Duke pigliatutto: anche RJ Barrett sceglie i Blue Devils

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RJ Barrett – Stopframe Slamonline

Duke, Kentucky. Duke, Kentucky. Duke, Kentucky. Non si scappa, nell’era degli “One&Done” i maggiori talenti in uscita dal liceo difficilmente prendono strade diverse da quelle che portano a Durham, sede del campus dei Blue Devils, o a Lexington, dove ha base UK e con essa la “Big Blue Nation”. Mike Krzyzewski o John Calipari quindi, i due coach che probabilmente meglio di tutti preparano i ragazzi per una carriera NBA e forse per un ricco contratto con un marchio sportivo. L’ultimo a scegliere Duke è stato RJ Barrett, prospetto canadese classe 2000, numero 1 del ranking ESPN del 2018 che tutti abbiamo ammirato la scorsa estate nel Mondiale FIBA Under 19 in Egitto dove ha trascinato il suo Canada ad uno storico oro battendo in finale l’Italia.

RJ, esplosivo atleta mancino di quasi 2 metri, un tuttofare destinato ad essere probabilmente una stella anche in NBA, è figlio di Rowan Barrett, ex giocatore classe 1972, prodotto di St. John’s University e poi professionista soprattutto in Europa dove si è diviso tra Israele, Spagna, Francia e anche Italia, nel 2005-06 a Cantù. Un giocatore “normale”, sposato con la signora Kesha, ex sprinter lei pure a St. John’s: una storia molto simile a quella di Andrew Wiggins, figlio di un ex cestista e di una sprinter, due volte argento alle Olimpiadi di Los Angeles 1984.

E proprio Wiggins sembra essere il riferimento di Barrett, ovvero i due potrebbero essere protagonisti di un ipotetico passaggio di consegne anche se l’asso di Timberwolves è ancora molto giovane (classe 1995): si somigliano per il ruolo, hanno grande talento ma soprattutto sono canadesi e quindi toccherà a loro portare il Canada dove nessuno, nemmeno Steve Nash, è riuscito a portare, a partire magari dai Giochi di Tokyo 2020.

Restando sull’attualità, RJ Barrett, che ha anticipato di un anno l’ingresso all’università ripercorrendo quanto fatto quest’anno Marvin Bagley III, altro prospettone destinato al podio del prossimo Draft, ha svelato la scelta del college in diretta TV sul canale canadese TSN, una sorta di “The Decision 2.0”: sul piatto le proposte di Duke, Kentucky (come dicevamo sopra…) e Oregon, e alla fine il classe 2000 ha scelto i Blue Devils, mostrando con orgoglio ai telespettatori una maglia bianca proprio di Duke col numero 21. “Ti fa sentire a casa. E ovviamente hanno un grande allenatore…. Amo coach K, guardo le partite di Duke sia da quando ero molto piccolo“, le parole di Barrett dopo aver svelato la sua scelta.

Il numero 1 della classe 2018 secondo ESPN si aggiunge ai numeri 1 del 2016, Harry Giles, del 2017, Marvin Bagley III, e del 2014, Jahlil Okafor, tutti andati a Duke che per il terzo anno consecutivo (quattro degli ultimi cinque) si assicura il miglior prospetto in uscita dalle high school. Coach K, che quest’anno oltre a Bagley III si è assicurato anche Wendell Carter (N.5), Trevon Duval (6) e Gary Trent Jr. (8), per il 2018 ha già messo le mani su Cam Reddish (3) e Tre Jones (10), oltre al numero 1 RJ Barrett. Insomma, se non è Kentucky, è Duke a far man bassa dei grandi talenti sulla piazza e questa tendenza non sembra potersi fermare…

Barrett, che sta frequentando la Montverde Academy in Florida, la stessa che ha visto tra i suoi alunni Joel Embiid, D’Angelo Russell e Ben Simmons, ha già fatto intravedere le sue qualità, un giocatore con grande visione di gioco, leadership, personalità, un esterno che, con le dovute proporzioni, mixa le doti di condurre il pick and roll di James Hardem con la fisicità nell’attaccare il ferro di LeBron James. Potrebbe essere la risposta nordamericana a Luka Doncic, di qualche mese più vecchio, cui somiglia per la spiccata mentalità da veterano pur essendo un teenager.

In attesa di vederlo in NCAA (per un anno…) e poi in NBA (considerato già ora il numero 1 al Draft 2019…), possiamo fare un rewind e analizzare quanto fatto a livello FIBA con la maglia delle giovanili del Canada. Nel 2015, a 15 anni non ancora compiuti, con quasi 15 punti di media ha condotto i suoi all’argento ai FIBA Americas Under 16 (persa la finale contro gli USA di Trent e Carter, ora a Duke), poi nel 2016 al quinto posto ai Mondiali FIBA Under 16 (ko nei quarti con la Turchia nonostante 33 punti suoi) e infine quest’estate ad uno storico oro, più il titolo di MVP, ai Mondiali FIBA Under 19 in Egitto (contro gente di 2 anni più grande). Al Cairo Barrett ha fatto onde, col picco dei 38 punti, 19 rimbalzi e 5 assists nella semifinale vinta con gli Stati Uniti di John Calipari, coach di Kentucky.

Un fenomeno insomma, l’ennesimo prodotto di un sistema, quello nordamericano, che è pronto a dominare la pallacanestro per ancora tantissimi anni a venire.