Trieste: la classifica non sorride, ma i segnali sono positivi

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Trieste 2019-20 © facebook.com/pallacanestrotrieste

Si sapeva che quest’anno non sarebbe stato semplice, che ripetere il settimo posto della passata stagione (quella del ritorno in A dopo 14 anni) sarebbe potuto diventare un miraggio. Le difficoltà societarie emerse già nel finale della scorsa stagione, dovute all’accusa di frode fiscale a carico dell’allora presidente nonché titolare dello sponsor Alma Luigi Scavone, hanno inevitabilmente avuto ripercussioni sulle scelte relative alla costruzione del roster di quest’anno. Addirittura, a un certo punto sembrava quasi non ci fossero possibilità di iscrizione alla Serie A, o che coach Dalmasson, regolarmente sotto contratto, avesse ceduto alle lusinghe di altri club. Alla fine, non è accaduto nulla di tutto ciò, e Trieste è regolarmente iscritta alla Serie A 2019/20.

Ma il cammino fin qui svolto da capitan Coronica e compagni non è certo assimilabile a quello della passata stagione. L’anno scorso, di questi tempi, Trieste aveva conquistato già il doppio delle vittorie (4), affidandosi, nei momenti chiave delle partite, a giocatori come Sanders, Knox o Wright, esperti conoscitori del nostro campionato. Ecco forse è un po’ questo che, per forza di cose, sta mancando quest’anno, o comunque è ancora presto da poter vedere. I sei stranieri a roster, fatta eccezione per il veterano Hrvoje Peric e per DeQuan Jones visto a Cantù nella stagione 2014/15, sono tutti alla prima esperienza in Italia, oltre che ancora alle prime armi con il basket europeo in generale. Sicuramente ci sarà bisogno di più tempo per “assemblare” una squadra vera e combattiva, sulla falsariga di quella della passata stagione.

Un dato evidente però è rappresentato dal fatto che molti dei volti nuovi stanno deludendo, in primis Kodi Justice e Jon Elmore, i quali insieme totalizzano poco più di 13 punti di media, tirando col 30% da 2 e col 27% da 3, per una valutazione combinata di 7,6: troppo poco per quella che doveva essere la coppia di guardie titolare della formazione giuliana. Per fortuna Fernandez e Cavaliero, per quanto possibile, stanno provando a mettere più di una pezza. Poco meglio stanno facendo Mitchell e Cooke (unici in doppia cifra di valutazione media), anche se tutti si aspettavano (e tuttora si aspettano) molto di più da loro.

L’unica certezza su cui Trieste potrà contare al 100% è coach Eugenio Dalmasson, che in estate ha espresso chiaramente il suo attaccamento alla città, e non solo da un punto di vista lavorativo. Con lui in panchina, i bianco-rossi hanno festeggiato solo successi, stagione dopo stagione e, anche se con obiettivi meno ambiziosi, anche quest’anno non deluderanno. Sebbene Pistoia, pur con una partita in più, abbia agganciato Trieste in classifica, i segnali lanciati dalla squadra giuliana nell’ultimo match perso all’overtime contro la Virtus Bologna e nella precedente sconfitta casalinga contro Brindisi sono incoraggianti. La speranza è che la partita di domenica prossima a Cremona rappresenti il momento di svolta della stagione triestina.