Che sorpresa Pascal Siakam! E’ lui il vero motore dei Toronto Raptors

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di Francesco Manca

Toronto con 21 vittorie e solo 7 sconfitte ha saldamente il miglior record della lega ed è al suo miglior avvio di sempre, e Pascal Siakam è uno dei grandi motivi che ci sono dietro. Al suo terzo anno nella NBA il camerunense sta giustificando perchè Toronto non l’abbia mai inserito in nessun possibile scambio. Selezionato con la ventisettesima scelta assoluta al Draft del 2016, la sua versatilità e i suoi margini di crescita ne fanno subito parlare come di un affare per un giocatore scelto così lontano.

Pascal Siakam © 2018 facebook.com/TorontoRaptors

Gli inizi a Toronto

Nonostante fosse già titolare nel suo anno da rookie, complici la necessità di vincere subito della squadra e l’arrivo tramite trade di Serge Ibaka nel febbraio 2017, Pascal perse il posto in quintetto e fu addirittura spedito in G-League nei Raptors 905. Riuscì comunque a farsi notare vincendo le finali e l’MVP. Nella passata stagione con coach Casey Pascal è entrato stabilmente nelle rotazioni della squadra canadese che ha chiuso con un record di 59-23, valido per il primo posto nella Eastern Conference e il secondo nella lega. Pur facendo già parte della probabile miglior second unit della lega, Siakam ha giocato solo 20 minuti a partita l’anno passato e l’attenzione dei media si è rivolta piuttosto ad un altro grande prospetto come Anunoby o all’esplosione di Fred Van Fleet, vero sesto uomo della squadra.

La promozione in quintetto

Quello che rende ancora più peculiare la sua crescita e la conquista di un posto un quintetto quest’anno è che Pascal Siakam sia stato in grado di farlo in una squadra che da quando è arrivato è sempre stata al vertice della Eastern Conference e che ad oggi sembra forse la più attrezzata ad andare in finale ad Est. Dopo essersi fermati l’anno scorso contro Cleveland nelle semifinali di conference, i Raptors hanno aggiunto Danny Green e soprattutto Kawhi Leonard, quel giocatore dominante fisicamente che può garantire la giocata decisiva sui due lati del campo nelle fasi cruciali di una partita, cosa che il buon DeRozan soprattutto ai playoff, non ha mai garantito. Nick Nurse, al suo primo anno da head coach in NBA, ha avuto l’intuizione di promuovere Siakam in quintetto e di spostare Ibaka nel ruolo di 5, riuscendo a resuscitare la carriera di quest’ultimo e trasformando i Raptors in una squadra moderna grazie proprio alle capacità di Pascal in transizione offensiva e difensiva.

Far sedere il contrattone di Valanciunas (33 milioni nei prossimi 2 anni), ormai un veterano dello spogliatoio, non era semplice. Sebbene Nurse si sia affrettato ad affermare che la sua non fosse una scelta permanente, questa non riguarda più Siakam, infatti è Ibaka che si alterna nello starting five con il lituano. Il giovane ha ricompensato la fiducia ricevuta, ha vinto il premio di giocatore della settimana a Novembre e nello stesso mese ha viaggiato a 16,9 punti (66% dal campo, 42% da 3, 82% ai liberi), 6,2 rimbalzi, 2,3 assist, 0,7 stoppate, 1 rubata a fronte di sole 1,2 perse, con quasi una tripla a gara di media in 31 minuti di utilizzo.

Super in difesa, migliorato in attacco

In difesa il camerunense è superbo sia nell’uno contro uno che di squadra. Alto 2,06 cm con un’apertura alare di 2,22 cm, i suoi notevoli istinti difensivi gli permettono di cercare la rubata e la stoppata con successo. L’eccellente footwork abbinato a straordinaria velocità ed agilità per un lungo, gli permettono di contenere egregiamente le penetrazioni delle guardie e di essere dappertutto, in aiuto o nelle rotazioni difensive. Pur non essendo esplosivo, la sua taglia e la sua attitudine gli permettono di difendere bene anche in post contro ali forti e centri più fisici di lui, può dunque cambiare su qualsiasi avversario, essendo così uno dei difensori più versatili nella lega.

