Basterà Marc Gasol ai Raptors per vincere l’Est?

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Masai Ujiri ci ha ormai abituato a non aver paura di fare scelte e orchestrare trade che potessero essere rischiose o azzardate. L’affare Leonard-DeRozan è un chiaro esempio, perché cedere il tuo miglior giocatore, appena ri-firmato, per prendere un All Star reduce da una stagione ai box e in scadenza di contratto, è al 100% un grosso rischio.
Ma i Toronto Raptors questi rischi dovevano prenderli per capire se il passaggio da “Ottima squadra in Regular Season” a “Ottima squadra nei playoff” fosse un passaggio possibile.
Per aumentare questa possibilità Ujiri negli ultimi minuti di mercato ha scelto di aggiungere Marc Gasol al roster di coach Nurse, un genio della pallacanestro, oltre che un giocatore che ha dimostrato di essere un leader con Grizzlies e la Nazionale Spagnola.

La trade Gasol-Valanciunas

Gasol va a riempire un vuoto nel roster dei canadesi, ovvero nello spot di centro “classico”, a cui aggiunge però anche tiro da fuori e una visione di gioco dal post alto davvero unica tra i giocatori con la sua taglia. Inoltre lo spagnolo è stato per alcuni anni uno dei migliori difensori della NBA ed anche se oggi causa età ed usura ha perso un passo, può ancora essere importante a livello stanziale.
In pratica Gasol prende il posto di Valanciunas che aveva caratteristiche simili ma un bagaglio di esperienza (e tecnico) notevolmente inferiore. Il lituano aveva perso il posto di titolare e Nurse prediligeva i quintetti “piccoli” con Ibaka e Siakam, e il suo utilizzo era diventato sempre più limitato (anche per qualche problema fisico).

La trade però porta con sé un problema, ovvero aver accorciato le rotazioni della panchina avendo perso Delon Wright e un tiratore come CJ Miles, che però permetteranno di aumentare i minuti di Normam Powell e Patrick McCaw.

Tatticamente dove posizionare Gasol?

Il discorso fatto per Valanciunas va ripetuto anche per Marc, perché trovargli minuti in rotazione non sarà semplicissimo, in una NBA con sempre più ali mobili e sempre meno lunghi di posizione. L’ex Memphis sarà disposto a partire dalla panchina e giocare 15-20 minuti come leader della second unit? La speranza di Ujiri è questa, così da avere nei playoff un leader da utilizzare anche a partita in corso, qualcuno che aiuti i giovani a roster a crescere durante le partite.
Di sicuro Gasol porterà delle caratteristiche che gli altri giocatori non hanno: ne Ibaka ne Siakam giocano in post basso e passano così bene la palla dal post alto.

Per Lowry e Leonard un bene o un male?

Di questa aggiunta potrebbe beneficiarne anche Kyle Lowry, chiaramente separato in casa e sul mercato fino agli ultimi minuti (i Raptors hanno cercato di prendere Mike Conley al suo posto). Giocare da playmaker con Gasol infatti vuol dire avere maggiori spazi e più possibilità di tiro, e Lowry, che dopo la cessione di DeRozan non è più stato lo stesso, ne avrà bisogno per migliorare il suo impatto e le sue statistiche (anche se la chiamata per l’All-Star Game è arrivata comunque).
Per Leonard inoltre potrebbe voler dire avere meno pressione da parte della difesa rispetto a quando in campo c’era il Lituano. Di conseguenza maggiori spazi si tramutano in percentuali migliori e minor fatica. Due cose che negli estenuanti playoff (a Est ad alto livello ci sarà parecchia bagarre quest’anno) potrebbero fare la differenza.

Un salto nel buio per i Raptors?

Se per lo scambio Leonard-DeRozan lo è stato senza dubbio, in questo caso non lo è. Le caratteristiche di Gasol sono conosciute e nello staff tecnico di coach Nurse è presente anche coach Sergio Scariolo, allenatore della Nazionale Spagnola, che sicuramente ha spinto per l’acquisto del fratellino di Pau. Inoltre il suo contratto da 24 milioni è in scadenza in estate (per il 2019/2020 Gasol ha una player option da 25.6 milioni da cui potrebbe anche uscire per cercare un accordo a più lungo termine e cifre più contenute) e quindi potrebbe liberare spazio salariale (che ai Raptors servirà per cercare di convincere Leonard a rimanere e prendere altri giocatori) diventando quindi una ulteriore risorsa per Ujiri.

Tutto, però, dipenderà dal cammino nei playoff di Toronto che negli ultimi anni si è sempre interrotto troppo presto. Ora che LeBron James non c’è più il trono della Eastern Conference è vacante e per avere una chance di convincere The Klaw a legarsi alla franchigia per lungo tempo, sedersi su quel trono è la condicio sine qua non.
La trade per Gasol è stata fatta proprio per questo. Sarà abbastanza?