Warriors-Cousins, Lakers-Rondo ennesimi colpi di scena della Free agency

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DeMarcus Cousins – © 2017 twitter.com/PelicansNBA

Che la Free agency NBA fosse un momento davvero strano, soprattutto nelle primissime ore e giorni, è cosa risaputa, ma quello a cui stiamo assistendo quest’anno forse batte anche tutte le altre stagioni precedenti. Se l’anno scorso e quello precedente erano stati caratterizzati da contratti a cifre stratosferiche, quest’anno sono i colpi scena e le scelte inspiegabili (di squadre e giocatori) a tenere banco.
La scelta di LeBron James di andare ai Lakers era attesa ma non scontata, così come la scelta di Paul George di restare ai Thunder o di Marco Belinelli di andare agli Spurs, ma i colpi davvero strani stanno continuando ad arrivare: l’ultimo in ordine temporale è quello dei Golden State Warriors che si assicurano DeMarcus Cousins.

Cousins si rilancia ai Warriors

Sul centro c’era forte l’interesse anche dei Portland Trail Blazers che sembravano pronti a prenderlo con una sign and trade che coinvolgesse Jusuf Nurkic ma non se n’è fatto nulla. Si pensava potessero essere i Los Angeles Lakers la sua nuova meta visto che LeBron sta cercando qualche giocatore di livello da aggiungere al roster, oppure i Washington Wizards alla ricerca di un centro dopo la cessione di Gortat oer riformare la coppia di Kentucky Wall-DMC.
Ed invece quando si sono inseriti i Golden State Warriors offrendo un contratto annuale da 5.3 milioni di dollari (la mid-level exception) Boogie non ha esitato accettando volentieri di diventare il nuovo centro della squadra campione NBA in carica.
Cousins nella Baia avrà il tempo per recuperare del tutto dal suo infortunio al tendine d’Achille senza fretta e pressione (dovrebbe tornare tra dicembre e gennaio), e poi giocare un numero di minuti contingentato per poter esprimere a pieno tutto il suo potenziale, che è enorme: 25 punti, 13 rimbalzi e 5 assist di media lo scorso anno prima dell’infortunio, numeri che solo altri 5 giocatori nella storia NBA sono riusciti a tenere.

Fit giusto per Golden State?

Un colpo veramente a sorpresa che rende GSW ancora più forte, pericolosa e profonda, visto che il quintetto base sarà formato da 5 All Star e nessuno a fine carriera, anzi! Un’occasione che il GM Bob Meyers non si è lasciato sfuggire e che dimostra come Golden State sia una delle poche franchigie al momento che sa cosa stanno facendo e quale direzione prendere anche sul mercato, a differenza di tantissime altre che pare si muovano al buio e con frenesia.
Cousins tatticamente e tecnicamente potrebbe non essere adatto alle caratteristiche di gioco dei Warriors, visto che tende a fermare la palla e a giocare spesso in isolamento, ma se c’è una squadra che ha preso il testimone dagli Spurs nel riuscire a integrare nel proprio sistema giocatori che sembravano disfunzionali, questi sono proprio i gialloblu.

Rondo ai Lakers, Bradley ai Clippers, Randle ai Pelicans, Noel ai Thunder

Se la firma di DMC è stata ovviamente la più clamorosa della notte, anche altri accordi siglati fanno discutere: ad esempio quello di Rajon Rondo con i Los Angeles Lakers per una stagione a 9 milioni di dollari. Dopo James, Stephenson, Caldwell-Pope e McGee i gialloviola prendono un altro free agent, un veterano, con il compito di far crescere Lonzo Ball (sempre che non venga inserito in una trade per arrivare a Kawhi Leonard), mettendogli anche un po’ di pressione per costringerlo a migliorare. Di sicuro non il playmaker ideale da affiancare a LBJ visto che Rondo non ha tiro (caratteristica necessaria per sfruttare gli scarichi del Re) ed ha bisogno di avere tanto la palla in mano per creare (caratteristica non necessaria per giocare con il Re).
Il percorso inverso, invece, l’ha fatto Julius Randle che scaricato proprio dai gialloviola ha trovato un nuova casa nei New Orleans Pelicans con un biennale da 18 milioni di dollari (il secondo anno è una Player option). Vicino a Davis e Mirotic formerà un terzetto di lunghi variegato che probabilmente serviva a coach Gentry, anche se il giocatore resta sottodimensionato per poter giocare da centro o comunque marcare i big man avversari (cosa che Davis può fare ma non per tutta la partita, 82 partite).

