Fine dell’era Hoiberg ai Bulls: da dove può ripartire Chicago?

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Lunedì sera i Chicago Bulls hanno ufficializzato l’esonero di Fred Hoiberg da capo allenatore della squadra. Il vicepresidente esecutivo John Paxson spiega la decisione affermando come sia stata difficile ma necessaria per “costruire le giuste abitudini per aiutare i nostri giocatori a evolversi in futuro“.

Fred Hoiberg © 2018 Bulls.com

L’esonero non è una sorpresa. I Bulls sono 5-19 (5-20 dopo il ko di stanotte coi Pacers, ndr) e dopo aver speso 40 milioni di dollari per Jabari Parker questa estate, lo stesso John Paxson aveva dichiarato che la squadra deve “crescere ed evolvere“. Era però anche chiaro a Paxson che i Bulls non sono una squadra da playoff quest’anno. Chicago è ventisettesima in NetRtg quest’anno (-9.5), davanti solo a Phoenix e Atlanta, sono penultimi in OffRtg e ventiduesimi in DefRtg.

Il fatto che Chicago non brilli in difesa non arriva certamente come sorpresa per chi osserva alla composizione della squadra. Parker e LaVine sono nettamente sotto gli standard, il miglior difensore sul perimetro è infortunato (Kris Dunn) e il centro, Carter, pur essendo molto bravo a livello di mobilità e letture, è pur sempre un rookie.

L’energia che manca

Un particolare di Hoiberg che non è mai piaciuto al management di Chicago è il suo carattere calmo, forse troppo. Non è mai stato in grado di motivare i suoi ragazzi, ha avuto problemi con giocatori di carattere diverso, come Jimmy Butler in passato e ora LaVine. C’è anche da dire che ha preso il posto di un allenatore diametralmente opposto come Tom Thibodeau che fa dell’energia, del temperamento e della durezza il suo credo.

I Bulls vogliono più energia, e la chiedono a Jim Boylen, il primo vice di Hoiberg, che adesso prenderà il ruolo come capo allenatore per quest’anno e anche per il prossimo, da come viene riportato da Malika Andrews di ESPN:

Boylen ha un curriculum come pochi altri da assistente: ha fatto parte del staff di Rudy Tomjanovich, Gregg Popovich e Tom Izzo, tutti allenatori da Hall of Fame, ha una esperienza di 22 anni nella lega e quando è stato assunto da Chicago nel 2015 è subito diventato l’assistente più fidato di Hoiberg, quello che viene definito “Associated Head Coach”. Però lui non è affatto come il suo precedessore:

Boylen sarà un allenatore energetico, vorrà che la sua squadra dia il 110% in ogni azione. Già guardando solo le sue partite da vice, si vede che è sempre lui quello che chiama gli schemi difensivi, che prova a motivare i suoi ragazzi, ma fino adesso è sempre stato l’assistente.

Come continuerà la stagione?

I Bulls ritorneranno a forze (quasi) complete in due settimane, con il rientro di Portis e Dunn (Valentine resterà inattivo per il resto della stagione per un intervento alla caviglia). Questo però non vuole per forza dire che Chicago migliorerà di tanto, ma come detto anche da Boylen, l’importante è che questa squadra ritrovi una energia e una voglia di giocare, che fino ad adesso è mancata.

Jim Boylan © 2018 Bulls.com

Hoiberg comunque non è un allenatore cattivo. Almeno non possiamo dargli la colpa per le pessime stagioni di Chicago da quando ne è stato il coach. Con le polemiche intorno a Rose, Butler, Wade e Rondo durante la sua gestione, non ha mai potuto installare il suo gioco, che ha fatto innamorare tanti tifosi di Iowa State. Hoiberg ritornerà ad allenare, probabilmente in NCAA (UCLA sembra già interessata dopo un inizio di stagione da dimenticare).

Per Chicago invece continua la ricerca per un futuro migliore. Certi giocatori sono già molto promettenti (Markkanen, Carter Jr. e LaVine) e una scelta alta al Draft quest’anno sembra sicura. Non serve ripartire ancora da zero come hanno fatto Philadelphia e Phoenix, ma può già contare su un nucleo di giovani interessanti e un head coach che cercherà di riportare energia a una squadra che di certo ne ha bisogno.