Brindisi sorpresa, Mike James MVP: i verdetti di metà stagione di BasketCaffe

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Metà stagione è andata. Il quadro delle Final Eight è definito. Per la prima volta nella storia, saranno assenti le due finaliste della precedente edizione, Torino e Brescia. La competizione si disputerà a Firenze dal 14 al 17 febbraio, con il seguente tabellone:

Arrivati a questo punto, possiamo fare le nostre valutazioni di metà stagione, nominando la squadra sorpresa, la squadra delusione, l’MVP, il miglior italiano e il miglior coach. Di seguito i verdetti di BasketCaffe:

Squadra sorpresa: Brindisi

L’avevamo ipotizzata tra le possibili outsider della stagione già in pre-season, e i risultati ottenuti sul campo dalla squadra di coach Vitucci ci stanno dando ragione. La tripla allo scadere di Moraschini nell’ultimo turno di campionato contro Trento, che ha regalato ai pugliesi l’accesso alle Final Eight, è solo la ciliegina sulla torta, arrivata a coronamento del grande lavoro svolto in questi mesi. Banks e compagni, nonostante l’infortunio occorso a Clark, hanno tutte le potenzialità per confermarsi tra le prime 8 anche a fine stagione. Per ora, senza nulla togliere all’ottimo lavoro svolto da Cremona e Avellino, che però partivano già dagli ottimi risultati della passata stagione, sono loro la più grande sorpresa di questa prima metà di campionato.

Brindisi festeggia le Final Eight – © 2019 facebook.com/happycasabrindisi

Squadra delusione: Torino

Purtroppo, dispiace dirlo, sono diverse le squadre che hanno disputato un girone d’andata al di sotto delle aspettative. Il tempo per riprendersi c’è tutto, ma i risultati sin qui ottenuti da squadre come Brescia o Trento non possono affatto considerarsi soddisfacenti. Il primato negativo in questa classifica spetta però a Torino, artefice di un campionato thrilling: dall’entusiasmo per l’arrivo di coach Brown e il forte appeal esercitato da quest’ultimo per la costruzione di un roster competitivo, all’esonero dello stesso, passando dal caso Delfino, per non parlare delle questioni relative ad un proprietà che spesso non si è mostrata all’altezza dei grandi progetti di cui essa stessa si era fatta promotrice per riportare in alto il basket a Torino, e che ora sembra intenzionata a tirarsi indietro cercando nuovi acquirenti per la società. Che Torino sarebbe stata un’incognita in questa stagione era prevedibile, ma un girone d’andata così negativo, sotto qualsiasi aspetto, era veramente difficile da pronosticare.

MVP: Mike James (Milano)

Il roster di Milano è di un’altra categoria, e non lo scopriamo di certo oggi. I giocatori che coach Pianigiani può ruotare sarebbero un lusso per chiunque, ma il vero leader di questa squadra, quello che si prende le responsabilità nei momenti decisivi delle partite, è il playmaker ex Phoenix Suns, Mike James. In una squadra dal talento sconfinato, è lui il giocatore che i compagni cercano quando la palla inizia a pesare…e lui non li delude mai, o quasi. I suoi numeri, 14.7 ppg, 3.4 rpg e 5.6 apg (16.3 di valutazione), pur eccellenti, non evidenziano al massimo la sua capacità di essere un giocatore clutch, nel momento in cui decide di alzare l’intensità delle sue giocate. Per queste ragioni riteniamo che il #2 in maglia Olimpia Milano sia l’MVP del girone d’andata, con tante chance per confermarsi tale fino a fine stagione. Una nota di merito va fatta anche ad Arturas Gudaitis, compagno di squadra di James, incontenibile dentro l’area, e a Caleb Green, top scorer di Avellino.

Miglior italiano: Giampaolo Ricci (Cremona)

Pochi dubbi sul miglior italiano del girone d’andata. La crescita mostrata da Giampaolo Ricci nel corso di questa stagione merita un riconoscimento. Nel giro di pochi mesi infatti, l’atleta romano è passato dall’essere un “semplice” cambio per far rifiatare i titolari, a diventare un giocatore chiave negli schemi di coach Sacchetti, migliorando sotto ogni voce statistica rispetto alla passata stagione. I suoi numeri, che anche in questo caso non spiegano al meglio l’intensità che il lungo di Cremona mette sul parquet, dicono: 12.3 ppg (col 61.3% da 2), 4.3 rpg e 2.2 fspg, per una valutazione media di 9.3. Una menzione però va fatta anche per Riccardo Moraschini, emblema del campionato di Brindisi, e per Stefano Tonut, il quale forse avrebbe bisogno di più spazio per la definitiva consacrazione.

Miglior coach: Eugenio Dalmasson (Trieste)

Non facile la scelta in questo caso. Sono diversi gli allenatori che stanno facendo un buon lavoro, ognuno ovviamente partendo da situazioni diverse: Vitucci sta proseguendo l’ottimo lavoro iniziato la passata stagione sulla panchina di Brindisi, Vucinic (Avellino) è riuscito in poco tempo a dare un’identità ben precisa alla sua squadra, ottenendo risultati più che soddisfacenti. Ma la palma di miglior coach del girone d’andata va a Eugenio Dalmasson, sulla panchina di Trieste dalla stagione 2010/11. Era atteso dall’ennesima sfida della sua carriera e, ancora una volta, ne è uscito vincitore. Nessun traguardo è ancora stato raggiunto, ma l’aver sfiorato le Final Eight con una squadra neopromossa è sicuramente un risultato frutto del lavoro e della competenza di un coach che da anni sta portando avanti, insieme alla società, un progetto che ogni anno diventa sempre più ambizioso.