Continua il viaggio di Derrick Rose: nuova fermata ai Detroit Pistons

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Derrick Rose ai Pistons – © 2019 twitter.com/DetroitPistons

Pochi giocatori ci hanno fatto emozionare come Derrick Rose. Per il ragazzo del South Side di Chicago il basket ha cambiato la vita, lo ha portato a diventare il più giovane MVP della storia nella sua città natale. Come stella dei Bulls di Tom Thibodeau domina nel 2011, però soffre di più nel 2012 per colpa di vari infortuni che culminano in gara 1 del primo turno di playoffs quando Rose si rompe il legamento crociato anteriore sinistro del ginocchio. Da lì in poi cambia la storia di D-Rose, che continua tra momenti bui come quel novembre del 2017 dove per qualche settimana contemplava l’addio il gioco che ama, ma anche momenti di felicità e sollievo come quella partita dell’ottobre scorso contro Utah vinta grazie ai suoi immensi 50 punti.

Da MVP nel 2011 a oggi

Insomma, pochi possono dire di avere toccato i punti più alti e bassi della vita come lo ha fatto Derrick Rose. Ma fortunatamente la strada verso un futuro senza grandi complicazioni sembra essersi aperta per D-Rose, che all’inizio della Free Agency è arrivato a concordarsi con i Detroit Pistons alla base di un contratto di due anni per 15 milioni di dollari totali. Ovviamente il tutto arriva grazie a una stagione incantevole appena passata a Minnesota, dove con Thibodeau è ritornato, almeno parzialmente, ai livelli di una volta. 18.0 PPG, 4.3 AST e 48.2 FG% (37.0% da tre) in 27.3 minuti per partita sono impressionanti per un giocatore che per la prima volta in carriera ha fatto il sesto uomo a tempo pieno. Persa gran parte della sua esplosività, Rose è migliorato nel suo tiro, storico intoppo che lo ha sempre tenuto frenato ai tempi dei Bulls e Knicks. C’è però anche da dire che il 37% da tre è un pochino ingannevole: se togliamo il mese di novembre (dove mise a segno 27-48 dall’arco), la percentuale scende a 27.6 per il resto dell’anno.

Nonostante questo, i Pistons sono più che felici di accogliere un vecchio nemico pronto ad aiutarli a tornare ai playoff anche in questa stagione. Rose rimane una point guard offensiva capace di attaccare il canestro con grande efficienza, segnando nei pressi del ferro oppure subendo falli che lo mandano in lunetta (85% per lui dalla linea l’anno scorso). Per Detroit è un’iniezione di attacco disperatamente necessaria pensando che il roster attuale è composto solo da due altri giocatori capaci di creare tiri per sé o per altri compagni (Griffin e Jackson). Certamente Rose non potrà ritornare a certi livelli, ma se tutto fila liscio non mi sorprenderei se Dwayne Casey lo piazzasse nel quintetto titolare al posto di Jackson (in scadenza di contratto). Quest’ultimo ha nuovamente deluso le aspettative di Detroit l’anno scorso (15.4 PPG, 4.2 AST su 42.1 FG% e 36.9% da tre) e non sembra essere intoccabile nello starting five: già Stan Van Gundy aveva sperimentato con Ish Smith titolare e l’ex OKC come sesto uomo.

Novità nel tiro

Tuttavia Rose dovrà dimostrare di essere capace a mantenere il nuovo tocco trovato dalla lunga distanza. Nell’arco della sua carriera Rose ha sempre avuto una relazione difficile con il suo tiro, arrivando ad usarlo pochissimo nelle sue prime annate (6% dei suoi tiri nel 2009 erano da tre, 24% nella stagione da MVP 2011) per poi eccedere post infortunio nei tentativi con poca efficienza (32.5% dei tiri nel 14/15 col 28% di successo). Non credo che potrà mai avere una buona percentuale costante dato che usa troppo le sue doti atletiche per concludere, però va detto che ci sono stati dei miglioramenti che possono dargli più sicurezza:

Anche nel playmaking c’è da migliorare: 5.6 AST come media per la carriera non è esaltante per una guardia nota per l’attacco del canestro che dovrebbe essere capace nel kick-out e nel creare opportunità per i suoi compagni. Certamente non deve avere numeri da Westbrook (anche se i due da sempre sono stati paragonati per l’esplosività e l’atletismo), però una percentuale più alta di passaggi (26.4 AST%, 30esimo nella Lega) sarebbe sicuramente gradita a Detroit con Kennard e Mykhailiuk che dovrebbero approfittarne. Nella fase difensiva Rose rimane una delle guardie peggiori nella NBA (Def. Rating di 113.5 – 475esimo nella NBA), incapace di contenere quasi chiunque nel Pick and Roll.

Un esempio per chiunque

Per concludere e spiegare cos’è Derrick Rose basta guardare la partita da 50 punti e l’intervista post-gara della sfida vinta contro Utah a inizio anno, perché rimane uno dei momenti più belli e emozionanti che abbia mai visto nella NBA. La storia di una stella che sembrava spenta ma che si rifiuta di estinguere. La storia di Pooh, il figlio di Chicago, il Windy City Assasin e l’MVP più giovane della storia, ma soprattutto la parabola di un ragazzo che ama questo sport e che ha dato sempre il massimo (e qualcosa di più) per la sua squadra.

Benvenuto a Detroit, Derrick