Load management: la strada per il successo?

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Si tratta di uno dei temi più caldi del momento in NBA. Il load management, o più semplicemente il far riposare i giocatori in alcune partite della regular season, ha fatto alzare un discreto polverone all’interno della Lega, con giocatori e allenatori che si sono schierati pro o contro questa pratica.

Il caso è scoppiato dopo la partita dei Los Angeles Clippers contro i Milwaukee Bucks in cui Kawhi Leonard non era tra i convocati e la giustificazione ufficiale è stata “load management”, traducibile come “controllo dei carichi di lavoro”, ovvero un riposo deciso insieme tra società, staff e giocatore per riposare il proprio fisico in determinate partite. Fino a qui il problema non dovrebbe porsi, la partita contro i Bucks era un back-to-back così come quella saltata qualche giorno prima da Leonard contro gli Utah Jazz, e da sempre alcune Superstar che magari hanno avuto qualche problema di infortuni vengono preservate in questi impegni, ma questa volta il problema è stato che entrambe erano in diretta televisiva nazionale, e quindi NBA, reti televisive, sponsor e tifosi/appassionati hanno fatto sentire il loro disappunto per non aver avuto la possibilità di vedere l’MVP delle ultime Finals in campo.

Raptors, Load management, titolo NBA

Accostare queste parole sarebbe leggermente fuorviante ma un’analisi in questo senso va fatta. I Toronto Raptors, lo scorso anno, hanno scelto a tavolino quali partite far saltare a Leonard per preservarlo in regular season (60 in totale le partite disputate), distribuendo così il lavoro fisico su un numero minore di partite sperando poi di averlo più fresco nei playoffs. La cavalcata fino alla vittoria del Titolo NBA ha di fatto “giustificato” questa pratica e i Clippers, che puntano anche loro alla vittoria del Larry O’Brien Trophy, quest’anno hanno scelto di effettuare lo stesso trattamento per l’ex Spurs e anche per Paul George.
Pensare che i Raptors abbiano vinto il titolo perché Kawhi era più riposato è sostanzialmente un errore e non si può pensare di costruire un modello su questo. Di vero c’è che poter giocare meno partite permette di lavorare in modo migliore sul proprio corpo, che ai massimi livelli NBA fa tutta la differenza.
È però anche da notare come le due situazioni siano molto differenti, perché i Raptors avevano tra le mani un Leonard che era reduce da un’intera stagione ai box per un problema al quadricipite, mentre i Clippers hanno tra le mani un Leonard reduce dal titolo di MVP delle Finals. Quindi la “paura” di una ricaduta dell’infortunio quest’anno non esiste.

DNP-Rest: anche Popovich lo utilizzava

Nella NBA comunque non è un fatto nuovo, anzi. A fine settembre 2017 il Commissioner Adam Silver aveva introdotto una nuova regola sul “rest”, il riposo dei giocatori. Dando libertà alla Lega di multare le squadre che tenevano deliberatamente a riposo dei giocatori sani, soprattutto se questo avveniva in occasione di partite in diretta Nazionale o se i giocatori di prima fascia seduti erano più di uno.
Uno dei casi più eclatanti, nel 2012, era stato quello dei San Antonio Spurs che in una partita in diretta Nazionale contro i Miami Heat di LeBron-Wade-Bosh campio in carica tennero a riposo Duncan, Ginobili, Parker e Green, con conseguente multa dalla Lega di 250.000 dollari. Un altro caso era stato LeBron James che con i Cavs era rimasto in borghese in una partita in diretta nazionale.
Insomma, non si tratta di un fenomeno nuovo.

Clippers multati, ma poco importa a Rivers

Nei back-to-back sono tante le squadre che tengono seduti i loro giocatori chiave perché reduci da infortuni. L’hanno fatto per due anni i 76ers con Embiid, creando anche qualche problema interno con il giocatore che avrebbe voluto giocare ma lo staff medico irremovibile dopo i suoi gravi infortuni. Lo fanno quest’anno anche i gli Spurs con Dejounte Murray, i Mavericks con Porzingis e i Magic con Bamba. Ma si tratta di tutti giocatori che lo scorso anno sono rimasti fermi per gravissimi problemi.
Leonard invece non è in questa situazione, anche se la documentazione medica presentata dai Clippers alla NBA per evitare la multa per il suo riposo contro i Bucks era stata considerata valida. A far scoppiare il caso è stato però Doc Rivers nel post partita dicendo:

“Kawhi stava benissimo e con questa nostra gestione starà benissimo ancora di più con l’obiettivo di averlo in perfette condizioni ai playoff.”

Da qui la scelta di Silver di multare i Clippers per queste parole che sconfessavano ciò che la documentazione diceva. Ne è nata quindi una discussione generale che ha due fazioni.

Chi è contro il load management?

Giannis Antetokounmpo dopo la partita contro i Clippers ha dichiarato:

“Se non scendo in campo, non mi sento bene. Come disse Michael Jordan, il lavoro duro elimina la paura. Se non coltivi la tua tecnica, non ti senti bene. Non entri in ritmo”

Steve Clifford, head coach di Orlando:

“I nostri giocatori non li lasciamo a riposo. Secondo me, per quel che è il mio background, si rifà tutto alle aspettative che si hanno. Avendo lavorato con Jordan a Charlotte, Michael mi diceva sempre che sei pagato per giocare 82 partite ogni anno.”

Ma anche LeBron James negli ultimi giorni si è schierato contro il load management forzato.

Qual è la soluzione?

Semplicemente non esiste. La Lega non può decidere chi multare e chi no se c’è un referto medico che giustifica l’assenza. Le Televisioni non possono fare pressione per avere un giocatore in campo in diretta nazionale. La regular season è stata allungata eliminando alcuni back-to-back ma forse questo ancora non basta e Silver cercherà di trovare qualche altra soluzione (che di sicuro non è quello di inserire un torneo all’interno della stagione dando dei premi in denaro).
A cambiare mentalità dovranno essere le franchigie, perché se è vero che l’obiettivo unico è quello di vincere il titolo, per poter giustificare tutti gli introiti e quindi anche gli stipendi milionari percepiti c’è bisogno di tante partite e sempre con i più forti in campo. Anche a livello di credibilità, perché dopo 5-6 partite di stagione regolare vedere che una Superstar viene fatta “riposare”, oltre a essere ridicolo, fa scendere il livello e la credibilità di tutta una Lega.