Il vero salto di qualità però Siakam lo ha fatto in attacco in questo inizio di stagione. L’aver migliorato il ball handling gli permette di mettere subito palla a terra dopo aver catturato un rimbalzo difensivo e di guidare la transizione offensiva con una naturalezza considerevole anche rispetto ad altri 4 che hanno questa caratteristica. É infatti capace di coprire il campo più velocemente di qualunque pari ruolo e anche di moltissimi giocatori più piccoli. Questo lo rende un’arma devastante in contropiede, dove se non ha il pallone si teletrasporta sotto il canestro avversario bruciando qualsiasi lungo sul parquet e facendo valere i suoi centimetri contro giocatori più piccoli. Oppure con il pallone in mano facendo spesso il passaggio giusto (anche se non porta necessariamente all’assist) o andando direttamente al ferro dove conclude con ottime percentuali. Inoltre è in grado di mantenere sempre la stessa impressionante intensità grazie ad un’energia contagiosa per tutta la squadra. Quando poi passi dal 52% al 78% ai liberi e stai provando ad implementare il tiro da 3 passando dal 22% al 33%, il paragone con Draymond Green (anche lui scelto tardissimo, coincidenza?) appare scontato e forse addirittura limitante.

Il modello è Draymond Green

I margini di Pascal sono ancora molto ampi, il tiro innanzitutto. Siakam è ben conscio che un tiro da tre mortifero gli aprirebbe enormi spazi per andare dentro. Con la difesa schierata per ora risulta ancora poco determinante ma ha saputo quantomeno non rendersi dannoso, infatti il suo apporto si fa sentire grazie all’affidabilità nelle triple dagli angoli, viaggia al 40%, che è tanta roba nonostante i tentativi limitati. Ancora siamo ben lontani dalle letture di Green nel Pick&Roll o sui blocchi, ma c’è anche da dire che per ora non è (quasi) mai stato l’unico lungo in campo in una ipotetica small ball, e Valanciunas ed Ibaka sono ottimi tiratori e hanno più soluzioni di lui ad ora vicino a canestro. Piuttosto Siakam sembra inarrestabile quando si comporta da esterno puro e attacca a testa bassa, grazie ad una virata impressionante (la sua cifra stilistica) per velocità che gli permette di battere chiunque. Ci sono ancora aspetti del suo gioco che devono migliorare. Infatti le difese stanno imparando a conoscerlo e può capitare che Pascal non valuti bene la distanza dal canestro quando termini il suo movimento di virata o non consideri quanto l’area sia intasata, e si produca in conclusioni francamente sbilenche e rivedibili, o in passaggi scontati che causano una palla persa.

Pensiamo si tratti però di errori che sembrano più dovuti all’inesperienza e alla foga che ad una mancanza di talento, e che si possano risolvere restando più attenti al posizionamento dei compagni e al proprio. Inoltre per quanto si sia notevolmente irrobustito da quando è arrivato nella lega, non sarebbe male se riuscisse ad aumentare ancora la sua forza e il suo peso. Per quanto eccellente in difesa, soffre ancora in post i lunghi potenti come Blake Griffin (chi non lo soffre?), e a rimbalzo non è molto efficace nei tagliafuori. Invece in attacco una parte superiore del corpo più strutturata lo aiuterebbe ad accusare di meno i contatti quando conclude nel traffico.

Siakam pietra angolare

Nonostante ci sia ancora da lavorare Pascal Siakam ha solo 24 anni e la sua taglia, la sua capacità di correre con la palla abbinati alla sua visione di gioco, la sua costante crescita al tiro e la sua difesa ne fanno in prospettiva un All Star. Infatti Siakam ha iniziato a giocare davvero a basket solo nel 2011 e il GM dei Raptors Ujiri non era neanche sicuro sarebbe diventato un giocatore NBA quando lo ha visto per la prima volta a Basketball Without Borders nel 2012. Possiamo dunque esser sicuri che c’è una costante nella sua carriera: la sua incredibile voglia e capacità di migliorarsi. E con un Lowry ormai nella fase calante della carriera, un Valanciunas ed un Ibaka senza nessun margine reale di migliorarsi e un Anunoby ancora acerbo, che non sia lui la Star che possa convincere Kawhi Leonard della bontà del progetto a breve e lungo termine dei Raptors?

di Francesco Manca