Resta a Los Angeles, ma sponda Clippers Avery Bradley che firma un biennale da 25 milioni di dollari totali e andrà a rimpolpare un gruppo comunque interessante se sano fisicamente (lui, Beverly, Teodosic e anche Gallinari praticamente sempre infortunati quest’anno). Resta abbastanza oscuro il motivo per cui nessuno abbia fatto un’offerta (magari inferiore a livello economico ma più interessante dal punto di vista tecnico) al giocatore che a Boston aveva dimostrato ottime cose per poi perdersi fuori da quel sistema.

Infine altre 2 firme nel reparto lunghi: la prima risulta piuttosto inspiegabile ed è Nerlens Noel che si accorda con gli Oklahoma City Thunder sulla base di un biennale da 3.5 milioni di dollari (2° anno è una player option): inspiegabile da entrambi i lati perché il giocatore che solo 2 anni fa aveva rifiutato un rinnovo iper milionario con i Mavericks accetta di firmare al minimo salariale (e per carità, si è svalutato terribilmente non avendo giocato un anno intero) ma accettando di fare la riserva di Steven Adams, quando ancora parecchie squadre potevano essere alla ricerca di un lungo con le sue caratteristiche come titolare. Anche per OKC non ha molto senso, andando a prendere un giocatore giovane, vero, e a pochi soldi, vero, ma che gli costerà quasi altri 10 milioni di luxury tax (già la più alta di sempre al momento).

Gli Utah Jazz invece confermano il loro core e dopo aver trattenuto Sefolosha hanno deciso di rompere il salvadanaio per rifirmare Derrick Favors che è cresciuto molto nell’ultima stagione con coach Snyder e dà un’alternativa tecnica importante alla squadra sia con Gobert in campo sia con il centro francese in panchina. Un contratto biennale da 36 milioni di dollari, ma con il secondo anno che è una team option, che permetterà a questo gruppo che ha fatto benissimo quest’anno, di crescere ancora, senza pressioni.

6 COMMENTS

  1. Se mi sono esaltato per la firma di LBJ torno dubbioso con quella di Rondo. Cosa serve ai Lakers con Lonzo nello stesso ruolo? Spero solo non voglia dire che lo cedono!
    Comunque io terrei questo gruppo. Ingram, Ball e Kuzma possono e devono crescfere e con il Re diventa più facile e veloce questa cosa!
    Dai che i playoff quest’anno ci aspettano 🙂

  2. Ball era spacciato prima, estrememente disfunzionale a LeBron. Rondo uguale, ma almeno difende. LAL doveva prendere Ariza. Se uno è tifoso di Ball deve sperare che vada a fare il sostituto di Parker agli spurs, giocatore che ha sistemato il tiro perimetrale molto avanti in carriera. Ora di free agent non ce ne sono più (forse gordon), ma di spazio si. Leonard arriva ma non basterà! L’unica è il max a capela

    • Nooo dai la riserva di parker no! Poi gli Spurs hanno già Murray come playmaker. Lonzo ai Lakers a vita 🙂
      Sono d’accordo su Ariza poteva essere il giocatore giusto vicino al Re. Capela mi piace, però non credo che lascerà houston purtroppo.
      Ci sono altri centri free agent che si potrebbero prendere?

      • C’è Howard che fa ancora numeri onesti e viene via bene (anche se non ha lasciato un bel ricordo). Via trade con Detroit uno tra Griffin o Drummond che non penso credano al progetto, lo stesso per Marc Gasol (che non sarebbe nemmeno esoso per la trade … Giusto per scaricare il contratto). Ma se dai il max a Capela non so se Houston vuole pareggiare … E con james uno che si muove così è ideale e l’indebolimento di houston non lo vedrei colmabile.

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