Via Casey e DeRozan, ecco Leonard: ora o mai più per i Raptors

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Le ultime tre stagioni dei Raptors hanno svariati punti in comune:
– Sempre oltre quota 50 vittorie in regular season, andando a migliorare il record di franchigia dalle 56 della prima alle 59 della più recente.
– Sempre oltre il primo turno di playoff, eliminando nell’ordine Pacers, Bucks e Wizards.
– Mai, però, in grado di andare oltre l’ostacolo Cavaliers, con uno straordinario LeBron James a infliggere il secondo sweep consecutivo ai canadesi in semifinale di Conference.
Un vero e proprio incubo, che ha spezzato senza pietà i sogni di gloria di Toronto. Con la partenza del Re verso Los Angeles e l’arrivo di Kawhi Leonard oltre il confine, però, potrebbe essere finalmente il momento buono per la rivalsa dei Raptors.

Fattore Leonard

La trade dell’estate si è chiusa con Toronto che ha accolto il separato in casa agli Spurs, insieme a Danny Green, girando a San Antonio niente meno che DeMar DeRozan, oltre a Jakob Poeltl e a una prima scelta protetta fino alla chiamata numero 20 nel Draft del 2019. Inutile sottolineare l’importanza di un giocatore come Leonard a roster. Campione NBA da Most Valuable Player delle Finals nel 2014, un paio di stagioni fa ha collezionato la miglior annata in carriera, con 25.5 punti di media, con il 48% dal campo e il 38% da oltre l’arco, 5.8 rimbalzi e 3.5 assist. Tutto questo prima di assentarsi dai parquet per 73 delle 82 partite della passata regular season, senza che si capisse se la decisione fosse legata all’effettiva ripresa da un infortunio al quadricipite o all’insanabile frattura con l’ambiente e con Gregg Popovich. Quel che è certo, è che Leonard è tra i giocatori più eclettici della Lega, tra i migliori sui due lati del campo e, potenzialmente, la stella di prim’ordine della prossima Eastern Conference.
Sarà da capire come l’ormai ex Spurs deciderà di intraprendere questa stagione: se concentrato e deciso a fare una stagione stellare con i Raptors, o se già con la testa alla prossima eff-season quando sarà free agent e libero di accasarsi dove preferirà.

Via Casey, ecco Nurse

L’estate dei Raptors, però, non si è aperta di certo con questa trade. Dopo l’ennesima, deludente eliminazione ai playoff, Toronto ha esonerato Dwayne Casey. Pochi giorni prima che, per assurdo, lo stesso ricevesse il titolo di Head Coach of the Year, dopo una regular season da 59 vittorie, record di franchigia. I miglioramenti mostrati dai canadesi non sono bastati a convincere Masai Ujiri, che lo ha poi sostituito con uno dei suoi coordinatori offensivi, Nick Nurse. La scelta di avviare una rifondazione vincente, per provare a raggiungere le prime Finals in Canada, affidandosi a un assistente di Casey appare quantomeno un controsenso. Nurse, però, ha le capacità per essere un capo allenatore di primo livello e, soprattutto, per sfruttare a pieno il potenziale offensivo di squadra, rimasto intatto nonostante la partenza di DeRozan.

Offseason rovente

Pur non avendo scelte a disposizione nello scorso Draft, Toronto ha dovuto impegnarsi in un altro paio di scelte importanti in estate: è stato confermato da subito Fred VanVleet, tra i leader di una grande second unit come quella dei canadesi, per una cifra ragionevole, considerando il biennale da 18 milioni di dollari. Non è da sottovalutare l’arrivo di Green nella trade per Leonard, che garantisce un titolare con ottime qualità da oltre l’arco e in fase difensiva a Toronto. A completare il roster è arrivato Greg Monroe, con un contratto annuale da 2.2 milioni dollari senza grandi aspettative. Il centro, però, è reduce da un 59.8% di percentuale reale al tiro, massimo in carriera, e ha raccolto il 25.2% dei rimbalzi difensivi a disposizione, altro dato importante. Al fianco di Serge Ibaka e Jonas Valanciunas, il suo inserimento a basso costo rappresenta una soluzione perfetta per le necessità dei Raptors.

E Lowry?

Senza dimenticarsi, ovviamente, di Kyle Lowry. La sua profonda amicizia con DeRozan è nota a tutti e, ora che il compagno si è trasferito a San Antonio, è da valutare l’impatto della scelta sugli equilibri suoi e di squadra. Certo è che, se Leonard sarà in grado di garantire un impatto più decisivo rispetto a DeRozan, unito a un Lowry da 17.4 punti di media, con il 50.8% al tiro e 8.5 assist, può far legittimamente sognare tutto l’ambiente Raptors. Che aspettano con ansia di godersi i primi playoff dopo un’era senza James e lottare fino all’ultima partita per raggiungere le prime, benedette Finals.
E convincere Leonard a restare in Canada la prossima estate.