decisamente meglio, arriva a Venezia con un ruolo molto differente da quelli avuti nelle ultime stagioni. Non sarà una pedina imprescindibile, ma dovrà farsi trovare sempre pronto quando coach De Raffaele, maestro nel tenere “caldi” tutti i suoi giocatori, lo chiamerà in causa. Le qualità dell’ala americana sono fuori discussione; starà a lui calarsi al meglio nella realtà Reyer per provare, seppur con caratteristiche differenti, a far sentire il meno possibile l’assenza, dopo tanti anni, di Hrvoje Peric.

Gli altri due nuovi, Marco Giuri e Valerio Mazzola, sono a un passo importante per le loro carriere. Entrambi 30enni, hanno costruito le loro carriere dal basso, spesso calandosi alla perfezione nel ruolo di “riserve”, un ruolo che non tutti riescono a interpretare. Eppure, sono stati in grado di diventare elementi imprescindibili in qualunque squadra abbiano giocato, pur non essendo quasi mai le prime scelte dei loro coach.

Dedizione al lavoro e voglia di migliorarsi e mettersi sempre in gioco sono le loro caratteristiche distintive. Quest’anno sarà un’esperienza completamente nuova per loro perché, pur conservando il loro ruolo da co-primari, dovranno fare i conti con una realtà tutta diversa, dove la concorrenza sarà alta e l’obbligo di vincere diventerà una pressione in più, soprattutto per due come loro, alla prima esperienza con un ruolo importante in una squadra di vertice. Sul fatto che daranno il massimo anche in questa nuova sfida non ci sono dubbi; ma la domanda che ci si pone è: sono veramente gli elementi migliori che Venezia poteva trovare sul mercato italiano per continuare a competere contro una Milano che si è ulteriormente rinforzata?

Infine, non sarà da sottovalutare l’impatto che avrà, dentro e fuori dal campo, il ritorno in maglia oro-granata di Julan Stone, dopo la parentesi oltreoceano con gli Charlotte Hornets. Indubbiamente sarà un valore aggiunto per la Reyer, come testimoniato dall’ottima stagione disputata due anni or sono. D’altra parte però, Venezia ha dimostrato di aver trovato nuovi equilibri l’anno scorso, quando il prodotto di UTEP decise di giocarsi le sue chance in NBA, responsabilizzando altri giocatori e riadattando il suo sistema di gioco. Ora viene spontaneo chiedersi quale impatto potrà avere Stone nelle gerarchie e nel modo di giocare di Venezia. Indubbiamente un giocatore del suo talento non può ricoprire un ruolo marginale nella squadra di coach De Raffaele, che avrà quindi l’arduo compito di programmare una nuova Reyer, cercando di valorizzare al massimo i nuovi arrivati, senza perdere la fiducia di chi è rimasto, nella consapevolezza che a Venezia potrà togliersi ancora tante soddisfazioni.