Il caso Butler, Towns e Thibodeau: Riccardo Pratesi e i segreti dei Timberwolves

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Il basket giocato ha finalmente preso la scena della NBA ma le voci di mercato non si sono del tutto placate e resta ben accesa la questione Jimmy Butler-Minnesota Timberwolves, col giocatore sempre al centro dei rumors nonostante sia tornato in campo con la squadra dopo aver saltato la preseason. Ma come andrà a finire? Come sarà la stagione dei Twolves? Cosa c’è dietro a questa esplosione?

Ce lo spiega Riccardo Pratesi, giornalista senese della Gazzetta dello Sport e autore del libro “30 su 30”, che dal 2014 a pochi mesi fa è stato corrispondente dagli Stati Uniti per Sky Sport e Rivista NBA, oltre che per la rosea: San Antonio, Sacramento-San Francisco e nell’ultimo anno a Minneapolis. L’abbiamo incontrato a Milano dove prosegue le sue collaborazioni in attesa di una nuova avventura e ci siamo fatti raccontare tutto, ma proprio tutto, dell’ultima stagione dei Minnesota Timberwolves.

Come è stato l’anno di Butler a Minneapolis e come si è arrivati alla sua richiesta di trade?

Queste dinamiche esistevano già da inizio stagione. Butler è stato da subito padrone dello spogliatoio, con al fianco Gibson, Crawford e Tyus Jones. Poi c’erano Wiggins e Teague, per gli affari loro ma per loro indole. E Towns completamente isolato. Non c’erano parrocchie rivali, semplicemente Butler si è imposto come miglior giocatore e leader in virtù di carisma, di una ferocia e di un agonismo che nessun altro ha.

Sono andati avanti così con alti e bassi. Il nocciolo della questione è stato l’infortunio di Jimmy, fuori per un mese abbondante a causa di un ginocchio malconcio: con lui fuori, Wiggins e KAT dovevano trascinare la squadra e invece hanno fallito clamorosamente, Minnesota ha chiuso con un record perdente e ha rischiato di restare fuori dai playoffs. Butler è tornato zoppo e ha vinto la partita spareggio con Denver.

Riccardo Pratesi – Foto Facebook

In estate c’erano due contratti che entravano nell’anno della scadenza: Butler e Towns. Jimmy era chiaramente il migliore in termini di rendimento sui due lati del campo e invece KAT ha preso molti più voti nel 3° quintetto NBA, cosa che avrà fatto imbufalire Butler, conoscendolo. A questa questione si è legata quella societaria perchè il proprietario Taylor voleva mandar via Thibodeau, un allenatore che è malvisto dal pubblico ma ha ancora 3 anni di contratto. I Twolves l’hanno proposto ai Raptors dopo l’addio di Casey, hanno cercato ogni scusa pur di separarsi senza licenziarlo.

In sostanza, Towns ha promesso di rinnovare il contratto solo con l’addio di Butler e aveva parere favorevole dalla proprietà, che vuole costruire su un giocatore giovane e di talento. Viceversa Thibs è legato a Butler, che ritiene il suo leader, e agli ex Bulls, Rose compreso. Jimmy ha capito la questione con KAT ed è esploso, inferocito col GM Layden e la proprietà: si è sentito pugnalato perchè i Twolves volevano investire sul ragazzo e non su di lui, che aveva giocato zoppo pur di farli vincere. Thibodeau ha resistito e non ha accettato alcuna trade perchè era ben consapevole che se partiva Butler, il suo riferimento in spogliatoio, anche lui perdeva qualsiasi potere e rischiava il licenziamento.

E adesso che succede?

Io credo che, visto che per il loro carattere, Towns e Wiggins non hanno il coraggio di guardare Butler negli occhi, men che meno litigare, si andrà avanti con questa situazione, tanto poi Jimmy a fine anno andrà via insieme a Thibs. Se però i risultati saranno deficitari, potrebbe anche essere che trovino il modo per scambiarlo e ricostruire. Non sono stupito di questa dinamica, c’è sempre stata, è stata amplificata dalla questione societaria.

Col talento che hanno – KAT e Wiggins sono dei mostri in allenamento – e Butler è uno dei primi 15 giocatori NBA almeno, possono restare in lotta fino in fondo per un posto nei playoffs e per me li faranno. Se però la squadra inizia a faticare e crolla, tornerà d’attualità l’ipotesi cessione, tanto a quel punto non potranno ottenere granchè in cambio. E in ogni caso Butler non resterà nella prossima stagione perchè, a meno di exploit clamorosi in post season, Thibodeau verrà cacciato, e a quel punto non ha senso che Jimmy prolunghi.

E l’esplosione di Jimmy in allenamento?

Jimmy è così, è normale, è tutto l’anno che fa robe del genere. Non ha mai risparmiato critiche e attacchi davanti ai reporter ai due ragazzi, senza nominarli specificatamente ma il riferimento era palese. Con Wiggins, uno tranquillo e che non ha un ego smisurato, comunque aveva trovato un dialogo, un modo per pungolarlo e motivarlo, con anche qualche scommessa sulle sue statistiche, con Towns invece non c’era dialogo, sono due personalità forti, solo che KAT è uno capriccioso, pretende di essere il primo violino pur non avendone il carisma, e ci soffre.

Infine Thibodeau: perchè non è scoccata la scintilla con questa squadra dopo l’ottimo lavoro coi Bulls?

In attacco Thibs è sempre stato mediocre, le sue squadre non hanno mai giocato bene, senza spaziature, senza tiro da tre e senza movimento di palla, solo isolamento, un po’ la vecchia NBA dei Jordan e dei Kobe Bryant. Purtroppo non ha nemmeno un grande coaching staff, non si è saputo evolvere, è un testone e non è nemmeno troppo brillante. La difesa? Purtroppo i due ragazzi non difendono, Towns non ha istinti, Wiggins non è abituato e non l’ha mai fatto fin dai tempi di Kansas, e anche all’inizio della carriera a Minnesota non gli veniva chiesto visto che faceva 25 punti a sera. E’ difficile ora schiacciare quel bottone o scalare le marce.

Karl-Anthony Towns, Minnesota Twolves – © 2017 Nike

In più, Thibodeau non cambia! Si affida al famoso “Ice”, ovvero costringere il pick and roll avversario ad andare verso l’esterno, sulla linea laterale, ma non cambia in una NBA in cui ormai tutti si affidano agli “switch” in maniera sistematica. E’ una tattica desueta, è obsoleto pur essendo da sempre considerato un genio della difesa. Oltre tutto, come playmaker ha scelto lui Teague, un giocatore che non difende, un “Telepass”, è assurdo. Per cui c’è una questione di personale e una questione tecnica. Ormai Thibodeau è un ex allenatore, è antico, non si è adattato all’evoluzione della NBA.

E poi non si è inserito come persona all’interno della comunità. Nel Midwest la gente ama definirsi “Nice”, sempre col sorriso, accogliente, gentile, invece lui è molto schivo, pragmatico, col suo approccio machiavellico, dove il risultato giustifica i mezzi, e non ha capito che magari un sorriso in più, un’intervista in più, lo avrebbero reso più amato. Quindi, aldilà di attacco e difesa, c’è anche una questione umana per il fatto che l’avventura di Thibs ai Timberwolves è ormai al capolinea. Flip Saunders era perfetto, era amatissimo per il suo animo gentile, la sua faccia piaceva tanto ad una comunità che sa bilanciare il freddo del clima col calore del proprio atteggiamento. Sembra una stupidaggine ma invece conta, e il proprietario Taylor si è scocciato che tutti gli fanno notare come Thibodeau sia inadeguato.