Estate a ritmo Jazz: Conley e Bogdanovic per sorprendere tutti a Ovest

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Dal 2016 ad oggi, i Jazz hanno vissuto tre stagioni pressoché speculari. A un’ottima regular season, sempre a cavallo delle 50 vittorie, ha fatto seguito un’eliminazione dai playoff contro una tra le poche squadre più attrezzate in Western Conference: gli Warriors prima, due volte i Rockets poi. Si tratta di un chiaro segnale della caratura della franchigia in questo passato recente: sempre tra le prime forze a Ovest, ma mai la più forte, o abbastanza forte da prenotare almeno un posto nella finale di Conference. E, in questo senso, i Jazz sono stati favoriti da un’offseason che ha rinforzato tante franchigie e mescolato le carte, ma senza designare una favorita in vista della prossima stagione.

Rudy Gobert + Donovan Mitchell

Che estate!

Al di fuori di Los Angeles, sponda Clippers così come sponda Lakers, in attesa di vedere sul parquet Kevin Durant con la canotta dei Nets tra svariati mesi dopo il grave infortunio che ha chiuso la sua avventura agli Warriors, quasi nessuna franchigia si è rinforzata più di Utah in questa caldissima free agency NBA. In una squadra con il secondo miglior defensive rating nella Lega, con appena 105.3 punti subiti ogni 100 possessi, ma appena nella media quando si passa all’offensive, con 110.3 punti segnati ogni 100 possessi, è evidente quale tipo di rinforzi servisse ai Jazz per scalare la vetta di Western Conference. A completare un quintetto stellare sono arrivati Mike Conley, salito a quote da career-high con 21.1 punti e 6.4 assist a partita nell’ultima stagione ai Grizzlies, e Bojan Bogdanovic, mai così prolifico come coi 18 punti di media della passata regular season ai Pacers, guidati ai playoff da leader.

Quintetto da urlo

Per arrivare a Conley, Utah ha messo sul piatto un’offerta ragionevole: Grayson Allen, Kyle Korver, Jae Crowder, la scelta numero 23 al Draft e una futura prima scelta. La guardia compirà 32 anni a ottobre, ma sembra avere ancora almeno tre stagioni ad altissimi livelli di fronte a sé. Il grande colpo in free agency, invece, è stato Bogdanovic, che ha firmato un contratto di quattro anni a 73 milioni di dollari per trasferirsi a Salt Lake City. Il croato rappresenta un solido rinforzo per sostituire Derrick Favors, volato ai Pelicans. A loro si affianca il pazzesco talento di Donovan Mitchell: la seconda stagione in NBA ha portato con sé 23.8 punti con il 43.2% al tiro, ma la sensazione è che non si sia finita qui. Joe Ingles completa il novero dei quattro grandi tiratori attorno al big man Rudy Gobert. Il centro ha collezionato 15.9 punti, 12.9 rimbalzi e 2.3 stoppate di media, andando a un passo dal secondo titolo di Defensive Player of the Year consecutivo.

Roster completo

I Jazz, però, non hanno lavorato soltanto per completare a dovere il quintetto a disposizione di Quin Snyder. Importanti rinforzi per la panchina a costi contenuti sono arrivati con il veterano Jeff Green, che ha firmato un contratto annuale a 2.5 milioni di dollari, con il talento inespresso di Emmanuel Mudiay, anche lui per un anno a Utah dopo una stagione da 14.8 punti e 3.9 assist ai Knicks, e con la fisicità di Ed Davis, con un biennale da 10 milioni di dollari a donare un ricambio di valore a Gobert sotto canestro. E con loro sono arrivati anche tre prospetti dal secondo giro al Draft: l’ala Jarrell Brantley alla numero 50, le guardie Justin Wright-Foreman alla 53 e Miye Oni alla 58. Rinforzi importanti, per quanto da valutare nelle rotazioni di Snyder. Che, però, ha senza dubbio tra le mani un roster di valore, con il giusto mix di esperienza e talento, che oggi può realmente scalare la vetta di Western Conference. Nell’Ovest dei grandi nomi, tra Clippers, Lakers e Rockets, ci sono anche i Jazz pronti a essere assoluti protagonisti.

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