Larkin, Wanamaker, Lauvergne: dall’NBA all’Eurolega, e viceversa

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L’estate 2018 verrà ricordata come quella in cui la NBA ha chiamato al Draft un talento sloveno capace di dominare l’Europa a soli 18 anni come Luka Doncic, un ragazzo che ha attraversato l’oceano e proverà a ridare lustro ai Dallas Mavericks. Come lui, altri ragazzi sono sbarcati negli Stati Uniti via Draft come il bosniaco Dzanan Musa e il lettone Rodions Kurucs (entrambi ai Nets), e il francese Elie Okobo (ai Suns). C’è anche chi ha resistito alle offerte e ha detto no ai dollari americani, come Alexei Shved, corteggiato da Pelicans, Twolves, Grizzlies e Suns, ma che ha preferito un ruolo da stella assoluta al Khimki.

Diversi sono però i giocatori che hanno preso un aereo dagli o per gli Stati Uniti: vediamo nel dettaglio quelli che hanno lasciato o giocheranno nell’Eurolega 2018-19.

Dall’Eurolega alla NBA

Sono in tutto tre i giocatori che hanno deciso di accettare la corte della NBA e di lasciare l’Europa: Jonah Bolden, australiano ex Maccabi Tel Aviv, e gli americani Brad Wanamaker e James Nunnally che anno salutato il Fenerbahce per sbarcare negli Stati Uniti. Per la seconda estate di fila coach Obradovic vede andare via altri due big del suo roster, dopo che nell’estate 2017 aveva dovuto dire addio a Bogdan Bodanovic e a Ekpe Udoh, reduci dalla conquista dell’Eurolega in casa a Istanbul.

Nunnally, 28 anni, era corteggiato dal Barcellona e sembrava aver trovato un accordo al Baskonia, ma alla fine ha accettato la corte dei Minnesota Timberwolves. L’esterno californiano, MVP della Serie A ad Avellino, aveva già fatto un provino coi Blazers a inizio estate e voleva a tutti i costi tornare in NBA. Potrebbe trovare minuti visto che in Europa si è trasformato con successo da attaccante istintivo e tuttofare, a specialista della difesa e del tiro da fuori (55% da tre nell’ultimo anno!).

Anche Brad Wanamaker è passato dall’Italia, a Pistoia, e poi è esploso sotto la guida di un altro italiano come Andrea Trinchieri al Bamberg. Il prodotto di Pittsbourgh era già stato vicino all’NBA la scorsa estate (i Thunder lo volevano) ma poi ha preferito la super offerta del Fenerbahce. Stavolta ai Boston Celtics non poteva dire di no e prenderà il posto di Shane Larkin come terzo play dietro Irving e Rozier: rispetto a Larkin è meno tiratore puro ma più tosto, fisicamente e mentalmente, un attaccante più completo e soprattutto uno che non sbaglia praticamente mai nei momenti decisivi.

Dopo due anni in Europa, uno in Serbia e uno al Maccabi Tel Aviv, il 22enne australiano Bolden farà parte dei Philadelphia 76ers, la franchigia che lo ha scelto nel Draft 2017. Nell’unico anno coi gialloblu israeliani ha messo in mostra doti atletiche e fisiche fuori dal comune, braccia interminabili e un tempismo innato per rimbalzi e stoppate: Bolden non ha un ruolo definito e non è un tiratore affidabile (32% da tre, 51% ai liberi) ma ha energia da vendere e potrà contribuire per la causa.

Dall’NBA all’Eurolega

Sono invece ben di più i giocatori che hanno lasciato l’America per trovare un ruolo più importante in Europa e sono quasi tutti lunghi. Le uniche eccezioni sono Shane Larkin e Tyler Ennis. Larkin viene da una stagione tutto sommato accettabile coi Celtics, coach Stevens gli ha concesso oltre 14 minuti di media (anche per i vari infortuni degli altri) e lui ha risposto con 4 punti a gara, un po’ pochino. Ha ovviamente patito l’inferiorità fisica e atletica, e anche il tiro non lo ha aiutato (intorno al 35%). In Europa però potrebbe tornare a brillare, l’Anadolu Efes ha ambizioni importanti e lui ha già dimostrato di poter fare la differenza in Eurolega visto che nel 2016-17 col Baskonia ha viaggiato ad oltre 13 punti e quasi 6 assist di media (anche tre ventelli e tre doppie doppie, una con 13 assists!).

Proverà a rilanciare la propria carriera a Istanbul, col Fenerbahce però, Tyler Ennis. Per il playmaker canadese da Syracuse sarà il debutto fuori dagli USA e lo farà alla corte del miglior allenatore, Zelimir Obradovic, e in una squadra esperta che punta al titolo. Ennis in NBA ha deluso le aspettative, ha patito un atletismo sotto gli standard e l’assenza di un tiro da fuori affidabile (il suo massimo, 39% da tre coi Lakers 2016-17), nonostante il fisico (1.90 per quasi 90 kg) e le ottime doti di playmaking.

Sempre al Fenerbahce arriva Joffrey Lauvergne, lungo con fisico e buona mano da fuori, reduce da una stagione deludente agli Spurs (4 punti in meno di 10′) dopo le annate tutto sommato positive tra Denver, OKC e Chicago: porterà centimetri e fisicità, e coprirà il vuoto lasciato da Jason Thompson. Il CSKA Mosca ha invece scommesso su Alec Peters e Joel Bolomboy: il primo, rookie ex Suns, è un lungo bianco con buona mano da fuori, capace anche di una partita da 36 punti con 8 triple contro i Mavs; il secondo, ucraino di origini congolesi, è un giocatore tutto da fare ma con doti atletiche e fisiche interessanti (2.06 m per 105 kg), che in NBA ai Jazz e ai Bucks non ha lasciato il segno ma a Weber State, la stessa università di Damian Lillard aveva mostrato qualche lampo.

Grande attesa ad Atene per Georgios Papagiannis, centrone greco del 1997 (218 cm per 125 kg) su cui i Kings nel 2016 avevano speso la scelta numero 16 al Draft NBA e che invece ha deluso ogni attesa. Riparte dal Panathinaikos, il club da cui era partito in direzione USA: in America ha giocato in tutto 39 gare, nell’ultima stagione è stato anche tagliato, poi hanno scommesso i Blazers ma il rapporto si è subito interrotto. A casa, al Panathinaikos, sperano possa rilanciarsi.

Muscoli e atletismo è quello che chiederanno il Khimki a Jordan Mickey e il Maccabi Tel Aviv alla coppia O’BryantBlack. Mickey, 23 gare coi Miami Heat l’anno scorso, prenderà il posto di Thomas Robinson; in Israele O’Bryant coprirà il buco lasciato da Jonah Bolden mentre Black, prodotto da Kansas, sarà il centro titolare. Fra l’altro Tarik Black è stato di recente in Europa, per la precisione in Italia: con la National Basketball Players Association è stato in Università Bocconi per frequentare lezioni sulla vita dell’atleta al di fuori della pallacanestro.

Non solo Eurolega

In EuroCup arrivano Jeff Withey, lungo bianco ex Kansas lo scorso anno a Dallas e oggi al Tofas Bursa, Isaiah Whitehead, playmaker newyorkese da Brooklyn alla Lokomotiv Kuban, e Brandon Jennings, allo Zenit San Pietroburgo a 10 anni di distanza dal suo arrivo a Roma. Infine la firma di David Stockton, figlio del grande John, con i tedeschi del Medi Bayreuth.