Preview NBA: Central Division 2018/2019

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Leggi tutte le preview (PS: le preview senza link sono in fase di pubblicazione!)
WESTERN CONFERENCE: Northwest Division | Pacific Division | Southwest Division
EASTERN CONFERENCE: Atlantic Division | Central Division | Southeast Division

A pochi giorni dal via della nuova stagione regolare NBA, gli equilibri della Eastern Conference restano tutt’ora di difficile definizione in conseguenza del trasferimento, sull’altra sponda, di colui che, per oltre un decennio, è stato assoluto dominatore del versante orientale della Lega. Il trasferimento di Lebron James nella Città degli Angeli ha aperto a tutti gli effetti la corsa al trono dell’Est, alla quale, oltre alle più note Boston, Toronto e Philadelphia, si iscriveranno pure Milwaukee ed Indiana, franchigie che promettono scintille per la conquista della Central Division. Orfani del proprio leader e alla ricerca di una guida: che ne sarà, invece, dei Cavs?

1 – Milwaukee Bucks (Record previsto 48-34)

I tempi sono oramai maturi per la definitiva consacrazione dei Bucks a contender della Eastern Conference. Giannis Antetokounmpo è a tutti gli effetti nella top 10 dei più forti giocatori della Lega: la sua presenza assicura tecnica, dinamismo e leadership, qualità non facilmente reperibili.

Perso nella Free Agency il “gemello diverso” Jabari Parker, al fianco del greco agiranno, da fedeli scudieri, Eric Bledsoe, Khris Middleton, Malcolm Brogdon e il neo arrivato Brook Lopez. Un mix di talento ed esplosività guidato sapientemente da Mike Budenholzer, la novità più importante della offseason, giunto a Milwaukee per fornire identità tattica e cultura del successo, spesso fattori determinanti nell’altalenante e discontinua gestione del duo Kidd-Prunty. Riusciranno a spiccare il volo?

2 – Indiana Pacers (Record previsto 46-36)

Chiusa l’era Paul George, la community Pacers era ormai rassegnata ad un periodo di ricostruzione e di risultati non proprio entusiasmanti. Il team guidato da Nate McMillan, invece, ha sbalordito l’intero mondo NBA, giungendo, vittoria dopo vittoria, fino a gara 7 del primo turno playoff contro i ben più quotati Cleveland Cavaliers. Roster arcigno, grintoso, giovane, al vertice del quale si trova il Most Improved Player in carica, Victor Oladipo, pronto ad entrare nell’olimpo della Lega. “Allungata la coperta” con gli arrivi di Tyreke Evans, Kyle O’Quinn e Josh McDermott, Indiana ha tutto per trasformarsi da mina vagante a vera contender. Se stupire non è mai semplice, però, confermarsi è ben più complicato.

3 – Detroit Pistons (Record previsto 41-41)

Diciamocela tutta: dopo un esaltante avvio di regular season, il mancato accesso ai playoff è da considerarsi un fallimento a tutto tondo, per di più aggravato dall’arrivo a Detroit di una superstar del calibro di Blake Griffin. L’aggiunta dell’ex Clippers, però, non ha fatto altro che complicare ulteriormente i tentativi di giocare un basket maggiormente moderno, perimetrale e rapido, rendendo la manovra offensiva spesso statica ed infruttuosa. Infortuni, litigi e malcontento hanno spento definitivamente le velleità di playoff di Motor City, che riparte, però, da un nuovo coach: l’ex Toronto Dwane Casey. La sua presenza, unita alle qualità di Blake Griffin, Andre Drummond e Reggie Jackson, dovrebbe essere sufficiente a strappare un ticket per la post season, in una Conference la cui competitività è tutt’ora da valutare. Difficile, però, sperare in qualcosa di meglio.

4 – Cleveland Cavaliers (Record previsto 39-43)

L’era del Prescelto è definitivamente conclusa, spegnendo, di fatto, la competitività di un roster che in lui vedeva un leader tecnico, tattico, morale e carismatico. Resta praticamente identico il supporting cast che solo pochi mesi prima era stato capace di disputare la quarta finale NBA in quattro anni consecutivi. Tutto, però, rappresenta una grossa incognita: le reali abilità di Tyronne Lue come Coach, l’adattamento di Kevin Love a primo violino, la professionalità di Tristan Thompson e JR Smith. Qualitativamente, Cleveland avrebbe tutte le chance per centrare i playoff, ma la confusione attorno al team può rappresentare un fattore negativo non di poco conto.
La novità più importante? Collin Sexton, giovanissima point-guard per la quale i Cavs hanno speso la loro pick numero 8; la strada verso la risalita dovrà passare, per forza di cose, dalle sue mani.

5 – Chicago Bulls (Record previsto 35-47 )

I playoff appaiono ancora un miraggio, ma i Bulls sembrano quasi fuori dalle sabbie mobili dell’anonimato, pronti a spiccare il volo. Merito di una off-season intelligente, che vede nell’acquisizione di Jabari Parker e nella conferma di Zach Lavine il punto più elevato (e anche più oneroso). Non solo, però, perché a completare un quintetto di elevata potenzialità, in aggiunta a Lauri Markkanen e Kris Dunn, è giunto pure il lungo Wendell Carter Jr (7° scelta assoluta al Draft 2018). Le principali incognite pervengono dall’adattabilità di giocatori difficilmente compatibili con l’idea di gioco di Fred Hoiberg e dalla tenuta difensiva di una squadra che, nella passata stagione, ha in alcuni momenti toccato il fondo. Se tutte le pedine si muoveranno nel verso giusto, i Bulls promettono divertimento e spregiudicatezza, in attesa della definitiva rinascita.

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