Thibodeau saluta a sorpresa Minnesota, chi al suo posto?

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Un esonero dopo una vittoria nettissima è sicuramente una cosa rara da vedere e molto strana anche per il variegato mondo NBA, ma la scelta dei Minnesota Timberwolves di separarsi da coach Tom Thibodeau è stata sicuramente pensata e maturata a lungo, almeno da quando è scoppiato il caso-Butler, con la trade, le dichiarazioni e tutto il resto.

L’ex ministro della difesa dei Celtics campioni NBA ha pagato un rapporto mai sbocciato con il proprietario e la comunità, come ci ha raccontato Pratesi nella nostra intervista esclusiva, oltre a dei risultati davvero deficitari se parametrati alle aspettative che si avevano sulla squadra e alla quantità di talento nel roster a sua disposizione. Tutti, però, passato il ciclone-Butler si aspettavano che il coach arrivasse fino a fine stagione, e poi, in base ai risultati ottenuti, venisse fatta una scelta.
Il proprietario Glen Taylor invece ha avuto idee differenti, volendo dare un cambiamento da subito.

Male in attacco, peggio in difesa

Sembra incredibile ma il vero problema dei TWolves negli anni con coach Thibs è stata la fase difensiva, il suo marchio di fabbrica, che però non è mai riuscito a trasportare nella testa e nel corpo dei ragazzi che giocavano per lui. Towns e Wiggins hanno evidenti lacune tecniche e mentali per difendere come richiesto a un certo livello, Teague e Rose non mettono abbastanza pressione sulla palla per quello che richiede il suo modo di difendere, e neanche gli arrivi di due pretoriani come Gibson prima e Butler poi hanno cambiato le cose.
In attacco le cose non vanno molto meglio, con pochissima transizione, poco tiro da tre, gioco spesso rimasticato a metà campo che se mette in risalto le doti in post basso di Karl Anthony Towns, tarpa un po’ le ali a quelle di Andrew Wiggins.

Un futuro tutt’altro che chiaro

Cacciare un coach a questo punto della stagione però è sempre un rischio, soprattutto se non si ha un’alternativa pronta, e ancora di più se l’head coach è anche il President of Basketball Operations della squadra. Minnesota quindi si trova davanti a un triplo impegno:
1) Trovare un nuovo coach per sostituire Ryan Saunders, 32 anni che per il momento sarà il coach ad interim della squadra. Ryan è sicuramente un pezzo importante per la franchigia essendo il figlio di Flip Saunders, vera icona in Minnesota, ma non ha esperienza e difficilmente sarà lui a guidare la squadra fino a fine stagione. Fred Hoiberg, ex giocatore e assistente GM ai Timberwolves sembra al momento il candidato principale.
2) Trovare un nuovo General Manager che sostituirà Scott Layden. Le scelte di mercato infatti saranno importanti per capire quale strada vuole perseguire la squadra: Dieng ed il suo contratto rimangono infatti sul mercato, anche per Teague si ascoltano proposte, mentre Saric potrebbe essere un altro giocatore sul piede di partenza visto il suo ruolo piuttosto marginale.
3) Vincere! Minnesota infatti è all’11esimo posto nella Western Conference con un record di 19 vinte e 21 perse; i playoff non sono distanti, ma la concorrenza a Ovest è spietata e serve cambiare rotta velocemente per risalire la classifica e prendere consapevolezza dei propri mezzi.