Qual è il piano dei Rockets per superare la maledizione Warriors?

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I Rockets hanno conquistato i playoff nelle ultime sette stagioni consecutivamente, senza però mai riuscire nell’intento di raggiungere le Finals. In quattro di queste sette occasioni a fermare la loro corsa sono stati gli Warriors, dominatori assoluti dell’ultimo lustro in Western Conference. Dopo essere andata a una sola vittoria dall’atto finale contro i Cavaliers nel 2018, Houston ha affrontato Golden State in semifinale di Conference: il risultato è stato un 4-2 assai combattuto, con tutte le sei partite chiuse con un distacco di meno di 6 punti, ma che ha sancito una nuova eliminazione anticipata.
Cosa fare allora per cercare di superare finalmente l’ostacolo dei Golden State Warriors? Come muoversi in questa offseason?

HARDEN E IL QUINTETTO

Il James Harden formato Most Valuable Player visto in regular season, volato a quota 36.1 punti, 6.6 rimbalzi, 7.5 assist e 2 palle rubate a partita, si è ripetuto soltanto in parte nei playoff, tagliando di quasi cinque punti (31.6) e un assist (6.6) le proprie prestazioni. Al suo fianco, però, il quintetto titolare ha dimostrato di valere i più importanti palcoscenici: Eric Gordon ha segnato 17.8 punti con il 40% da tre punti su ben 8.6 tentativi a partita, Chris Paul ha aggiunto 5.5 assist e 2.2 palle rubate di media a 17 punti tondi tondi, P.J. Tucker ha fornito 11.4 punti e 7.5 rimbalzi alla causa, risultando al solito determinante nelle questioni difensive, mentre Clint Capela 9.7 punti, ben 7 in meno dei 16.6 della regular season, ha tirato con il 56.1% e garantito 10.3 rimbalzi a partita. Se a loro aggiungiamo un ritrovato Austin Rivers, autore di 7.4 punti con il 43.5% al tiro e addirittura il 45.7% da oltre l’arco, si capisce immediatamente come il problema dei Rockets non sia da ricercare nel quintetto o in un ipotetico sesto uomo di valore, bensì nel resto delle alternative a disposizione di coach Mike D’Antoni.

LA SITUAZIONE IN OFFSEASON

Il contorno è probabilmente il tasto dolente per i texani: Kenneth Faried, Nene, Iman Shumpert, Gerald Green, Danuel House Jr, nomi a loro modo importanti compongono la restante parte del roster dei Rockets, ma in tutto la loro produzione ha portato meno di 20 punti a partita alla causa, decisamente troppo poco.
In casa Rockets ci si aspettava una offseason ancora una volta decisiva, per provare a restare tra le prime forze di Western Conference, ma le opportunità di mercato sono state poche, con Gordon e Tucker, in scadenza nell’estate del 2020, messi sul mercato ma rimasti per mancanza di proposte interessanti. Sarà necessario capire se uno dei due, o entrambi, possano meritare un esoso prolungamento di contratto la prossima estate (nell’ordine dei 75 milioni per un quadriennale nel caso di Gordon e dei 37 milioni per un triennale nel caso di Tucker) o se durante la regular season qualcuno cambierà maglia. Anche Clint Capela a sorpresa è apparso in alcuni rumors di mercato senza però che venissero conclusi. Lo svizzero non ha giocato ai livelli di due stagioni fa ma rimane il partner ideale per il Barba Harden, sui due lati del campo.
Per non farsi manca nulla, poi, era sembrata un macigno la voce che voleva Chris Paul aver chiesto alla dirigenza la cessione per contrasti insanabili con Harden: hanno smentito tutti, da CP3 al GM della franchigia Morey, negando categoricamente che il playmaker avesse mai chiesto lo scambio. Il dubbio resta, perché comunque le personalità dei due giocatori sono forti e difficili da amalgamare, ma è altrettanto vero che il contratto di Paul rimane uno dei più difficili da scambiare forse della storia NBA e quindi trovare degli acquirenti disposti ad accollarselo dando in cambio qualcosa di alto valore appare molto difficile.

IDEE PER I ROCKETS

L’obiettivo della offseason pareva essere Jimmy Butler che però ha accettato il ricco contratto dei Miami Heat. La stessa Cleveland, in cambio di qualche scelta per ricostruire una franchigia, potrebbe offrire Kevin Love per completare il roster con un altro importante tiratore da oltre l’arco.
Parlando di free agent, invece, Houston ha rifirmato Austin Rivers con un biennale al minimo salariale, trattenuto Gerald Green (1 anno al minimo) e Danuel House (3 anni per 11.1 milioni totali), ma non è riuscita ancora ad aggiungere nessuno al roster. Patrick Beverley, Reggie Bullock, Ed Davis e Dewayne Dedmon che potevano essere degli obiettivo si sono tutti accasati altrove, e la squadra di coach D’Antoni ora dovrà trovare tra i rimanenti free agent qualcuno che possa aumentare la qualità in uscita dalla panchina.
Basta poco ai Rockets per restare nella nobiltà dell’Ovest, ma basterà per prenotare finalmente un posto alle Finals?